Antonio La Torre: “Sioli talento assoluto, da Mihai mi aspetto il record italiano. Crediamo nella 4×400 ai Mondiali”
Manca sempre meno ai Campionati Mondiali 2025 di atletica, rassegna che si svolgerà in Giappone, più precisamente a Tokyo, dal 13 al 21 settembre 2025. Sarà una rassegna iridata particolarmente importante per l’Italia. In terra nipponica infatti la formazione tricolore metterà il primo consistente mattone del quadriennio olimpico con delle ambizioni importanti e con tante, significative, competizioni alle spalle. Sono infatti ben nove gli appuntamenti istituzionali affrontati dai nostri portacolori, un numero consistente ed ottimale per fare esperienza. Di questo, ma anche di moltissimi altri argomenti, ha parlato a lungo il Professore Antonio La T0rre, Direttore Tecnico della Nazionale di atletica leggera intervenuto ai microfoni di Run2u, rubrica di approfondimento in onda sul canale YouTube di OA Sport a cura di Sabrina Sgalaberna e Danny Frisoni.
In prima battuta, il DT ha tracciato un bilancio sui Campionati Europei Under 23 appena andati in archivio in quel di Bergen: “Usciamo con tre ori, tre argenti e tre bronzi. Non è per essere sempre insoddisfatto, ma qualcosa ancora manca. Qualcosa ad esempio dalle staffette veloci poteva ancora venire fuori, non dobbiamo mai accampare scuse. Dobbiamo comunque essere contenti per tante prestazioni, vedi Sioli che ha fatto due metri e trenta in una competizione che lui credeva più facile. Non ha neanche 20 anni, è un talento assoluto che vedremo a Tokyo. Vedremo in Giappone anche Alexandrina Mihai, oro da dominatrice nella marcia, a Tokyo sarà della partita nella 20 km e spero che riesca ad attaccare il record italiano, così come Bertelli nell’asta. Nel medagliere qualcosa manca, nel placing table ci piazziamo quarti dietro Germania, che ha doppiato quasi tutti, Francia e Spagna. Dietro di noi ci sono Nazioni come Gran Bretagna, Olanda, Polonia. Tutti Paesi di grande spessore. Questo ci insegna che non ci si può mai fermare”.
Non è mancato inoltre un’analisi sulla Coppa Europa di Madrid “Partendo da Antalya nel cross fino a questo momento abbiamo affrontato ben 9 competizioni internazionali. Da Bergen agli EYOF passando per le Universiadi, i Campionati Europei U20 e i Mondiali noi muoveremo complessivamente oltre 300 atleti. Questo ci fa capire la profondità del nostro movimento. Tokyo sarà difficile: per essere al vertice ed ambire a fare cose sempre belle bisogna continuare a lavorare in diversi modi. La riprova è stata proprio Madrid. Io prima della partenza dicevo che non eravamo favoriti, non l’ho fatto di proposito da classico italiano perché due anni fa dicevo che se non si vinceva la Coppa Europa dovevamo andare tutti a casa. Ma vincerla quest’anno era proprio difficile. Nelle prime due gare dell’asta la Germania fa zero; noi che avevamo fatto bene i conti pensavamo che avremmo vinto tra i maschi e perso tra le femmine. La Germania aveva 23 punti su di noi. Quando parti e ti fanno questi regali, ci provi. Non avevo messo le mani avanti, la Germania era la favorita, ieri ha presentato altri atleti importanti, non solo nei lanci. Il vincitore dei 400 ostacoli ha tolto i primati ad un certo signor Warholm. Tra due anni non credo che farà gli stessi errori. Noi eravamo senza undici titolari; ventuno dei trentaquattro titolari non c’erano due anni fa, abbiamo rinnovato la squadra del 62%, al netto delle staffette”.
La Torre ha quindi proseguito: “Quattro anni fa arrivammo secondi con otto vittorie, mancando Tamberi abbiamo perso 2 punti e mezzo. Due anni fa abbiamo stravinto con sette vittorie, quest’anno sono arrivate tre vittorie. Questo significa che c’è un rendimento di squadra nelle prime piazze. Difficile desso parlare di seconde schiere: nei 400 femminile sono arrivate delle scosse, con Anna Polinari è andata sotto 51 in modo netto, mettendo tanta carica ad Alice Mangione e Virginia Troiani. Poi si è visto nella staffetta mista. Abbiamo avuto l’incidente con Patta, ma la squadra ha dimostrato di saper essere unita, capendo l’importanza di ogni singolo decimo o centimetro. I ragazzi hanno compreso le richieste mie e del Presidente: la gara di volta è stata quella del lancio femminile, dove Paola Padovan, che non era deputata a fare tutti i punti che ha fatto, ha realizzato la miglior misura da un po’ di anni a questa parte, dando l’idea che c’eravamo tutti. Abbiamo vinto la Coppa ad una gara e mezzo dalla fine. Nella 4×400 mista la gara è stata spettacolare, abbiamo impensierito la Polonia Campione del Mondo con la migliore formazione ed abbiamo centrato la seconda posizione con la sesta prestazione mondiale all-time. I tedeschi, che ci danno sempre lezioni dal punto di vista culturale, si sono congratulati con noi con un senso di civiltà che dovremo imparare. Tra due anni sarà dura“.
