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Carlos Alcaraz: “Ho dovuto calmare i miei pensieri nel quarto set. Di sera come sull’erba”

Nella notte di Parigi, tocca a Carlos Alcaraz esprimersi dopo una sfida molto più complicata di quello che si prevedeva. Contro un Damir Dzumhur ormai sempre più redivivo, il murciano è stato di nuovo costretto al quarto set: 6-1 6-3 4-6 6-4 a suo favore in oltre tre ore, dove il bosniaco ha fatto tutto il possibile per allungare al quinto set la sfida di terzo turno del Court Philippe Chatrier.

La prima analisi, in sala stampa, è su quanto successo in campo: “Ci sono sempre dei problemi. Giocare a un alto livello per due ore, due ore e mezza è il difficile, ci sono momenti di calo. Ho avuto alcuni dubbi a livello fisico o tennistico, e lui li ha sfruttati. Bisogna dargli credito. Nel terzo set non sapevo cosa fare, non vedevo alcuno spazio. Nel quarto, sotto di un break, ho dovuto calmare i miei pensieri e pensare di più a quello che dovevo fare. Alla fine ho preso le opportunità che lui mi ha lasciato“.

Alcaraz riconosce, comunque, che avere problemi nei turni iniziali non sempre è un male: “Vivere questo tipo di situazioni in questi turni e poter andare avanti aiuta per sapere le cose che devo migliorare e poterle mettere chiaramente a fuoco. Farcela in questo tipo di momenti ti porta molte cose positive verso il prossimo match, cose che non devono succedere. Ho percepito che lui era in un momento splendido e non trovavo il modo di contrastarlo. Pensavo che fossimo molto vicini ad andare al quinto set. In partita, se ti passa la sconfitta per la testa, hai già perso

Sul tifo, inevitabile elemento soprattutto in Francia: “Non ho nessun problema fisico, semmai c’è stato un calo che mi è costato recuperare, ma alla fine è quel che è. Penso che la sessione notturna possa essere più fastidiosa. Damir ha approfittato del sostegno del pubblico, la gente tifa sempre lo sfavorito. Non do a questo molta importanza, può essere che Damir abbia giocato un buon tennis come conseguenza del sostegno“.

E sul campo: “Ha molta poca terra. Nella sessione notturna le palle diventano più grandi ed è più complesso muoverle. Sembrava di giocare sull’erba per il modo in cui la palla scivolava, rimbalzava pochissimo“.

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