Reinhold Messner: “Dahlmeier non ha commesso errori, aveva un approccio magnifico”
Reinhold Messner ha parlato nuovamente di quanto accaduto a Laura Dahlmeier, venendo intervistato dalla testata tedesca sport.de. L’ottantenne altoatesino ha seguito da vicino la vicenda della due volte campionessa olimpica, della quale era un ammiratore quando era ancora una biathleta, esprimendo la propria opinione sui fatti.
“Dopo una grande carriera da biathleta, ha avuto una grande carriera da alpinista ed era una delle migliori del mondo anche in questo ambito. Metteva grande cura in ciò che faceva e in come lo faceva. Sono certo che non abbia commesso errori, le valanghe di roccia non possono essere previste. Una caduta di massi come quella descritta è fatale. Non si può evitare. Ci si può solo riparare sotto una sporgenza, ma se anche si è a 20 metri di distanza, non si fa in tempo a raggiungerla. Le pietre poi continuano a cadere per giorni, a centinaia e hanno circa le dimensione di un pugno. Per questo i soccorsi sarebbero stati impossibili.
Una significativa parte dell’alpinismo è la solidarietà, si fa di tutto per salvare la vita altrui. Infatti Thomas Huber avrebbe dovuto guidare la spedizione di soccorso, ma sarebbe disumano rischiare la vita di una persona quando un’altra vita non può essere salvata. Dahlmeier ha lasciato scritte chiaramente le sue volontà, dimostrando un approccio magnifico. Significa che aveva intimamente compreso il senso di ciò che stava facendo”.
L’alpinista tedesco Thomas Huber, citato da Messner, oltre al francese Alan Rousseau e agli statunitensi Tad McCrea e Jackson Marvell avrebbero dovuto effettuare un tentativo di soccorso. Tuttavia, alla luce della situazione sul Laila Peak, dove si susseguono le cadute di massi, è impossibile raggiungere il luogo dell’incidente.
Inoltre, giovedì Maria Krauss (la compagna di cordata di Dahlmeier) ha parlato pubblicamente dell’accaduto, raccontando la dinamica precisa dell’incidente. Senza riportare i crudi dettagli, la testimonianza non lascia spazio all’immaginazione e conferma come la due volte campionessa olimpica sia morta sul colpo, nel momento stesso in cui è stata colpita.