L’allenatore ha poi passato in rassegna le gesta degli azzurri a Poděbrady, sede degli Europei di marcia a squadre: “Giuseppe Disabato ha vinto da dominatore, Serena di Fabio è un grande talento. Lì è stata una grande prestazione collettiva, con tanti standard per Tokyo. Voglio ricordare l’esordio di Antonella Palmisano sulla 35 km con il nuovo record italiano, miglior esordio di sempre su quella distanza sotto 2 ore e 40, oltre che la straordinaria impresa di Massimo Stano che ha segnato il record del mondo. Tre anni fa lui vinse la prima edizione dei Campionati Mondiali su questa distanza, io per provocare il suo allenatore gli dissi di andare sulle 2 ore e 20. Lui mi ha detto che era impossibile. Invece ha fatto 2:20:43 perché si è frenato sul finale per colpa di un problema al bicipite femorale. Io credo che in una gara senza eccessive tensioni lui valga meno di due e venti.. Per chi corre significa che se ci si allunga di altri 7 km e 195 metri vuol dire che puoi stare ampiamente sotto le tre ore nella maratona di marcia. E’ stata la solita lotta con la Spagna, abbiamo vinto una medaglia in più noi, ma loro hanno preso un oro in più, anche se per solo un punto”.
La Torre si è poi concentrato sulle ultime decisioni riguardo la staffetta mista: “Il CIO ha detto che la 50 km era troppo lunga, poi si sono inventati la staffetta mista che abbiamo visto a Parigi. La 35 km verrà sostituita nei Campionati Mondiali dalla distanza di maratona e diventerà a Los Angeles una distanza di mezza maratona. A Tokyo ci saranno la 20 km e la 35 km, ai prossimi Mondiali di Pechino ma anche agli Europei ci sarà la 21.095 km e la 42.145 km. Solo individuali. La 4×400 mista rimane, la novità del CIO è che è diventata mista la 4×100. Viene tolta una gara nella marcia e viene aggiunta una gara di velocità. Al momento a Tokyo ci sono due staffette e quella mista, l’orientamento della nuova Presidente del CIO è promuovere la Gender equalitty, quindi lo sport misto. Bisogna aspettare per capire il programma definitivo. In Coppa Europa c’erano le due staffette veloci di genere, hanno tolto le due 4×400 e c’è stata solo la 4×400 mista. Ma è un’altra struttura di manifestazione. Io spero che restino le quattro staffette di genere e le due staffette miste“.
La 4×400 maschile tenterà la qualificazione per i Mondiali tra pochi giorni: “Andranno a caccia della qualificazione il 16 agosto in Polonia, pista che ci ha dato tanto negli ultimi anni. E’ stata una decisione sofferta ma che rivendico. Ai Mondiali di staffette non abbiamo fatto en plein perché il delegato tecnico ha sbagliato la composizione delle serie. Se fosse rimasta quella composizione che a noi favoriva avremmo qualificato sia la 4×400 mista che quella di genere. Quando hanno rifatto i calcoli e ci hanno messo insieme a squadre fortissime abbiamo scelto la 4×400 mista. I nostri ragazzi dei 400 metri spero possano dare una scossa forte, scossa che è arrivata da Edoardo Scotti che in Coppa Europa è andata sotto i 45 secondi e a Madrid ha eguagliato il record di Sito. Luca è tornato dopo un’operazione, è indietro, ha corso due frazioni da 45 e 5, per poter aspirare a recuperare il tempo ed essere tra i qualificati di Tokyo dovremmo fare il record italiano. Noi ci proviamo perché crediamo nei nostri ragazzi“.
Altro argomento di discussione è stato la prima edizione degli Europei su strada: “La manifestazione ha fermato tutte le perplessità. Hanno bloccato una città ai margini di Bruxelles, ma hanno avuto delle partecipazioni nelle mass race incredibile. Un cittadino che ha la città bloccata ma può correre nelle strade con i Campioni accetta la situazione; è molto diverso da quello che accade qui in Italia. Oltre la splendida affermazione di Battocletti voglio rimarcare quanto fatto da Sara Nestola, ragazza volitiva terza nella prova individuale che ha contribuito ad uno splendido risultato di squadra. Ricordo anche la vittoria di Iliass Aouani maratona. Li vedremo tutti a Tokyo“.
