Salto con gli sci, non ci si ripulisce senza sporcarsi le mani. Due consigli alla Fis per superare lo scandalo tute
La Coppa del Mondo maschile di salto con gli sci ha vissuto ieri il proprio epilogo a Planica (Slovenia). Ora, con la primavera, è doveroso lavorare nell’ottica di ricostruire l’immagine di una disciplina segnata dallo scandalo della frode sportiva perpetrata dalla Norvegia durante i Mondiali di casa di Trondheim.
Alla Federazione Internazionale il compito di muoversi di conseguenza, gestendo tutti i fronti aperti. Sarà una primavera calda, per la Fis, soprattutto perché ci avviciniamo a una stagione caratterizzata dai Giochi Olimpici. Il Cio potrà avere solo un’idea vaga di quanto accaduto, ma quando si parla di “frode sportiva” non ci sono santi in paradiso che tengano. Anche a Losanna sono rimasti colpiti dall’accaduto.
Dunque, il management del salto con gli sci avrà il dovere di prendere ogni contromisura necessaria per garantire la limpidezza di uno sport, la cui credibilità è stata giocoforza messa in discussione. Quali sono i punti cruciali da affrontare nelle prossime settimane?
In primis, bisognerà appurare quanto è radicata nel tempo la suddetta frode. I norvegesi hanno sostenuto di essere stati colti con le “mani nella marmellata” al primo tentativo di infrangere le regole. Una spiegazione che non convince nessuno. Chiaramente, senza confessioni, sarà difficilissimo risalire a quanto accaduto in precedenza. La Fis ha però palesemente dei sospetti e analizzerà quantomeno le tute usate ai Mondiali per trovare le prove di ulteriori manipolazioni. Se dovessero essere reperite, allora sarà doveroso rimettere mano alle classifiche.
In secondo luogo, non può passare il messaggio che la Norvegia sia “la lupa cattiva” e il resto del mondo rappresenti un innocente “branco di agnellini”. Tutti flirtano pericolosamente con il limite del regolamento, ma evidentemente in Scandinavia lo hanno scavalcato in maniera esagerata. Ora però si deve effettuare il proverbiale “giro di vite” per evitare che il regolamento possa essere scardinato con facilità.
Come? Chiaramente rendendo più efficaci i controlli. Sia in termini di qualità che di quantità. Non ci si ripulisce senza sporcarsi le mani, quindi una soluzione potrebbe essere quella di proporre una collaborazione a chi ha studiato metodi molto efficaci per beffarsi dei controllori. Un “patto col diavolo”, se vogliamo. Se nell’ambiente non ci sono santi, allora si vada a pescare nel torbido e si arruoli una figura in grado di dare le dritte necessarie a stringere le maglie della rete.
Nel salto con gli sci, sull’attrezzatura, vale lo stesso concetto dell’antidoping con il doping. Si parte sempre di rincorsa e tenere il passo è pressoché impossibile. Qui sempre di doping si tratta. Tecnologico, beninteso, ma eticamente parlando siamo sullo stesso piano.
Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane. I riflettori sulla vicenda si spegneranno provvidenzialmente, anche perché la stagione non invoglierà i media generalisti a occuparsi dell’accaduto. Sarà l’occasione per mondare ogni lordura e ripresentarsi al mondo, tra qualche mese, con una nuova veste. Se non proprio candida, quantomeno priva di macchie.