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La nuova vita di Emilie Collomb nel trail running: “Non stavo bene, ora mi sento a mio agio”

Ve la ricordate Emilie Collomb? Diversi anni fa, la ragazza, classe ’95, di Saint Pierre in Valle d’Aosta, era spesso e volentieri sulle prime pagine delle riviste di triathlon. Più precisamente nella trail bike. In queste realtà spesso si parlava di lei ed era una delle più acclamate promesse del nostro Paese. Di risultati ne ha ottenuti (oltre che da juniores, vanta importanti piazzamenti in Coppa del Mondo, agli Europei e altre competizioni), non possiamo quindi parlare di una meteora. Improvvisamente però, in coincidenza con situazioni personali, la valdostana ha deciso di cambiare marcia, scendendo dalla bici e dandosi al trail running, dove ormai da diversi anni gareggia con la stessa grinta e determinazione che aveva sopra la sella. Lei che nel 2025 compirà 30 anni, ci ha dichiarato di essere ancora affamata di successi. L’ex promessa delle mountain bike in esclusiva a OA Sport ha raccontato il perché di questo cambiamento e i suoi obiettivi futuri.

Quando hai iniziato ad appassionarti di mountain bike? E di running?

La passione che ho verso qualsiasi sport di fatica l’ho sempre avuta, fin da bambina. Che sia correre, andare in bici o sciare. Tanti anni fa ho intrapreso la strada della MTB, perché dovevo sceglierne una soltanto, ma se devo essere onesta quel che piace a me è lo sport in generale. La MTB l’ho approfondita per puntare al professionismo e ci sono state tante belle vittorie. Quando tutto si è fermato, mi ci sono voluti 5 anni per capire che nulla in realtà era sparito per davvero e che potevo ancora contare sulla mia passione. Da lì la corsa, prima solo vertical e da poco anche trail running“.

Diversi anni fa, eri una giovane promessa del trail bike. E hai anche un ottimo palmarès. Questi ultimi anni sei passata al trail running. Perché questo cambiamento?

“Ho smesso di correre in MTB perché stavo vivendo un periodo della mia vita molto difficile e non riuscivo più a stare bene. Non è stato facile, nemmeno convivere con la mia scelta negli anni a venire: ho sempre sentito questa voglia di competizione e di dare il 100% in qualcosa. Allora ho iniziato a fare qualche passetto in avanti, iscrivendomi alle mie prime gare di vertical, con molta curiosità e soprattutto con molto entusiasmo“.

Raccontaci il passaggio da una specialità all’altra.

“Il passaggio tra la MTB e la corsa in montagna non è così immediato. Quando ho iniziato con le prime gare di solo vertical mi sono sentita a mio agio, le mie gambe erano forti e non c’è bisogno di una tecnica da manuale. Si tratta più di motore che di una vera esperienza con il gesto della corsa. Al contrario, sull’endurance le cose cambiano già un po’. Quest’anno per la prima volta mi sono ritrovata ad affrontare percorsi molto lunghi, 70/90 km. Sono inesperta, nonostante fossi un’atleta abituata alla fatica. Il cross country, la disciplina della MTB che praticavo, è uno sport massacrante, ma corto e per questo penso che mi abbia lasciato la capacità di sopportare sforzi molto intensi. Lo sforzo nelle ultra trail è molto diverso, devi gestirti, a volte hai l’impressione di andare troppo piano, ma sto imparando che è necessario e che tanto ad un certo punto della gara ti arriva tutta la stanchezza di quei km sulle gambe. Se non ti gestisci, non ti alimenti a sufficienza e soprattutto non usi la testa, non arrivi al traguardo. Insomma, sto imparando davvero tanto da questo sport e ne sono grata“.

Ritornando indietro, faresti le stesse scelte?

Ritornando indietro, mi ritroverei a fare le stesse scelte, perché ogni momento della mia vita ha avuto un senso in quell’arco temporale. I cambiamenti sono difficili per tutti, ma necessari. La cosa più importante per me è continuare ad emozionarmi e ad impegnarmi, qualsiasi cosa io decida di fare“.

Come vedi la diffusione del triathlon nel nostro Paese?

Il triathlon è una disciplina molto interessante, per come sono fatta io penso che lo avrei apprezzato. Forse è più difficile avvicinare tanti giovani rispetto ad altre attività, perché dev’essere molto impegnativo gestire tre sport contemporaneamente. Vorrei dire di più, ma non conosco molto questo mondo“.

Raccontaci i tuoi allenamenti.

I miei allenamenti sono come un respiro veloce tra lavoro e impegni quotidiani. Ho poco tempo a disposizione per allenarmi e riposarmi. Cerco di ottimizzare sempre tutto. Su settimana diversifico un po’ le attività, dalla corsa, alla bici, alla forza. Mi arrangio con il tempo che ho a disposizione e il grosso del lavoro lo faccio nel weekend, in cui posso starmene un po’ di ore in giro e abituare il mio corpo all’endurance“.

Il prossimo anno spegnerai le 30 candeline, ti senti realizzata o manca ancora qualcosa alla tua carriera sportiva?

“Non mi sento realizzata, sono super affamata. Però non significa che io debba per forza portare a casa altri risultati: ho fame di bei momenti sportivi ed esperienze che mi lasciano qualcosa di positivo“.

Cosa ti aspetti dal 2025?

Nessuna aspettativa per il 2025, ma se arriverà qualcosa sarà di certo sudato“.

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