L’analisi di Savoldelli: “Ad Ayuso manca un po’ di umiltà, Pellizzari ha fatto capire quanto è forte”
Tempo di bilanci e di analisi nel corso dell’ultima puntata di Bike Today, in onda sul canale Youtube di OA Sport. Paolo Savoldelli, ex corridore di grande rilievo, si è pronunciato sui tanti temi che ha lasciato il Giro d’Italia 2025, vinto dal britannico Simon Yates (Team Visma | Lease a Bike) a precedere il messicano Isaac Del Toro (UAE Team Emirates – XRG) di 3’56” e l’ecuadoriano Richard Carapaz (EF Education – EasyPost) a 4’43”.
“Il percorso non era bellissimo, ma il Giro d’Italia è diventato bello perché i protagonisti sono stati capaci di renderlo interessante. Non c’è stato nessuno che fosse nettamente superiore e poi abbiamo visto tutti quello che è successo alla fine“, le prime parole si Savoldelli.
“Alla fine Yates aveva 1’20” prima della tappa del Colle delle Finestre. Quindi non era uno da dimenticare. Invece, l’errore che hanno fatto Carapaz e Del Toro è stato un po’ quello di sottovalutarlo. Loro si sono “uccisi” nella prima parte di salita per provare a staccarsi. E Yates ne ha approfittato successivamente perché poi è successo di tutto“, ha dichiarato l’ex ciclista lombardo.
Tra i delusi di questo Giro c’è stato lo spagnolo Juan Ayuso (UAE Team Emirates – XRG): “Credo che sarà uno dei protagonisti in futuro. Ha già vinto la Tirreno-Adriatico e altre gare. Non ha ancora dimostrato in una grande corsa a tappe le sue qualità, ma la sua squadra ci crede. Giannetti ha dichiarato che dopo la caduta e i punti sul ginocchio non è stato più lui. E alla fine ci si è messo anche un calabrone e si è ritirato. Loro tra l’altro l’hanno sostenuto come capitano anche quando Del Toro era in Rosa. Poi hanno dovuto cambiare direzione. Ayuso ha un grande talento, ma secondo me gli manca un po’ di umiltà perché si sente già il capitano che deve vincere, perché è un predestinato. Ma non l’ha dimostrato e non mi è piaciuto per come si è comportato“.
Focus su Del Toro e su Carapaz: “Il messicano in questo Giro è stato gestito per lo più dalla squadra, ma poi dovrà imparare a farlo da solo. Ad esempio Carapaz, quando ha attaccato così forte, avrebbe potuto anche decidere di lasciarlo lì e salire col proprio passo. Ma alla fine quello lo può comprendere il corridore, non il direttore sportivo. Quando avrà maggior esperienza, allora potrà affrontare certe situazioni. Al Giro il banco l’ha fatto saltare Carapaz e a un certo punto ha “deciso” che dovesse vincere Yates perché non era assolutamente intenzionato ad aiutare Del Toro“.
Allargando ai corridori italiani: “Tiberi è un corridore che avrebbe potuto centrare il podio, poi la caduta non gliel’ha permesso. Lo potrà dimostrare in futuro. Pellizzari, calcolando che ha speso un sacco di energie per aiutare Roglic, ha fatto vedere qualità e nella squadra si sono resi conto di quanto sia forte. Mi aspetto che l’anno prossimo venga al Giro con ambizioni. Se le cose andranno bene e crescerà, potrebbe ambire al podio e anche a qualcosa di più. Tiberi poi ha dimostrato carattere perché, pur non stando benissimo, è uscito dalla classifica, ha cercato posteriormente di entrare in delle fughe. Ci ha provato“.
Si è parlato anche di Lorenzo Fortunato, che ha conquistato la maglia di leader del GPM: “Era sempre in fuga e ha fatto vedere una grande gamba. Alla fine, le fughe andavano via al Giro di forza, non perché il gruppo andasse piano e non spingesse. A mio parere poteva vincere un paio di tappe, scegliendo le giornate giuste“.
In conclusione, sul prossimo Tour de France: “Sperando che non ci siano cadute e altro, ci sarà il duello tra Pogacar e Vingegaard. La squadra del danese ha vinto la Corsa Rosa con Yates e arriva al Tour con grande tranquillità. Ma sono tranquilli anche in UAE perché Pogacar ha vinto di tutto e di più in questo inizio di stagione. Sono due squadre molto forti, dovranno gestire la corsa. Vingegaard per me è già un po’ in calo, cioè un margine di miglioramento non ne ha più. Lui ha avuto parecchie cadute e vedremo quale sarà la sua condizione al Delfinato, visto che lo faranno entrambi. Non penso che si nasconderanno. Pogacar è migliorato tantissimo l’anno scorso ed è stato capace di evolversi fisicamente. I frutti si stanno raccogliendo“.