Si inerpica il tabellone di Jasmine Paolini al Roland Garros. Subito Svitolina, poi lo spettro Swiatek all’orizzonte
Si può probabilmente dire che il vero Roland Garros di Jasmine Paolini inizi ora, con gli ottavi di finale di scena domani. Per la toscana tre turni dal sapore diverso, quelli iniziali: il grande spavento corso contro la cinese Yue Yuan nella sera del Court Suzanne Lenglen, una mattina in cui è bastato controllare, sul Court Philippe Chatrier, le ambizioni dell’australiana Ajla Tomljanovic e un pomeriggio, sempre sul centrale, ma col sole dentro, in cui l’ucraina Yuliia Starodubtseva è stata sconfitta senza grandi problemi potendosi far bastare una giornata senza squilli di tromba.
Adesso, però, viene il momento meno facile. Si può dire senza ombra di dubbio che la parte alta del tabellone, quella della quale fa parte la toscana, sia di una forza enorme, che rimanda a tempi in cui l’incertezza al livello più alto poteva regnare sovrana nel senso positivo della cosa. La numero 4 del mondo, in particolare, ritroverà Elina Svitolina dopo gli Australian Open, torneo nel quale l’ucraina aveva sconfitto al terzo turno l’italiana in tre set ed energie sempre più al lumicino per colei che si è poi resa protagonista di un’ottima stagione tra Miami, Stoccarda e, soprattutto, Roma.
Sul rosso, oggi come oggi, non si può non dare Jasmine per favorita, ma è chiaro che se c’è un’avversaria complicata nell’immediato, quella è Svitolina, che è riuscita a sfuggire all’eventualità di dover giocare un pericoloso terzo set con l’americana Bernarda Pera. Per quanto mostrato fino ad ora in stagione, l’ex due volte vincitrice di Roma si è più che meritata il ritorno al numero 14 del ranking mondiale. Ottimo il suo andamento sul rosso quest’anno, con la vittoria al 250 di Rouen e, poi, la semifinale a Madrid e i quarti a Roma. Rimane però il fatto che, per Svitolina, una Paolini versione Roland Garros ancora non c’è stata all’orizzonte, e questo potrebbe essere il secondo test più duro dopo Sabalenka in semifinale nella capitale spagnola per lei. Come si diceva, l’azzurra ha dei favori del pronostico pur dovendo porre particolare attenzione a una giocatrice che ha tutta l’intenzione di voler dimostrare ancora qualcosa. O più di qualcosa.
Ma, come si diceva, questa parte alta è qualcosa che non si vedeva da tanto tempo. Ne è chiara dimostrazione il confronto che riguarda più da vicino Paolini-Svitolina: Elena Rybakina contro Iga Swiatek. La polacca può tirare un certo sospiro di sollievo, perché se l’avversaria fosse stata la lettone Jelena Ostapenko ci sarebbe stato da affrontare anche lo 0-6 contro di lei, con tutte le conseguenze del caso a tutti i livelli. L’ex numero 1, però, in conferenza stampa (e con un certo savoir faire in tema di far sorridere) ha detto chiaramente che tra Ostapenko e Rybakina di differenze reali non ce ne sono. Ha ragione: le uniche due volte in cui ha affrontato la kazaka sul rosso ha perso, sebbene in circostanze particolari (una per ritiro e l’altra a Stoccarda, che è indoor). Più in generale, spesso si tratta di incontri combattuti e i precedenti sono 4-4. Certo, rimane un fatto: in molti vogliono la rivincita della finale di un anno fa ai quarti di finale. Paolini-Swiatek, a quel punto, avrebbe uno slot importante nella programmazione dello Chatrier.
Più in alto nel tabellone, cioè nel lato di semifinale di Paolini, altre questioni che definire particolari è pure poco. Aryna Sabalenka contro Amanda Anisimova: solo a un occhio superficiale la bielorussa può apparire nettamente favorita contro l’americana. I dati dicono qualcosa di diverso: 2-5 nei precedenti, 1-3 sul rosso. E sebbene tutte le sfide sul mattone tritato siano precedenti al 2022, questo conta, e conterà eccome anche nella testa delle due, così come conta che Anisimova in semifinale a Parigi ci è già stata. Tutte queste cose la numero 1 del mondo le sa e ricorda molto bene, e sa anche che nel frattempo nel tennis le cose sono molto cambiate. Semmai, anche lei ha qualcosa di cui potenzialmente avere paura: Qinwen Zheng. E non potrebbe essere altrimenti: la cinese proprio al Roland Garros ha vinto l’oro olimpico in singolare ed è una delle pochissime con cui, facendo a bordate da fondocampo, non può dirsi favorita in maniera fissa. Certo, anche Zheng ha un problema: non affronta da due anni la russa Liudmila Samsonova, ma è indietro 2-3 nei precedenti. Una parte di tabellone, insomma, aperta a qualsiasi risultato e nettamente più interessante, ad oggi, di quella bassa governata da Coco Gauff e Jessica Pegula.