Roland Garros 2025, i favoriti. Sinner sfida Alcaraz, anche Musetti nel lotto dei primi 5?
Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, per forza di cose e senza girarci troppo intorno, sono i favoriti numeri uno praticamente insieme e senza possibilità di discussione per il Roland Garros 2025. Quasi superfluo rimarcare il perché: lo status dell’uno, le performance dell’altro.
Sinner, numero 1 al mondo anche dopo la sospensione e rientrato in campo a Roma, ha dimostrato di aver molto rapidamente ripreso un ritmo da primo della classe. Gli è servito poco per togliersi le ruggini di uno stop lungo tre mesi abbondanti. Una finale al Foro Italico non era forse nei pronostici di tutti, ma lui l’ha raggiunta, dando ulteriore prova della propria forza e fermandosi solo di fronte ad Alcaraz e al fatto che, per battere anche lui, c’è ancora qualche piccolo dettaglio da risistemare. Come quello legato alla risposta, che è un elemento ancora non completamente a fuoco come lo era prima dello stop. Si tratta sostanzialmente della parte del gioco che torna un po’ più lentamente delle altre, ma è facile pensare che molto presto si rivedrà anche quella qualità di Jannik, tra le più importanti nella scalata verso il numero 1 del mondo completata ormai un anno fa.
Alcaraz, che è ora numero 2 del mondo, è certo di poter affrontare il suo rivale italiano solo in finale. Il rendimento nei tornei disputati gli ha finora dato ragione: vittorie a Montecarlo e a Roma, finale a Barcellona, e adesso il tentativo di ripetersi in Francia. Qui avrà sempre un po’ più di tempo per entrare e uscire dalla partita come spesso gli accade, se non altro per i tre set su cinque: la caccia è a un bis che lo renda in grado di continuare quella che è stata l’onda lunghissima, durata 17 anni, di Nadal. Sulla terra resta il giocatore da tenere in maggior considerazione, e al Roland Garros anche per un altro motivo: soprattutto il Court Philippe Chatrier ha le caratteristiche perfette per esaltarlo. Soprattutto in tema di larghezza, visti i recuperi che gli sono noti. Più in generale, di norma sfavorito di sicuro non parte.
Dietro i due big c’è tanto da tenere in considerazione. Ci sarebbe Alexander Zverev, ma il tedesco ultimamente, a parte Monaco di Baviera, ha collezionato più rovesci (non i colpi) che altro nei tornei di maggiore peso. Ci sarebbe Novak Djokovic, ma il serbo è più oggetto del mistero che mai dopo l’annata a fasi più alterne che mai (e nulle sul rosso). Ci sarebbe anche Jack Draper, e attenzione perché il britannico tra Madrid e Roma ha perso solo da Ruud e Alcaraz. E ci sarebbe soprattutto proprio Casper Ruud, che è (al di là del 6-0 6-1 subito da Sinner a Roma) una delle due alternative principali sul rosso all’accoppiata che tutti aspettano per la prima finale Slam uno contro l’altro. Oltre al norvegese, però, di giocatore da tenere totalmente d’occhio ce n’è un altro.
Si tratta di colui che è riuscito a mettere a segno il tris di tornei rossi di spicco, i 1000 fondamentalmente, con almeno una semifinale all’attivo. Lorenzo Musetti non è più qui per cercare di evitare semplicemente brutti sorteggi: lui è qui per andare molto avanti, per fare sul rosso ciò che ha già fatto a Wimbledon un anno fa. Cioè tentare prima di tutto l’ingresso nei quarti di finale e poi andarsi a cercare qualcosa di più. La forma è di quelle ottime, anche il fattore resistenza sembra diventato di maggior peso nel suo tennis, e questo senza contare quello che proprio il suo gioco offre, cioè di tutto. A Parigi, per lui, è giunta l’ora non solo di partite epiche: è giunto anche il momento di fare il classico passo in più, quello che lo trascina ulteriormente nel novero dei big.