Jasmine Paolini, notte di sfida a Coco Gauff per la semifinale a Cincinnati
Sarà una notte tutta italiana, quella che andrà in scena a Cincinnati. Jasmine Paolini vuole diventare la seconda italiana a raggiungere la semifinale in questo torneo, dopo che Flavia Pennetta ci riuscì nel 2009. Un appuntamento che appartiene alla storia del tennis italiano, perché la brindisina, battendo nei quarti Daniela Hantuchova, divenne la prima azzurra a entrare in top 10. Ne sarebbero seguite altre quattro: Francesca Schiavone, Sara Errani, Roberta Vinci e, appunto, Jasmine Paolini.
Quello con Coco Gauff sta diventando un superclassico del 2025, con la toscana che si è già imposta due volte su due pareggiando il conto dei precedenti. Prima ha preso in mano la situazione sulla terra indoor di Stoccarda per 6-4 6-3, poi l’ha fatto in maniera ancora più tonante agli Internazionali d’Italia, battendo l’americana per 6-4 6-2 e lasciando la Capitale da trionfatrice assoluta, qualcosa che al Foro, in era moderna, per le varie vicissitudini del torneo al femminile non s’era mai visto. Sarà lotta di solidità, di capacità di Jasmine di usare il proprio dritto per non far avvicinare troppo Gauff. Un compito che sulla terra le è già riuscito molte volte, a togliere anche il tempo, ma su una superficie come quella di Cincinnati può risultare un po’ più complicato.
C’è anche una situazione un po’ particolare che si va a verificare, perché pochi giorni fa Gauff e Paolini si sono trovate ad allenarsi, e anche intensamente, assieme sui campi laterali. Non è proprio usuale che giocatrici nello stesso spicchio di tabellone si preparino l’una contro l’altra. Nel caso ci sono stati parecchi errori, per quella che suona un po’ come una costante di Cincinnati quando la superficie non tende granché al perdono.
E l’occasione è importante sia per l’una che per l’altra, perché in semifinale può esserci una tra la russa Veronika Kudermetova, l’ex top ten che ha infilato tre teste di serie (Bencic, Tauson e Linette), che da due anni non raggiungeva simili vette in un 1000, e la russa che ora gioca per la Francia (dove vive) Varvara Gracheva, proveniente finanche dalle qualificazioni, ma in grado di sfruttare il doppio colpo su Kenin e Muchova e poi di rimontare la tedesca Ella Seidel, anche lei proveniente dal tabellone cadetto. Si tratta del suo miglior risultato in carriera assieme agli ottavi del Roland Garros 2024; meglio degli ottavi a Indian Wells e Miami nel 2023.
Di grandissimo interesse è anche la parte alta, con un duello che si sarebbe potuto prevedere fin dalla composizione del tabellone: Aryna Sabalenka contro Elena Rybakina, due delle colpitrici più potenti del circuito. La bielorussa, dopo l’enorme spavento causatole da Emma Raducanu, è andata avanti più tranquillamente contro la spagnola Jessica Bouzas Maneiro, mentre la kazaka arriva da tre vittorie consecutive al terzo set, l’ultima delle quali con l’americana Madison Keys, ed è sotto l’occhio della lente d’ingrandimento a causa del ritorno nell’angolo di Stefano Vukov e relative scene quantomeno dubbie, che sembrano mostrare scarsi cambiamenti rispetto alle ragioni per cui lui era stato bandito temporaneamente dalla WTA.
In alto c’è anche Iga Swiatek, che intende superare la russa Anna Kalinskaya per dare vita a quella che sarebbe la semifinale più attesa, il duello per eccellenza del tennis mondiale, diventato tale un anno dopo l’improvviso addio di Ash Barty. Torneo pure troppo tranquillo finora per la polacca, tra match ben gestiti e forfait dell’ucraina Marta Kostyuk al terzo turno, mentre due volte la sua avversaria ha dovuto far ricorso, in rimonta o meno, al terzo set per ritrovare un risultato in un 1000 che non toccava dalla finale di Dubai 2024 (quella persa con Paolini). Kalinskaya, fra l’altro, si è lamentata perché dopo il match con Alexandrova è tornata a casa alle 2:40, ha dormito alle 4:00, è tornata sul luogo del torneo, si è allenata e ora si ritrova programmata alle 11:00 locali senza il reale tempo di rimettere il focus sugli schemi orari del sonno. In una certa misura è anche vero che questa lamentela forse ha un po’ meno senso con la chance del giorno di riposo, ,per quanto sia reale il problema del sonno irregolare. E dalla rete hanno già ricordato Ai Sugiyama che, nel 2003 a Scottsdale, giocò dieci set in un giorno (situazione però estrema, che non è paragonabile, per numerosi motivi, inclusi gli ottimi rapporti con Kim Clijsters che era anche sua compagna di doppio).
In campo maschile, invece, torna in campo Carlos Alcaraz, che se la vedrà con il russo Andrey Rublev in quella che suona molto come una rivincita di Wimbledon, quando il murciano si è imposto in quattro parziali negli ottavi di finale. Il canovaccio rischia di essere abbastanza solito, con lo spagnolo che ha le armi per riuscire a entrare nel tennis intenso, ma spesso con meno variazioni di quelle che potrebbe usare, di Rublev. Certo, rimane che fino ad ora non abbia particolarmente impressionato anche con avversari che non hanno propriamente il suo repertorio di colpi e conseguenti possibili tattiche, ma è altrettanto vero che, quando si tratta di alzare il livello, Alcaraz sa farlo eccome.
Sessione serale per la sfida più attesa dal pubblico a stelle e strisce. Ben Shelton contro Alexander Zverev. Di base si parte da uno 0-3 a favore del tedesco, che però già l’anno scorso in semifinale faticò tantissimo per prevalere. E il motivo preciso c’è: la velocità di questa superficie, il tema affrontato già in precedenza parlando di Paolini-Gauff. Questa può essere di reale aiuto per Shelton insieme all’ambiente, dal quale tende a trarre giovamento. Certo, può pesare la differenza di programmazione: Zverev ha potuto usufruire del giorno di riposo, l’americano no, a causa degli sconvolgimenti causati dalla pioggia in questi giorni. Rimane ad ogni modo un match tutto da gustare. Le due coppie azzurre sono da opposte parti del tabellone.
E oggi ci saranno anche due coppie italiane nei quarti di finale del torneo di doppio, che si presenta a questo punto con tre confronti che sanno di classico e di possibilità di rivederne almeno due alle ATP Finals. Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono attesi dai numeri 2 del seeding, i britannici Lloyd Glasspool e Julian Cash, che nel torneo sono già sopravvissuti a due match tie-break e che arrivano dalle vittorie consecutive a Queen’s, Eastbourne, Wimbledon e Toronto. In pratica, non perdono da 19 match. Più misteriosa la questione di Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego, che, andati ai quarti per forfait di Lehecka/Mensik, si trovano contro il portoghese Francisco Cabral e l’austriaco Lucas Miedler, entrati come alternate, che giocano abitualmente assieme, si sono fatti strada nei Challenger e hanno vinto Gstaad.