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Gaia Monfardini: “Possiamo riportare l’Italia agli antichi fasti. Mia mamma ancora oggi un esempio”

Gaia Monfardini si è spinta fino ai sedicesimi del singolare femminile ai recenti Mondiali individuali di Doha: la 24enne azzurra, figlia d’arte, ha confidato ad OA Sport le emozioni vissute nel torneo iridato di Doha ed ha tracciato la strada che porta a Los Angeles 2028.

Hai disputato un Mondiale da sogno, battendo avversarie fortissime, dando filo da torcere alla numero 9 e chiudendo tra le prime 32: te lo aspettavi?
Sicuramente non me l’aspettavo, perché non guardavo troppo al futuro e procedevo passo passo, partita dopo partita. Ad esempio, non guardavo con chi potevo giocare nella partita successiva se vincevo, perché mi piace e mi trovo bene nel rimanere concentrata su una sola sfida“.

Possiamo considerare il risultato del Mondiale un nuovo inizio per la tua carriera?
Non lo immagino come un nuovo inizio, ma come un update o la conferma del livello al quale sono arrivata ed a cui posso giocare, anche perché due anni fa ho fatto lo stesso risultato ai Mondiali di Durban, arrivando nelle prime 32 e battendo Paulina Vega e Sabine Winter. La differenza è che questa volta ho incontrato la numero 1 di Hong Kong e la numero 1 sudcoreana, e sono riuscita a giocarmela alla pari“.

Hai raggiunto la piena maturazione a 24 anni. Quanto è stato difficile emergere?
Ho ancora un po’ da maturare secondo me, nel gioco e nella testa. Vorrei trovare continuità e consistenza, questa sarà la sfida più grande, e quando ce l’avrò fatta vorrà dire che sarò maturata“.

Quanto è d’ispirazione tua madre, che ha fatto la storia del tennistavolo italiano?
Mia madre è fonte d’ispirazione da quando avevo 5 anni, lei ha fatto cose storiche e assurde, alle quali stento a credere. Quando la vedevo mi dava davvero un’emozione molto profonda, lei mi ha insegnato che posso essere in grado di emulare ciò che è riuscita a fare, e di arrivare a quel livello. La cosa più impressionante è che ancora adesso lei, a 50 anni, mi fa vedere in ogni partita come la affronta un’atleta. Quest’anno abbiamo anche giocato nella stessa squadra in Spagna, a Tramuntana Figueres, nella Superliga“.

Pensi che l’Italia possa tornare ai fasti di inizio anni 2000, quando era tra le potenze in Europa?
Sì, penso che possiamo farcela. Le mie compagne ed io lavoriamo sicuramente verso quell’obiettivo. Le ho viste giocare delle partite e lasciare tutti a bocca aperta. Non siamo più da un po’ delle sconosciute“.

Se ti dico Los Angeles 2028, cosa mi rispondi?
Los Angeles è il mio sogno, quindi non c’è niente da dire, solo lavorare per arrivare a quell’obiettivo e farlo avverare“.

Ci racconteresti i tuoi allenamenti? C’è un punto dove secondo te dovresti migliorare più che in altri?
Con questo torneo i miei allenatori ed io abbiamo visto molto chiaramente dove siamo migliorati e dove ci sono delle lacune. Il primo che mi viene in mente è il mio dritto, quindi modelleremo allenamenti ed esercizi per mettere un focus su questo aspetto, non dimenticando però i miei punti forti, e rinforzandoli ancora di più“.

Hai altri obiettivi per questa stagione?
Fino alla fine di quest’anno ci sono tre Grand Smash ed altri tornei WTT. Il mio obiettivo personale è di giocarli con un livello che sia il migliore possibile, senza troppi alti e bassi“.

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