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Giulio Pellizzari: “Pogacar un idolo. Ma un giorno potrebbe calare e magari riuscirò a batterlo”

Attualmente in ritiro a Maiorca con la sua nuova squadra, la Redbull Bora Hansgrohe, abbiamo parlato con Giulio Pellizzari, uno dei nostri giovani più promettenti per le tappe di montagna. Il marchigiano di Camerino classe 2003, in ritiro in Spagna fino al 20 dicembre, è pronto a fare il grande salto dopo una stagione in cui ha fatto vedere le sue doti di ottimo scalatore. Arrivato secondo lo scorso anno al Tour de l’Avenir, nel 2024, sempre in maglia Bardiani CSF Faizanè, è stato il più giovane corridore alla Corsa Rosa, tanto che il Team Manager della formazione tedesca Ralph Denk ha subito messo gli occhi su questo nostro giovane talento, con lo scopo prima di farlo crescere nel miglior modo possibile e successivamente renderlo responsabile come ciclista di punta del Team, dove nel frattempo potrà imparare tanto da grandi campioni all’interno della squadra, uno su tutti lo sloveno Primoz Roglic.

Qual è stato il primo impatto in Red Bull?

“Più che positivo, qui in ritiro si sta bene, c’è tanta tranquillità e stiamo lavorando per preparare al meglio la stagione”.

Da dove comincerà il tuo 2025?

“Inizio con la Challenge Mallorca e poi UAE Tour”.

Come sei stato accolto in squadra e con quali corridori hai socializzato di più?

“Bene, devo dire bene. C’è un po’ il problema dell’inglese, ma con il tempo sono certo di migliorare, sono tutti dei bravissimi ragazzi. oltre che dei campioni in bici. Chiaramente il gruppo degli italiani è quello con cui passo più tempo, ma anche con Dani Martinez e Jay Hindley”. 

Che aspettative hai per la prossima stagione? Sarai al servizio dei capitani o pensi di poter avere anche qualche occasione personale?

“Qualche occasione ce l’avrò sicuramente, come ad esempio all’UAE Tour dove dovrei avere carta bianca, e poi ci saranno alcune corse dove chiaramente sarò a disposizione dei capitani, tanto dipenderà dalla mia condizione”.

Dopo l’esperienza al Giro di quest’anno, dentro di te c’è la consapevolezza di poterci tornare per fare classifica in futuro o non ne sei ancora convinto?

“Mi piacerebbe tornare per provare a fare classifica nei prossimi anni, però farò un passo alla volta, senza correre. Dovrò prima fare tanta esperienza”.

Hai dimostrato di avere le qualità anche nelle corse di un giorno con percorsi impegnativi. Quale corsa pensi sia più adatta alle tue caratteristiche?

“Il Lombardia penso sia la corsa più adatta, ma anche la Liegi”.

A posteriori, pensi che per te sia stato un bene saltare completamente la categoria U23 e passare subito professionista?

“Sì, penso sia stata la scelta più giusta. Tornassi indietro rifarei le stesse scelte”.

Non hai mai negato che per te Tadej Pogacar è un idolo, e con lui hai un ottimo rapporto. Ma non pensi mai che ti piacerebbe provare a batterlo? 

“Prima o poi Tadej calerà, e ci sarà qualcuno che riuscirà a batterlo. Un giorno ci incontreremo con il livello – almeno spero – lui potrà calare ed io cercherò di migliorare il più possibile; quindi, chissà, magari un giorno ci riuscirò a batterlo, ma al momento rimane solo un idolo per me, non un avversario”.

Per le tue caratteristiche pensi che la Vuelta possa essere la corsa a tappe più adatta?

“Credo che per le mie caratteristiche sia più adatto il Giro, con salite lunghe e pedalabili, alla Vuelta sono più corte e dure, anche se non ho mai corso la Vuelta, quindi magari un giorno mi ricrederò”.

La discesa era il tuo punto debole, ora sei migliorato molto. Che tipo di allenamenti hai svolto?

“Tanta discesa durante gli allenamenti, ho iniziato a pensare a come fare le giuste traiettorie e chiaramente mi è anche passata un po’ la paura della discesa, non per la velocità, ma perché un paio di volte mi era scivolata la ruota anteriore e quindi questo mi ha un po’ traumatizzato”. 

Un altro tuo tallone d’Achille è la cronometro. Hai già iniziato dei lavori specifici con la nuova squadra?

“Lavori specifici non ancora, ma ho cominciato ad utilizzare la bici da crono e sicuramente sarà un crescendo. Mi piace molto la crono e non vedo l’ora di lavorarci con maggior costanza”. 

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