Il Direttore tecnico ha poi parlato della condizione dei maratoneti in ottica convocazione: “Non puoi decidere un mese prima con un trials chi può andare a fare una maratona da 35 km. Non siamo dei geni, abbiamo buon senso: dobbiamo dare il tempo agli atleti di prepararsi. In questo momento tanti sono a St. Moritz per svolgere un periodo di allenamento in quota. Sara Nestola era estremamente felice per la convocazione, ma l’ha meritato sul campo. Nessuna pressione o aspettative per lei. Ho detto a lei che deve imparare in funzione ad altri obiettivi all’orizzonte nel 2028. Sono cose che bisogna fare prima: imparare a destreggiarsi in questi contesti per arrivare più preparati possibili all’appuntamento olimpico, dove puoi fare i conti anche con l’imprevisto. Stefano Baldini sta lavorando bene con Sara ma anche con Pietro Riva, ragazzo splendido anche lui passato per un piccolo intervento chirurgico. Ha valori alti, non è facile rinunciare all’egoismo personale mettendo in campo valori condivisi da più persone. Pietro è uno di questi. Spero posa trovare presto le coordinate per esprimere a pieno il suo enorme potenziale. Baldini sta facendo a Rubiera un bellissimo lavoro. Maggi ha fatto primato personale a Bergen, Bussotti ha ritrovato il filo dell’ispirazione. Ma quando hai un Campione Olimpico davanti, forse lo ascolti un po’ di più. Ai Mondiali di Tokyo non ci saranno le classifiche per Nazioni, in Coppa Europa sì. Questo è il motivo per cui abbiamo portato la squadra anche ai recenti Campionati Europei di corsa su strada. L’anno prossimo agli Europei dovrebbe esserci di nuovo la Coppa Europa per Nazioni di maratona che entra nel medagliere come già successo l’anno scorso nella mezza maratona, dove abbiamo vinto con Crippa e siamo arrivati secondi con Riva vincendo anche come squadra”.
In ultimo il coach ha affrontato un tema molto attuale nel lavoro quotidiano, lo studio e l’analisi dei dati: “Non rivendico mai troppe cose, ma tra queste rivendico che non può esserci performance se non si mettono insieme evidenza scientifica e pratica di campo. Dentro questo c’è il discorso AI. Io ho un gruppo di giovani dentro FIDAL che aiutano gli allenatori quando sanno farlo, da bravi ricercatori sanno come lavorare. Su AI abbiamo cominciato a muoverci, altre Nazioni si sono portate già avanti. Attenzione perché in AI ci sono programmi ben fatti, manca però la sensibilità. Quello che ha fatto Lucio Gigliotti non so quanto possa esserci in chat GPT. Indubbiamente oggi ci può aiutare sulle visioni potenziali: vedi i salti. Sull’ambito di valutazione del carico di training e prevenzione infortuni può essere d’aiuto, può mettere insieme tante immagini, selezionarli in definizione e metterle in dettaglio. L’AI velocizzerà l’interpretazione dei dati, ma una volta devi capire cosa farne da allenatore. Senza togliere nulla all’evoluzione dell’AI dobbiamo avere l’umiltà di parlarne con chi ne sa di più. Io dal punto di vista informatico sono un dinosauro, ma credo di vedere in anticipo le evoluzione dei sistemi di training. Si possono raccogliere tanti dati ma se non si hanno le competenze per interpretarli è come avere una Ferrari avendo guidato fino a ieri una 500. Basta rivedere la gara di salto in alto a Bergen. Sioli stra favorito forse ha preso la gara senza mettere la tensione giusta, quando l’ha messa per le misure alte, dov’era l’AI?. Quanto conta il fattore umano? Sicuramente più di AI. Non è dieci ad uno, dobbiamo farcela alleata senza demonizzarla né senza esaltarci troppo.
E per i Mondiali di Tokyo, non c’è nessun pronostico “Mettiamo tanti protagonisti e poi vediamo. Ricordo lo stesso parallelo di Roma-Parigi. Non voglio mettere le mani avanti. Ci sono 206 Paesi, solo adesso stanno cominciando a competere quelli forti. Abbiamo fatto 9 competizioni internazionali, non dobbiamo arrivare spompati. Poi chiaro che Iapichino, Furlani, Fabbri, Stano, Palmisano, Sioli, speriamo Gimbo dovranno essere protagonisti. Ma è un mondo che non aspetta nessuno. Parola d’ordine? Darci dentro“.
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