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Nicola Jarry attacca Sinner sul caso Clostebol: “Io trattato diversamente da lui”. La risposta del n.1 del mondo

Il 16-17 aprile è prevista l’udienza preso il Tribunale Arbitrale dello Sport a Losanna, in merito alla vicenda che vede coinvolto Jannik Sinner. La doppia positività al Clostebol del n.1 del mondo del tennis è tema da tempo dibattuto e in primo grado l’azzurro era stato completamente scagionato da tutte le accuse. La WADA ha impugnato quella sentenza e deciso di fare ricorso non additando Sinner di essersi dopato, ma ritenendo che sia stato negligente per le responsabilità del proprio staff. Per questo, è stata proposta una squalifica di 1-2 anni.

Ed ecco che su come si sia articolato il caso di Jannik ci sono state e ci saranno reazioni. In particolare, ad aver fatto rumore negli ultimi giorni le dichiarazioni del cileno Nicolas Jarry, avversario sconfitto quest’oggi al primo turno degli Australian Open da Sinner, che ha lamentato un trattamento di disparità rispetto al n.1 ATP, ricordando la sua squalifica.

Jarry fu sospeso per 11 mesi per la presenza di metaboliti SARM LGD – 4033 (Ligandrol) e Stanozololo. La sanzione scattò il 16 dicembre e Jarry perse quasi tutto il 2020. Si parla di integratori su misura realizzati da un laboratorio brasiliano: la presenza dei due anabolizzanti non era indicata nell’etichetta. Risultò positivo ai controlli nel torneo di Madrid, poi di nuovo un mese dopo, in un test fuori dalle competizioni. Jarry seppe dimostrare l’involontarietà, ma fu condannato per negligenza perché non aveva compilato il form in cui indicare tutte le sostanze prese nei sette giorni precedenti.

Mi sarebbe piaciuto lo stesso supporto che ha ricevuto lui quando è successo a me. È qualcosa che mi tocca personalmente. Cerco di lavorarci, di parlarne, di non farmi influenzare, ma è qualcosa che non riesco ancora a superare del tutto“, le parole del tennista cileno al quotidiano ‘La Tercera’.

Sinner, da par suo, ha risposto in conferenza stampa: “Sono onesto e non conosco i dettagli del suo caso. È difficile per me dire cosa sia successo. Non posso parlare di differenze di trattamento. C’è un protocollo e non è colpa mia se non ha funzionato bene. Mi dispiace per i giocatori che stanno vivendo questo genere di situazioni, ma non conosco le differenze tra la mia e la sua vicenda. So solo cosa mi è successo e continua ancora a succedermi. Alla fine mi hanno giudicato innocente. La quantità trovata nel mio corpo è inferiore a un miliardesimo di grammo. Non so quale fosse il suo caso“.

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