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Joao Bussotti: “Prendere un paio di schiaffi in gare all’estero fa bene. Nel mio futuro c’è la strada”

Joao Bussotti Neves è stato ospite dell’ultima puntata di Run2u, trasmissione del canale YouTube di OA Sport. L’azzurro, reduce dalla partecipazione ai 1500 metri dei Mondiali Indoor, ha parlato del fuoriclasse norvegese Jakub Ingebrigtsen: “La prima volta che ho visto Ingebrigtsen era agli Europei 2018, abbiamo gareggiato insieme in finale. Rispetto a quegli anni è migliorato, è un po’ più socievole, ma con quello che sta uscendo fuori sui problemi familiari si spiegano molto cose. E’ difficile dare dei giudizi su una persona quando non si conosce il background, magari quell’atteggiamento era dovuto ad altro e non alla spocchia“.

L’azzurro si è proiettato verso il grande appuntamento della stagione:Per il Mondiale di 3:33.00 mi manca un pochetto. Adesso sui 1500 è stato un innalzamento di livello molto importante. Nel momento in cui Pietro Arese ha fatto quel risultato tutto il movimento ne ha giovato e infatti si stanno vedendo risultati incredibili. L’atletica è uno sport individuale e si base sul mors tua vita mea, ma un risultato innalza anche gli altri: quando uno mette un paletto gli altri devono raggiungerlo, sono convinto che la forza di questo gruppo sia il miglioramento“.

Il nostro portacolori si è soffermato anche sull’esperienza nei meeting:Prendere un paio di schiaffi all’estero non fa che bene, perché sono quelle cose che aiutano a crescere un atleta: rimanere nel proprio recinto non dà il quadro a 360° dell’atletica, il mio consiglio è sempre di uscire e fare esperienza all’estero. Andare all’estero è anche legato al discorso del ranking e poi la media generale si è elevata, gli atleti sono più consapevoli dei propri mezzi e bisogna andare all’estero“.

Joao Bussotti ha parlato anche di una possibile novità:Non ho mai corso i 5000. Nella mia vita giovanile ero più ottocentista e sono passati ai 1500 da junior. I 3000 sono sempre state le mie colonne d’Ercole, neanche i 5000. Più facile che in futuro faccia i 10 km su strada che i 5000. La strada è divertente, c’è molta varietà, invece dodici giri e mezzo tutti uguali, in cerchio… Con il cambio tecnico ho affrontato questo discorso, sono tredici anni che faccio i 1500 e anche per il discorso degli stimoli si potrebbe affrontare il discorso dei 5000 metri. La guida tecnica di Stefano Baldini è un buon traghettatore in questo tipo di percorso e ci metteremo alla prova“.

Il 31enne ha parlato anche dei prossimi appuntamenti:Incominceremo con le gare nella seconda parte di maggio, la stagione outdoor sarà lunga con i Mondiali a metà settembre e ci sarà molto tempo per gareggiare e mettersi nelle condizioni di fare bene. Le gare indoor sono avvincenti e mi piacciono un sacco, c’è molto margine di movimento e adattabilità alla gara, ma la stagione è corta e in Italia non abbia una quantità di strutture tali da poterci garantire più gare che ci possono fare risaltare“.

Un confronto tra le gare indoor e quelle all’aperto:Le gare indoor sono un po’ più fisiche e conta tanto la biodinamica dell’atleta stesso, perché un atleta alto con passa lungo farà fatica con queste curve strette, gli atleti sono molto vicini uno all’altro e bisogna essere bravi a correre in gruppo e a capire quando superare, anche perché il rettilineo è lungo soltanto 50 metri. Ci sono anche meno occasioni e si deve sbagliare il meno possibile, le indoor sono abbastanza cattivelle“.

Joao Bussotti ha analizzato un po’ la sua carriera:Ho sempre avuto la tendenza, nel momento in cui raggiungevo un determinato risultato, a provare un sentimento di sollievo e non di felicità. Tornassi indietro mi direi di viverla meglio: quando una persona ottiene un risultato dovrebbe godersi il momento e non mettere subito un punto e guardare al dopo. Bisognerebbe anche fermarsi e darsi una pacca sulla spalla per dirsi bravo“.

VIDEO ULTIMA PUNTATA RUN2U

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