Notizie

Roland Garros 2025: Jannik Sinner, c’è Bublik verso la semifinale. Errani/Vavassori in cerca della finale

Ancora una giornata piuttosto lunga al Roland Garros 2025, la seconda dedicata ai quarti di finale. Si completa il quadro tanto tra gli uomini quanto tra le donne, ma ci saranno anche degli appuntamenti in tema di doppio, un lato importante da ricordare per via della persistente presenza di una fetta d’Italia. Ma andiamo con calma.

Innanzitutto, Jannik Sinner. Il numero 1 del mondo, che è rimasto uno dei due a non aver ancora perso un set nel corso del torneo, è atteso alla sfida con il kazako Alexander Bublik, per quello che è un confronto al tempo stesso inatteso e ricco di fascino. Se la presenza a questo punto del torneo del leader del ranking ATP era prevista, non si può dire lo stesso del ventisettenne che, nato a Gatchina, in Russia, rappresenta ormai il Kazakistan dal 2016. Di tutte le cavalcate, quella di Bublik è risultata la più “impossibile”: prima i due set rimontati all’australiano Alex de Minaur, poi lo show sul Court Suzanne Lenglen contro Jack Draper cui il britannico ha solo potuto assistere senza farci granché. Tutto questo fa capire come ci si trovi di fronte alla sua miglior versione di sempre, che però va a scontrarsi contro qualcuno che a disinnescarlo ci ha già pensato in più occasioni. E l’ha fatto anche nel primo incontro, quello in cui si passò da un Bublik spaziale a un Sinner stoico, a Dubai nel 2021: fu rimonta e fu vittoria, poche settimane prima del celebre “You are not human” di Miami con gli annessi e connessi ormai celebri. L’unica vittoria di Bublik è giunta per ritiro, ma se è vero che i picchi del kazako sono altissimi, è altrettanto vero che Jannik ha registrato il proprio ritmo, come i suoi avversari hanno compreso. Resta inteso che non sarà semplice, ma se c’è una qualità che Sinner ha è quella di togliere sia lo spazio che il tempo di manovra. Com’è come non è, c’è la possibilità di avere due italiani in semifinale a Parigi: per adesso l’unica volta è datata 1960, con Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola. E il primo si portò a casa tutto.

In serata l’altro quarto di finale della parte alta, quello con i nomi che più di tutti generano le fantasie del pubblico, almeno potenzialmente. Da una parte Alexander Zverev, che dopo Sinner è colui che (complice anche il ritiro di Griekspoor negli ottavi) ha speso il minor tempo in campo: 7 ore e 46 Jannik, 8 ore e 12 il tedesco. Dall’altra Novak Djokovic, con tutto il suo carico di storia che si porta dietro, i 100 match vinti a Parigi e un’aura che gli permette ancora di incidere a diversi livelli. Il bilancio è 8-5 a favore del serbo, ma l’ultima volta è finita con il suo ritiro agli Australian Open in semifinale dopo un set. Appena due, molto lontani, i confronti sul rosso: finale di Roma 2017 (il primo grande successo di Zverev) e quarti al Roland Garros 2019 (tre set secchi per Djokovic). Si incrociano tanti motivi: le croniche difficoltà del nativo di Amburgo contro i big nei grandi tornei, il dilemma del 24 volte campione Slam dopo quattro turni tra i più facili che abbia mai affrontato nei tornei maggiori, il che porta a chiedersi come sarà la situazione a livello innalzato. Vero è che Djokovic è in serie positiva da nove partite, mentre, Monaco di Baviera a parte, finora Zverev aveva fatto tanta fatica. Più che tecnici, in breve, i fattori sono per buona misura mentali.

Spazio anche ai quarti femminili, che ancora una volta sono assurdamente relegati al ruolo di primi due match (ed entrambi sono durati più di Alcaraz-Paul ieri, in barba alle teorie per cui i due set su tre non valgono il biglietto della sessione serale a match unico: esiste anche un altro metro di paragone). Si parte con il derby tutto USA tra Madison Keys e Coco Gauff, l’ultima vincitrice Slam a stelle e strisce contro colei che è certa di mantenere la seconda posizione nel ranking WTA. Sarebbe favorita la più giovane e quotata delle due, ma bisogna fare attenzione a un particolare: Keys nel 2018 e 2019 in semifinale e nei quarti a Parigi ci è arrivata, non sorprende vederla da queste parti. Oltretutto, tolta la connazionale Sofia Kenin, finora ha dato mostra di un ottimo tennis contro avversarie che potevano creare dei problemi (Baptiste di queste settimane, Boulter). Certo, anche Gauff che batte Bouzkova e Alexandrova in serie è da rimarcare. E allora si può certamente dare a questa sfida a stelle e strisce il beneficio dell’essere guardata.

Subito dopo, l’ultima francese in gara, la più insperata, quella che la copertina dell’Equipe se l’è guadagnata a suon di storia e sorpresa attimo dopo attimo. Stavolta, però, per Loïs Boisson sembra davvero insormontabile l’ostacolo rappresentato dalla russa Mirra Andreeva, che vuole andare oltre quella semifinale raccolta nel 2024. Forse la vera arma che può aiutare la transalpina, in questa fattispecie, è la prima, che può utilizzare per aprirsi il campo, ma le servirà davvero tantissima costanza in questo. E forse non basterà, perché Andreeva può tirare fuori parecchi conigli dal cilindro. Comunque vada a finire, siamo di fronte all’unica in tutto il tabellone che ha davvero scardinato l’ordine costituito del tennis femminile così com’è allo stato attuale delle cose.

Spazio anche al doppio misto, perché c’è un pezzo d’Italia che può già raggiungere la finale. Sara Errani e Andrea Vavassori ci provano contro l’altra coppia più quotata di questa parte del tabellone, quella composta dalla cinese Shuai Zhang e dal salvadoregno Marcelo Arevalo, con l’una a caccia della prima finale di specialità e l’altro della seconda. I due azzurri certificano una volta di più il successo del sodalizio nato con Wimbledon, pensato per le Olimpiadi e trasformatosi nei successi di US Open e Indian Wells. In caso di successo, Vavassori diventerebbe il secondo italiano a giocare una finale dopo Nicola Pietrangeli (che la vinse nel 1958 assieme alla britannica Shirley Bloomer Brasher), mentre per Errani sarebbe un sapore di prima volta tra le donne tricolori a farcela. E stabilirebbe anche un primato particolare: almeno una finale in tutti e tre gli eventi almeno una volta. Ultima a riuscirci in quota internazionale: Martina Hingis, che ha completato la serie nel 2016.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record

Read on Sportsweek.org:

Met: Argento e record italiano di Simone Ciulli
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Met: Argento e record italiano di Simone Ciulli
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record
Oasport: Nuoto paralimpico: Super-Italia a Berlino! Morlacchi, medaglie e record

Altri sport

Sponsored