Wimbledon 2025, Lorenzo Musetti e una sconfitta non del tutto sorprendente. Ora le Finals da giocarsi sul cemento americano
Nessuno sapeva bene come Lorenzo Musetti sarebbe arrivato a Wimbledon quest’anno. Dopo la semifinale al Roland Garros contro Carlos Alcaraz, e dopo il conseguente infortunio, per il carrarino nessun match giocato sull’erba. Non erano pochi, dunque, a ritenere essenzialmente in serissimo pericolo la difesa dei punti della semifinale di un anno fa, raccolta nella sua miglior estate sui prati.
Si riteneva che non fosse Nikoloz Basilashvili l’uomo adatto per creare i presupposti di qualcosa di differente, anche vista un’estrema variabilità del georgiano nel corso dell’anno che l’ha visto scendere progressivamente in fiducia, alternando passaggi di qualificazioni a primi turni con rare eccezioni. Stavolta, però, in campo non c’era il solito Musetti, ma una versione con fiducia ai minimi termini. Lo stesso toscano, oltretutto, ha aggiunto dettagli importanti: non ci sono stati solo i postumi del suo guaio muscolare a contare, ma anche un virus intestinale. Tant’è che ha lasciato intendere che, anche qualora avesse vinto il terzo set, non è detto che avrebbe portato a casa quarto o quinto.
In breve, i sentori legati a una possibilità di sconfitta di Musetti c’erano, magari non così presto, ma c’erano. Osservando poi la condizione in campo e sapendo poi quel che è stato, appare quasi un mezzo miracolo perfino la sua discesa in campo. C’è comunque da lodare Lorenzo per lo sforzo di volontà, anche se non l’ha portato al successo. Adesso per lui ci sono da capire i piani per tutta la stagione veloce americana. Attualmente è iscritto a Los Cabos e Washington prima dell’accoppiata Toronto-Cincinnati, che è obbligatoria, ma bisogna vedere quali saranno ora le scelte del toscano, di Simone Tartarini e in generale dello staff.
Certo è che questo torneo avrebbe potuto rappresentare, ovviamente in ben altre condizioni, un viatico importante verso le ATP Finals di Torino (e dunque il fatto di avere due italiani nelle stesse, dando per assodata la presenza di Jannik Sinner). Prima dell’inizio dei Championships Musetti era in quinta posizione nella Race. Nel tempio del tennis è improbabile che possa scendere al di là della sesta posizione, contando che Novak Djokovic si prenderà il suo buon bottino di punti. Appare chiaro che sia difficile il sorpasso da parte di chiunque sia dietro: Ruud ha deciso direttamente di saltare il torneo, per Paul c’è un “problemino” chiamato Sinner agli eventuali ottavi, anche de Minaur dovrebbe fare un torneo pazzesco, Rune è già fuori e dietro lui, Mensik e Shelton si va già sotto quota 1800.
Dato che Lorenzo è a 2610, al momento è fondamentalmente salvo da ogni genere di assalti, ma la lotta finirà inevitabilmente per accendersi quando verrà tutta la stagione americana. A Los Cabos, qualora decidesse di partecipare, con lui ci sarà Rublev, uno che può riaccendersi in qualunque momento; a Washington, invece, gli faranno compagnia diversi tra i possibili pretendenti del post-US Open. E conteranno parecchio i risultati dei 1000 al di là dell’Oceano. Con una variabile: stavolta le Olimpiadi non ci sono, e dunque cambieranno inevitabilmente diverse valutazioni.
In casa Italia, ad ogni modo, non c’è solo Musetti da tenere in considerazione. Va rimarcata, infatti, la gran vittoria di Elisabetta Cocciaretto, bravissima ad approfittare di una giornata di spicco sua e meno ispirata dell’americana Jessica Pegula, che veniva dalle superbe performance di Bad Homburg. Una sorpresa di grande respiro, ma che fa capire una volta di più che la marchigiana sull’erba gioca bene, e avrebbe fatto benissimo un anno fa se non ci si fosse messa di mezzo una polmonite. Tutto considerato, ora il terzo turno è una prospettiva possibile, e al di là molto dipende dai propositi di resurrezione di Belinda Bencic. E un meritato bentornata a Lucia Bronzetti: rischia di veder finire il torneo al secondo turno con Mirra Andreeva, ma la riminese poteva e doveva sbloccarsi prima o poi, e lo fa sull’erba. Un 3/3 italiano, quello al femminile, che riporta al 2016 come ultima volta in cui tre azzurre erano arrivate al secondo turno: Roberta Vinci, Francesca Schiavone e Sara Errani.
Per quel che riguarda il resto degli uomini, e fatto salvo uno Jannik Sinner da ordinaria amministrazione contro un Luca Nardi che ha mostrato in una partita i suoi pregi di gioco, che esistono, e i demeriti caratteriali, che di tanto in tanto (a volte neppure solo ogni tanto) passano a fargli compagnia, per Lorenzo Sonego tutto tranquillo quest’oggi, come anche per Flavio Cobolli. E attenzione sia all’uno che all’altro: le loro zone di tabellone si sono fatte estremamente interessanti.