“Dispotico e manipolatore: infanzia segnata dalla paura”. Jakob Ingebritsen e sorella a processo contro il padre
Continua il processo a Gjert Ingebrigtsen, padre ed ex allenatore di Jakob Ingebrigtsen, per i presunti maltrattamenti ai danni dei figli. Il norvegese, che la scorsa settimana ha conquistato due medaglie d’oro ai Mondiali Indoor di Nanchino (1500 e 3000 metri), ha testimoniato in tribunale ricordando che la sua “infanzia è stata segnata dalla paura” e ha descritto il padre come una persona dispotica, manipolatrice ed estremamente autoritaria.
Il 59enne Gjert Ingebrigtsen, che ha allenato i suoi figli Jakob (Campione Olimpico dei 5000 metri e pluri vincitore di medaglie ai Mondiali, uno dei migliori atleti in campo internazionale negli ultimi anni), Henrik e Filip, è sotto processo da lunedì con l’accusa di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di due dei suoi sette figli, Jakob e sua sorella Ingrid (18 anni), per un periodo totale di 14 anni, dal 2008 al 2022 (il resto sarebbe caduto in prescrizione).
Jakob ha parlato di come il padre abbia maltrattato anche la sorella: “Ingrid era la migliore atleta in assoluto, ma non voleva lavorare con mio padre. Lui la prese molto male e la colpì con un asciugamano bagnato. Smise di correre all’età di 15 anni, quando stava per diventare una star mondiale, e visse in una casa famiglia fino ai 18 anni. È stata molto dura e non lo perdoneremo mai per questo”.
Secondo l’accusa, Gjert avrebbe usato minacce, coercizione e violenza contro la figlia, oltre a limitarne la libertà di movimento. Ingrid ha ricordato il primo episodio di violenza con il padre: mentre si recava a una sessione di allenamento si è accorta di aver dimenticato il cardiofrequenzimetro e Gjert l’ha colpita in faccia, “gli ho detto di stare zitto e lui mi ha colpito in faccia. È stato veloce e duro. Mi ha fatto male”.
Ingrid Ingebrigtsen ha affermato che il padre la costrinse anche a correre con problemi di respirazione su un tapis roulant che avevano in cantina: “Alla fine sono saltata giù dal tapis roulant, sono corsa in camera mia e ho respirato. Ho cercato di calmarmi. Gli ho detto che volevo lasciare l’atletica e lui mi ha detto ora ti faccio a pezzi. Sentivo che era arrabbiato con me.E un giorno mi disse che non mi vedeva più come sua figlia“.