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Luciano Spalletti: “La Norvegia vorrà fare la partita, avremo spazi importanti per le ripartenze”

Essere quasi spalle al muro ancor prima di cominciare. È una situazione abbastanza anomala e sicuramente molto scomoda quella che sta vivendo la Nazionale italiana di calcio in vista del match d’esordio nelle qualificazioni per i Mondiali 2026. Gli Azzurri si giocano infatti stasera a Oslo uno scontro diretto fondamentale per il primato del gruppo I con la Norvegia, che ha già disputato due partite vincendole entrambe in trasferta con ampio scarto. In caso di sconfitta, l’Italia sprofonderebbe a -9 dagli scandinavi (con due match in meno) rendendo molto più difficile l’obiettivo di arrivare prima nel raggruppamento e ottenere il pass iridato senza passare dai playoff.

Non c’è mai defezione nell’essere l’allenatore della Nazionale, perché hai a che fare con tanti calciatori. Il problema attuale è che alcuni avevano già finito di allenarsi. Ci siamo stati attenti, provando a sopperire prendendo calciatori che avevano continuità negli allenamenti, tipo Rugani che si stava allenando con la Juventus per il Mondiale per club“, le dichiarazioni alla vigilia di Luciano Spalletti (fonte: Vivo Azzurro TV) sull’emergenza infortuni in difesa.

Non siamo andati a prendere gente in vacanza. Ranieri era qui e si è allenato, era a casa, era uno di quelli che avevamo allertato. Buongiorno lo abbiamo avuto un giorno solo; Gatti ha bisogno di qualche giorno per essere allenato da un punto di vista organico; di Gabbia e Kean ci è dispiaciuto che si siano fatti male, ci volevano essere. Gabbia era tritato dal punto di vista del morale, aveva un’occasione bellissima“, spiega il CT azzurro sui cambiamenti dei giorni scorsi.

Sulle prospettive verso il big match odierno a Oslo: “I calciatori si sono allenati bene, hanno fatto vedere di essere votati a giocare questa partita qui. La forza mentale è rilevante sui comportamenti: andare fiduciosi a giocarsela è un buon inizio. Mi aspetto una Norvegia che vorrà fare la partita, che verrà ad attaccarci, che è poi quello che preferiamo perché ci sono spazi. Se poi non siamo bravi a far girare la palla è un conto, ma se si riesce a uscire da quelle situazioni rimangono spazi importanti per le ripartenze“.

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