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Jannik Sinner: “Non penso al titolo o al ranking, ma all’avversario da affrontare. Non vedo l’ora di scendere in campo”

Jannik Sinner ha parlato in conferenza stampa dopo il successo in quattro set ottenuto in semifinale contro il canadese Felix Auger-Aliassime agli US Open: il mirino è già puntato sulla finale contro lo spagnolo Carlos Alcaraz, in cui l’azzurro dovrà difendere sia il titolo conquistato lo scorso anno che il numero 1 ATP.

Annunciata la presenza di Donald Trump in tribuna per la finale: “In questo torneo ci sono tante persone importanti, noi giocatori lo percepiamo, e viene fuori anche l’essere orgogliosi di essere in campo. Vuol dire che il tennis è importante, quindi ci farà piacere“.

La finale varrà anche il numero 1 ATP: “Sicuramente non parleremo di questo. C’è un avversario molto difficile da affrontare domenica, e questo è il nostro obiettivo. Non parliamo di ranking o di alzare un altro titolo, questo va e viene, quindi sono contento di fare un’altra finale Slam, sono contento di essere in una situazione del genere e di misurarmi contro il miglior giocatore al mondo, perché in questo momento, per come è arrivato in finale, sta giocando un tennis incredibile, e quindi non vedo l’ora di scendere in campo e vedere come come vanno le cose, e poi dopo la partita, vinta o persa, si porta sempre qualcosa di positivo, e soprattutto qualcosa su cui ci dobbiamo migliorare, e poi vediamo, anche nel futuro“.

I diversi orari a cui ha giocato l’azzurro durante il torneo: “Io sono uno che, se gioca tardi, va a dormire tardi, perché così forse tutto il ritmo è un pochettino più simile. Quando sei in un torneo del Grand Slam se giochi di giorno hai più possibilità di perdere meno energie, perché comunque se finisci un po’ prima, il trattamento lo fai magari prima di cena, vai a cena in un orario normale, dormi di più, perché comunque le ore prima di mezzanotte sono importanti per dormire, però nell’altro senso sai che i migliori giocatori devono fare delle partite la sera, e quindi lo accetti e lo fai, quindi non c’è nessun problema. Adesso la finale si gioca di giorno, in una situazione diversa in campo, però vediamo come va“.

L’importanza di poter parlare con il proprio angolo durante il match: “Io credo che il tennis sia uno sport in cui il giocatore trova la soluzione a prescindere se c’è l’angolo che parla o non parla. Spesso l’allenatore dice una cosa, poi magari il giocatore ne fa un’altra, perché non se la sente, perché ci sono tante cose in palio, quindi è abbastanza relativo. Più che altro se uno ha un problema fisico, magari uno ti può dire di respirare un po’ meglio, di fare qualcosa nel cambio di campo, tante altre cose, e forse lì magari è un aiutino in più, magari prima si facevano dei segni e quindi comunque c’è sempre stato un po’ il contatto con l’angolo, solo che ora non ti devi fare problemi, non prendi il coaching, però secondo me non è che sia cambiato più di tanto. Questa è la mia opinione, poi ognuno pensa in modo diverso“.

Terza finale Slam consecutiva contro Alcaraz: “Magari la terra va più verso la sua parte, perché c’è un gioco fatto per giocare lì, ed anche fisicamente arriva, soprattutto su terra, un po’ ovunque, su erba ha fatto vedere quanto vale, perché comunque ha vinto già due Wimbledon, sul cemento sta giocando in modo incredibile, ed io uguale, quindi siamo dei giocatori abbastanza completi direi, perché è riusciamo a cambiare gioco. Lui secondo me riesce meglio nel suo modo, io faccio i miei aggiustamenti nel mio modo, in questa stagione soprattutto nei tornei importanti è andata così, quindi dalla parte mia sono super contento. Diciamo che un po’ di cose son cambiate negli ultimi due anni, però nel futuro poi si vedrà“.

Le ultime considerazioni in vista della finale: “Fare la differenza in due giorni è molto difficile, c’è da considerare, nel caso di Felix, che c’è stata una settimana e mezza di allenamenti, e soprattutto condizioni diverse perché a Cincinnati è veramente difficile giocare a tennis, la palla vola e rimbalza, è difficilissimo, invece qui soprattutto oggi ha giocato molto meglio dalla parte del rovescio, molto più solido, ha servito meglio, quindi ha fatto tutto in modo diverso ma molto meglio, abbiamo visto il Felix, secondo me, di altissimo livello, che può migliorare, certo, però è un altro giocatore da Cincinnati. Secondo me la partita è stata un’ottima partita, perché, considerando tutte le cose, ho sbagliato abbastanza poco, ho cercato di rispondere a più palle possibile, ho avuto delle chance anche nel quarto set magari di chiuderla un pochettino prima e non ci sono riuscito, ma questo è il bello dello sport. La prima volta quando avevamo giocato qui io e Carlos eravamo ancora piccoli e tiravamo, ora non è più così il tennis, ora devi pensare, devi fare aggiustamenti tattici, quindi vediamo come va domenica“.

Dichiarazioni da Vanni Gibertini

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