Diego Pettorossi: “Aspettative alte per l’atletica italiana. Lavoro per la finale olimpica dei 200 metri”
Nella nuova puntata di Sprint Zone, condotta da Ferdinando Savarese sul canale Youtube di OA Sport, ospite d’eccezione è stato Diego Pettorossi, velocista emiliano classe 1996 con una storia molto particolare. Nonostante un eccellente 2024, condito dal primato personale di 20”45 nei 200 metri e dalla partecipazione agli Europei di Roma e alle Olimpiadi di Parigi, l’azzurro non fa parte di alcun gruppo sportivo militare e continua ad allenarsi senza stipendio da professionista.
In possesso di una laurea magistrale conseguita negli Stati Uniti con specializzazione nell’analisi dei dati, ha fatto ritorno in Italia, trovando un impiego stabile e sposandosi, non abbandonando mai l’attività in pista. In un contesto in cui l’atletica italiana è in fermento grazie ai giovani, Pettorossi può essere considerato un elemento di discontinuità e vuole giocarsi le proprie chance.
“Ho trascorso un inverno un po’ travagliato. Prima un’intossicazione alimentare mi ha fortemente debilitato e comunque ho corso ad Ancona e fatto 21″03 sui 200 indoor. Mi aspettavo di fare il mio personale. Come se non bastasse dopo ho avuto anche un’influenza, con più giorni a 40 di febbre. Una volta guarito, mi sono spostato il 18 di gennaio e ho fatto il primo check dal nutrizionista. Avevo il ferro quasi a zero e quindi ero in anemia. Ho provato a fare le gare posteriormente, ma ho faticato. Ho fatto il personale nei 60 metri, ma ero proprio a terra“, ha raccontato l’azzurro.
Pettorossi, anche per questi problemi, non è stato inserito nel secondo raduno per la staffetta 4×100: “È una scelta tecnica che rispetto, il livello è alto e auguro a chi c’è il meglio. Io mi sento bene ora, i tempi in allenamento sono buoni. Come l’anno scorso gareggerò il 1° maggio a Modena, sul campo di casa, nei 150 metri. Dopodiché ci saranno i Campionati di società e il 23 maggio andrò a Cipro per il mio primo 200 della stagione, un esordio per me. Correrò coi colori Adidas e la cosa mi rende orgoglioso“, ha sottolineato il nostro portacolori.
Analizzando la sua situazione, in rapporto al momento vissuto dall’atletica italiana: “Ci sono tanti ragazzi di notevole valore. Il livello è molto alto, giusto che abbiano più prospettive rispetto a me. Io ho trovato il mio equilibrio, come atleta e uomo. Sinceramente, non cambio niente di quello che ho. Ho tante cose nella mia vita privata. Faccio atletica come fosse una sfida con me stesso. Ora che sono in Italia, allenato da Leonardo Righi, mi piacerebbe togliermi soddisfazioni e come obiettivo principale ho quello di andare a Los Angeles 2028 e raggiungere la finale dei 200 metri. In questa stagione vorrei realizzare il personale“.
E sulla sua storia: “Nel 2019 mi sono trasferito negli Stati Uniti, in Texas, e lì ho fatto prima un Master in economia aziendale e poi sono passato all’analisi dei dati (2° livello). Ho lavorato per varie azienda in USA e in Italia. Il mio prossimo passo sarà quello di unire la passione per l’atletica e l’analisi dei dati. C’è un progetto che sto sviluppando, ovvero creare un’app negli allenamenti. Una sorta di agenda in cui mettere in collegamento atleta e allenatore, interrogabile da entrambe le parti. Ci sto lavorando nei miei ritagli di tempo“.