MotoGP, per la Ducati conta vincere. Non che vinca un italiano
L’importante che a vincere sia la Ducati. Il Mondiale di MotoGP ha preso il via a Buriram e in Thailandia la Casa di Borgo Panigale ha potuto festeggiare la prima vittoria stagionale con lo spagnolo Marc Marquez, precedendo altri tre piloti con la moto italiana, ovvero il fratello Alex (Team Gresini), Francesco Bagnaia (compagno di squadra) e Franco Morbideli (Team VR46).
Una superiorità imbarazzante rispetto alla concorrenza che sembra non avere un fine. Del resto, si è reduci da un 2024 in cui l’azienda italiana ha potuto fregiarsi di numeri da record. Ne citiamo alcuni:
– Vittoria del titolo per la terza stagione consecutiva con Jorge Martín in sella alla Desmosedici GP24 del team Pramac Racing;
– Quarto titolo piloti per la casa di Borgo Panigale nella classe regina dopo quelli di Casey Stoner nel 2007 e di Francesco Bagnaia nel 2022 e 2023;
– Per il quinto anno consecutivo e il sesto nella sua storia in MotoGP, Ducati ha vinto il Campionato Mondiale Costruttori totalizzando un totale di 722 punti e un vantaggio di ben 327 sul secondo classificato;
– Ducati ha ottenuto 19 vittorie su 20 Gran Premi in calendario nel 2024;
– La Casa di Borgo Panigale ha monopolizzato il podio in 14 occasioni.
Tuttavia, il fatto che l’anno passato il team ufficiale si sia fatto scappare il Mondiale piloti, a vantaggio di Martin e per di più con un team (Pramac) in rotta con i vertici di Borgo Panigale, è stato uno smacco. Per questo, il reclutamento dei piloti in “Rosso” è cambiato. Non si è voluto più attingere dalla “Cantera ducatista”, ma si è scelto il nome pesante in cerca di redenzione, ovvero il menzionato Marc Marquez.
Un’operazione per assicurarsi il pilota dal curriculum più importante e dal potenziale più alto, non considerando come prioritario l’abbinamento moto-pilota tutto italiano come era accaduto nei successi di Pecco Bagnaia. Alla fine della fiera, il piemontese si è visto cambiato in maniera importante lo scacchiere, dovendo fare i conti con un compagno di team a dir poco scomodo. La doppietta Sprint Race-GP a Buriram è un segnale e al pilota italiano potrebbero mancare quei riferimenti nel team che fino all’anno scorso potevano dargli un minimo di tranquillità.