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Basket, USA di ritorno sul trono dei Mondiali Under 19. Battuta la Germania in finale

Dopo una quasi storica edizione 2023, nella quale gli USA non erano riusciti a vincere il titolo mondiale di categoria, è il team americano a tornare ad aggiudicarsi l’alloro iridato Under 19. A Losanna, in Svizzera, battuta in finale la Germania per un’autentica sfida di generazioni invincibili (i 2006-2007 degli States a livello FIBA non hanno perso nessun incontro nel continente come a livello globale, e lo stesso dicasi per la Germania almeno fino a oggi passando sul fronte continentale). 109-76 il punteggio finale dell’ultimo atto.

Inseriti in un girone con Australia, Francia e Camerun, gli Stati Uniti si sono imposti nei rispettivi incontri per 88-73, 108-77 e 129-70. Negli ottavi travolta 140-67 la Giordania, nei quarti invece il compito più duro, quello con il Canada: 108-102. In semifinale nulla da fare per la Nuova Zelanda, costretta a cedere per 120-64, e in finale quanto già visto nei confronti della Germania.

Proprio i tedeschi si erano resi protagonisti di un grande cammino, battendo Slovenia, Cina e Canada nel girone (75-68, 90-66 e 104-88), quindi 92-83 alla Serbia, 80-67 all’Australia e 84-72 di nuovo alla Slovenia, che poi ha portato a casa il primo e storico podio di categoria sconfiggendo nella finale per il bronzo la Nuova Zelanda per 91-87.

Parecchie le storie di questa rassegna iridata Under 19. Ne scegliamo due rilevanti. La prima è quella della Svizzera, decisamente poco avvezza a risultati di altissimo livello e stavolta, invece, capace di spingersi fino ai quarti di finale dopo aver clamorosamente eliminato, agli ottavi e nel supplementare, la Francia. Poi è arrivato l’ottavo posto, ma conta quel che conta per un movimento che da tempo cerca di andare al di là dei singoli elementi che di tanto in tanto si vedono in Italia, in Europa o finanche in NBA (Capela e Sefolosha i due esempi cardine). La seconda, meno cestistica e più avente a che fare con altro, riguarda proprio il girone elvetico: Israele-Giordania non si è giocata, nel secondo turno del raggruppamento C, perché il team giordano non si è presentato. La Giordania riconosce Israele dal 1994, ma le relazioni sono e restano tuttora estremamente complicate, ancor più con l’attuale quadro geopolitico del Medio Oriente.

Questi i nomi del roster a stelle e strisce allenato da Thomas Lloyd: Koa Peat, JJ Mandaquit, Caleb Holt, AJ Dybantsa, Jasper Johnson, Mikel Brown Jr., Jordan Smith Jr., Tyran Stokes, Brandon McCoy, Morez Johnson Jr., Nikolas Khamenia, Daniel Jacobsen. Di questi, Dybantsa è ampiamente acclamato come il prossimo candidato a essere prima scelta assoluta al draft NBA, quello del 2026, ma ovviamente non è l’unico di questo gruppo a poter essere selezionato nell’anno venturo. Intanto è stato nominato MVP della manifestazione con 14,8 punti, 3,8 rimbalzi e 2,3 assist di media. Con lui nel miglior quintetto anche Christian Anderson (Germania), il già citato Mikel Brown Jr., Zak Smrekar (Slovenia) e Hannes Steinbach (Germania). Il tutto alla presenza di qualcuno che di NBA qualcosa ne sa: Dirk Nowitzki. Nono titolo per gli States: seguono la Spagna con due e Canada, Lituania, Serbia, Australia, Grecia e Jugoslavia (che fu) con uno.

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