Novak Djokovic al secondo turno degli Australian Open senza brillare. Basavareddy vince un set, poi cala
Novak Djokovic inizia i suoi Australian Open a rilento, ma vincendo. Sconfigge l’americano Nishesh Basavareddy, classe 2005 tra i più promettenti della sua generazione, al primo turno con il punteggio di 4-6 6-3 6-4 6-2 e sfiderà al secondo turno il sorprendente portoghese Jaime Faria, che fa buona compagnia a Nuno Borges dopo aver passato le qualificazioni e anche il turno d’esordio in main draw contro Kotov.
Si parte con Basavareddy che non ha nessuna intenzione di stendere a Djokovic il proverbiale tappeto rosso, anche se è l’americano il primo ad avere un paio di turni di servizio difficili. Sul 3-3, però, è proprio il classe 2005 ad avere tre palle break tutte assieme. Sulla prima il serbo tira giù un ace, ma sulla seconda arriva una risposta di rovescio magnifica da parte del giovane statunitense, che sale sul 4-3. Quando va a servire, Basavareddy deve salvare due volte palla break (anche se poi c’è anche una quota di non sfruttato dell’ex numero 1 mondiale), ma riesce a chiudere per 6-4 tra la sorpresa della Rod Laver Arena.
Nel secondo parziale continua a esserci del buon equilibrio, se non altro perché il livello dell’USA non accenna a scendere, anche se quello di Djokovic inizia a salire. Sul 2-1 il serbo ha due palle break, e se su una è lui a sbagliare sull’altra è Basavareddy a usare una gran combinazione di dritto con palla corta. Di lì in avanti sembra esserci poco da dire, almeno fino al 4-3. Questo, infatti, è il momento in cui, dal 40-15, l’americano semplicemente ha un passaggio a vuoto fatale, che gli costa il break e, poco dopo, anche il set. Un attimo dopo la conclusione di questo, c’è un medical timeout per qualche problema al bicipite femorale sinistro.
Il vero problema, però, per Basavareddy è che Djokovic non è più quello dell’inizio, se vogliamo anche un po’ contratto, e che lo stesso americano ha un calo netto. E questo viene sfruttato praticamente all’istante dal serbo, che subito si prende il break di vantaggio a seguito di un doppio fallo del suo avversario. Il resto del parziale, alla fine dei conti, è anche lineare, perché da una parte il numero 7 del seeding i suoi turni di battuta li tiene senza difficoltà, ma il giovane a stelle e strisce di origine indiana dall’altra parte è in grado di rimanere vicino. Risultato: 6-4.
Il vero calo netto per l’USA arriva nel quarto parziale, in cui alterna poche belle cose a tanti errori anche banali, e questo fa sì che Djokovic se ne vada senza troppi problemi. Senza troppi, ma non senza in assoluto, visto che sul 2-1 il serbo rischia di farsi il break da solo, salvo poi trovarne un altro sul 3-1 quando Basavareddy butta via una situazione di 40-0. Gli ultimi game, in un modo o nell’altro, finiscono per allungarsi, ma alla fine, alla soglia delle tre ore, è mister 10 vittorie a Melbourne che s’impone.
Per Djokovic quello di oggi è stato il match numero 429 a livello Slam, e vincendo oggi si assicura di superare, mercoledì, Roger Federer nel novero di chi ha giocato più match nei quattro tornei maggiori in senso assoluto. Inoltre, arriva così la 21a stagione in cui vince almeno un match a livello Slam: meglio di lui solo lo svizzero con 22. Per riuscire in tutto questo, a Djokovic servono 23 ace e 51 vincenti contro 32 (41-42 in fatto di gratuiti). Utile rimarcare come, sotto i 4 colpi e sopra i 9, è dominio del serbo: 103-78 in questo tipo di numeri combinati.