F1, Johnny Herbert: “Lewis Hamilton è l’ombra di se stesso in Ferrari”
Un connubio che non funziona. Sono tante le critiche che stanno arrivando da Oltremanica relativamente ai risultati di Lewis Hamilton in Ferrari. Nove appuntamenti del Mondiale 2025 di F1 sono andati in archivio e i riscontri del campione nativo di Stevenage non sono stati all’altezza del suo straordinario palmares.
Nei fatti il Re Nero ha saputo trovare soddisfazioni sono nelle Sprint Race che ci sono state in questo campionato: vittoria a Shanghai (Cina) e terzo posto a Miami (USA). Nei fine-settimana “convenzionali”, la chimica con la Rossa non c’è mai stata e si sta consolidando un’idea che questa storia non avrà un lieto fine.
Su questa lunghezza d’onda diversi media britannici e tra gli addetti lavori serpeggia lo stesso scetticismo. Il riferimento è in particolare all’ex pilota di F1, Johnny Herbert: “Sembra proprio che Lewis sia perso. Non so se la sua capacità di essere più veloce degli altri ritornerà. Pensavo che sarebbe stato in grado di adattarsi a un contesto diverso come la Ferrari, ma onestamente pare proprio bloccato“, ha dichiarato.
“Non è la prima volta che vediamo questo in F1. Nigell Mansell vinse il suo titoli in F1 nel 1992, poi andò negli Stati Uniti, tornò nel 1994 e non funzionò per lui. È accaduto anche a Michael Schumacher. Ci sarà sempre una fine nella propria carriera“, ha aggiunto l’ex pilota britannico.
Un altro fattore delle deludenti performance di Hamilton è anche nel poco feeling con il suo ingegnere di gara Riccardo Adami: “Ci sono state un paio di decisioni sbagliate nella strategia della Ferrari e una cattiva comunicazione via radio. Hamilton non ha la sinergia con il suo ingegnere di cui ha bisogno. Non ha trovato la sua zona di comfort. Leclerc continuerà a crescere ed l’uomo di riferimento della Ferrari. Cosa che non Lewis non è“, ha concluso Herbert.