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Tennis, Marco Panichi: “Sinner non riusciva più a stare senza competizioni. Abbiamo sfruttato questo stop”

Tre mesi di stop forzato non sono semplici per nessuno, figuriamoci per il numero 1 del tennis mondiale, fermato subito dopo la conquista del suo secondo Australian Open per il cosiddetto “caso Clostebol”. Stiamo parlando, ovviamente, di Jannik Sinner che, suo malgrado, ha dovuto pazientare ai box con l’aggravante di essere innocente in una questione che lo ha segnato in maniera evidente. Fuori e dentro il campo. Proprio per questo motivo le settimane di squalifica sono state gestite in maniera accurata.

La conferma arriva direttamente da Marco Panichi, preparatore atletico dell’altoatesino che fa il punto della situazione in vista del ritorno in campo del nativo di San Candido. Un ritorno in campo quanto mai atteso e sentito, soprattutto pensando a dove avverrà: “Ri-esordire proprio a Roma per un romano come me davvero non c’è posto migliore per tornare in campo. Siamo molto contenti, molto felici, non ce la facevamo più a stare senza competizioni. Jannik non ce la faceva più ad allenarsi e basta per cui ora vediamo cosa succede. Siamo curiosi”. (Fonte: Sky Sport).

Da un lato, quindi, la voglia clamorosa di tornare all’azione per il numero 1 del mondo. Dall’altro, però, una gestione dal punto di vista fisico davvero complicata. Rimettere in moto una “macchina perfetta” che si era appena lanciata al massimo potenziale (come dimostrato con la vittoria-bis di Melbourne) ha sicuramente rappresentato uno sforzo notevole per Jannik Sinner e il suo staff. Ma, come conferma Marco Panichi, questa squalifica può anche aver rappresentato una occasione da sfruttare.

Per un calendario così ingolfato come quello del tennis, tre mesi di tempo per lavorare “a secco”, possono dare uno sprint maggiore all’altoatesino, puntando magari ad una stagione tutta al massimo potenziale, da Roma fino alle Finals di Torino, passando per Roland Garros, Wimbledon e US Open. ” Lo stop come ben sappiamo non è stato voluto – sorride – però abbiamo sfruttato al massimo questo periodo che, solitamente, non capita mai. Di solito in un anno abbiamo a disposizione 3-4 settimane alla fine dell’anno. Abbiamo fatto una programmazione un po’ più da atletica leggera, più a lungo termine”. 

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