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Darren Cahill: “Sinner non si farà una ragione per il Roland Garros. Ultimo anno con lui? Vedremo”

Darren Cahill ha raccontato cos’è successo negli spogliatoi dopo la sconfitta di Jannik Sinner nella finale del Roland Garros. Il tecnico australiano, allenatore del numero 1 del mondo insieme a Simone Vagnozzi, si è soffermato sugli attimi trascorsi insieme al fuoriclasse altoatesino dopo la cocente delusione dell’atto conclusivo sulla terra rossa di Parigi, dove non ha sfruttato tre match-point consecutivi e ha poi perso contro lo spagnolo Carlos Alcaraz.

Darren Cahill è entrato nei dettagli durante il podcast di Andy Roddick: “Dopo la finale di Parigi Jannik Sinner è rimasto seduto da solo nello spogliatoio per 20 minuti. Ognuno di noi del team si è avvicinato a Jannik e gli ha dato un abbraccio. Gli abbiamo detto che eravamo davvero orgogliosi di lui, del suo impegno. Ma non era il momento giusto per fargli un discorso su cosa possiamo imparare. Ne parleremo più avanti. Bisogna mostrare un po’ di empatia per quello che sta attraversando: tristezza, qualche lacrima… qualche lacrima per tutti, in realtà. Devo dire che quella sera, qualche ora dopo, non se n’era ancora fatto una ragione. E non se la farà mai“.

Il coach australiano ha poi proseguito: “Dopo la finale del Roland Garros ho ancora più rispetto di lui di quanto ne avessi prima. Ha una grande consapevolezza di sé. E penso che per essere un grande campione in qualsiasi sport, devi avere consapevolezza di te stesso. Devi saper affrontare i fallimenti e successi più o meno allo stesso modo. Cerca di imparare da quello che succede, andare avanti e migliorare. E lui fa tutte queste cose. In più, ha un’etica del lavoro incredibile. Ha una straordinaria resilienza, e quella resilienza sarà messa alla prova dopo quella partita a Parigi, nel vedere quanto in fretta riuscirà a voltare pagina. Non importa se vincerà o perderà partite nelle prossime settimane, è più importante come saprà gestire quei momenti, continuando a spingere, a lottare. E lui è disposto a farlo“.

Daren Cahill è tornato anche sui tre mesi di sospensione che Jannik Sinner ha dovuto scontare tra febbraio e maggio: “Trovare compagni di allenamento e organizzare le sessioni nei primi due mesi durante la squalifica è stato complicato, tutto doveva essere approvato dall’Itia. Ci allenavamo nel campo in terra battuta messo a disposizione di uno degli sponsor di Jannik, vicino a Montecarlo, era l’unico campo su cui potevamo allenarci. Ma il tennis, in quel periodo, era quasi in secondo piano. La priorità assoluta era l’allenamento fisico“.

Sinner aveva annunciato che questa sarebbe stata l’ultima stagione insieme a Cahill, ma non sembra più essere così sicuro: “Sarà il mio ultimo anno con Jannik? Vedremo, è un anno lungo. Mi sto divertendo davvero tanto a lavorare con lui. Quindi… mai dire mai. Ormai conosce bene il tipo di messaggio che gli arriva da me. Avere una nuova voce, un nuovo sguardo esterno, potrebbe non essere una cosa negativa per lui. Se succederà o meno, si vedrà. Ma, al momento, quello è ancora il piano. Anche se, ripeto, mi sto godendo questo lavoro con lui“.

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