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MotoGP, il ‘vecchio leone’ Marc Marquez depone le ambizioni dei ‘leoncini’ e prosegue la sua Restaurazione

Il double header Mugello-Assen rappresentava una sorta di trappola per Marc Marquez, poiché si trattava di affrontare due circuiti dove in passato aveva dovuto incassare più di una sconfitta. Non a caso, non si imponeva in Toscana dal lontano 2014 e in Olanda dal 2018. Lo spagnolo sapeva bene di infilarsi in un canyon ideale per le imboscate degli avversari.

Un canyon dal quale El Trueno de Cervera è invece uscito rafforzato in maniera poderosa. Ha vinto tutto ciò che poteva essere vinto (entrambe le Sprint e ambedue i Gran Premi), rifilando una sonora batosta morale al compagno di squadra al Mugello e precedendo sempre il fratello cadetto. Dopo l’Aragona, il veterano iberico aveva 32 punti di margine sull’hermano menor e 93 su Francesco Bagnaia. Ora ne ha rispettivamente 68  e 126.

Ha vinto 3 Gran Premi di fila, dinamica che non si verificava dal 2019, dunque da prima del famigerato infortunio di Jerez de la Frontera e delle innumerevoli ricadute dello stesso. Tanto per gradire, Marc ha inanellato un successo dopo l’altro anche nelle Sprint (siamo a 9 su 10 quest’anno). Su 10 weekend, di fatto l’iberico è stato sempre il più forte a eccezione di Silverstone, dove ha sofferto, portando comunque a casa due preziosi piazzamenti.

Il Marquez attuale non è al livello di quello pre-infortunio, il braccio destro porta i segni degli incidenti e delle innumerevoli operazioni subite. È un arto la cui forza, per quanto ridotta rispetto al passato, è comunque sufficiente a sferrare colpi in grado di mandare al tappeto qualsiasi rivale. Bisognerebbe fare una riflessione su quanto vale davvero la generazione di piloti successiva a quella di Marc, ma si entrerebbe nel campo delle speculazioni e del dibattibile.

Il Mugello e Assen hanno certificato come El Trueno de Cervera sia a tutti gli effetti il Campione del Mondo 2025 in pectore. Il gatto è tornato e, per i topi, la musica da ballo è finita. Più di un gatto, qui si parla di un vecchio leone, segnato dalle battaglie, ma di lignaggio più nobile di tutti i leoncini venuti dopo di lui, ora costretti a inchinarsi al Ritorno del Re.

Mondiale finito? Solo l’imprevisto può far cambiare percorso all’orbita dell’Iride. Per imprevisto si intende infortunio traumatico, come accadde a Mick Doohan nel 1992, quando stava dominando la scena prima del rovinoso incidente di Assen, e come rischiò di capitare a Francesco Bagnaia nel 2023, quando scampò solo con qualche brutta botta da una situazione dalle conseguenze potenzialmente drammatiche. Dio non voglia si debba ricordare il 2025 in questo modo e non come l’anno della Restaurazione del Tuono di Cervera.

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