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La magia dell’11 luglio: quando Bearzot e Mancini portarono l’Italia sul tetto del mondo e dell’Europa

È una di quelle giornate da ricordare, di quelle date che restano impresse nella memoria. L’11 luglio si lega ovviamente con il calcio, con il mondo e con l’Europa, visto che l’Italia in due occasioni differenti è stata capace di arrivare davanti a tutti e far gioire i propri tifosi. 1982, Mondiali di Spagna, 2021, Europei itineranti con finale a Wembley (che dovevano essere disputati un anno prima, ma rimandati a causa del Covid).

Il cammino di 33 anni fa è stato clamoroso ed esaltante. La prima fase è da dimenticare: tre partite, tre pareggi e tre controprestazioni per gli azzurri che superano il turno solo grazie alla differenza reti nei confronti del Camerun. Si parla già di figuraccia, ma non c’è tempo: spazio al secondo mini girone, davvero durissimo contro Argentina e Brasile. Azzurri spalle al muro, ma lì arriva il cambio di scenario: Maradona è annullato da Gentile, gli azzurri vincono 2-1 con reti di Tardelli e Cabrini. La partita con il Brasile entra nella leggenda: Zico, Socrates e Falcao le stelle verdeoro, ma in quella notte brilla solamente quella di Paolo Rossi, autore di una tripletta memorabile che vale il 3-2.

Italia che passa il turno e vola in semifinale, ancora sfida alla Polonia: questa volta non c’è storia, 2-0 netto timbrato ancora Rossi, a segno due volte. Nella finale del Bernabéu con la Germania la tensione alle stelle, nel primo tempo Cabrini sbaglia un rigore, la fortuna sembra aver voltato le spalle all’Italia, ma ci pensa il solito Rossi a stappare la partita. Tardelli ed Altobelli chiudono la pratica: è 3-1, gli azzurri guidati da Bearzot possono gioire.

Non si partiva assolutamente con i favori del pronostico nel 2021, addirittura reduci da una non qualificazione clamorosa ai Mondiali. Europei che per la prima fase vedevano gli azzurri protagonisti davanti al pubblico di casa all’Olimpico. Eccezionale il percorso della squadra guidata da Roberto Mancini: tre vittorie, sette reti siglate e zero subite contro Turchia, Svizzera e Galles. Si va alla fase ad eliminazione diretta.

Con l’Austria il rischio eliminazione è altissimo: ai supplementari Chiesa e Pessina lanciano gli azzurri verso ai quarti. Sfida al talentuoso Belgio: non c’è storia, è dominio azzurro nella prima metà di gara con Barella ed Insigne a segnare, poi è Donnarumma a tenere in mano la partita per la squadra tricolore. Proprio il portierone tricolore risulterà decisivo andando avanti nel torneo. Semifinale con la Spagna: il tiki-taka mette alle corde gli azzurri, Chiesa porta davanti Chiellini e compagni, Morata risponde, poi ai rigori Jorginho chiude la pratica.

La finale di Wembley, contro i padroni di casa dell’Inghilterra, è ancora storia: vantaggio di Shaw dopo soli 2′, pareggio di Bonucci e partita lanciata verso i rigori. Donnarumma ne para due e fa esultare tutto il pubblico del Bel Paese.

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