Calcio: è morto Jair, incantò gli Anni ’60
Il calcio piange la scomparsa di Jair da Costa, noto semplicemente come Jair. Malato da tempo, se n’è andato a Osasco all’età di 84 anni. Ed è una parabola particolare, la sua, quella di un uomo che era forte, fortissimo, ma non ebbe mai dal Brasile quello che avrebbe potuto dare in epoche diverse.
Questo perché, nei suoi anni d’oro, nel suo stesso ruolo, ala destra, c’era un altro grande interprete: Garrincha, una figura con una storia non solo calcistica tutta da ricordare. Fu anche per questo che di Mondiale ne vinse un solo, quello del 1962, in cui non giocò mai nel suo Brasile. Anzi, giocò in assoluto un unico incontro, quello in amichevole con il Galles.
Nato a Santo André il 9 luglio 1940, di fatto Jair è sempre stato uno di Osasco, dove è cresciuto e dove, alla fine, ha terminato i suoi giorni. Era veloce, così veloce che in Italia fu inevitabile chiamarlo la Freccia nera. Dopo un periodo alla Portuguesa, in patria, furono Milan e Inter a contenderselo. Furono i nerazzurri a portarselo a casa, non per una, ma per 10 stagioni, durante le quali vinse quattro scudetti, due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali. Particolarmente importante fu la seconda Coppa dei Campioni, quella del 1965, in cui fu suo il gol decisivo.
In quei 10 anni ebbe anche una parentesi alla Roma, nella stagione 1967-1968; tornò poi in Brasile nel 1972, al Santos, dove poté essere accanto a Pelé per un paio di stagioni, prima di chiudere in Canada, ai Windsor Star. In nerazzurro tra i suoi ammiratori aveva Adriano Celentano, e a ricordarlo ulteriormente alle generazioni future ci ha pensato una celebre scena di Tre uomini e una gamba. Certo, lui di gambe ne aveva due. E parecchio rapide.