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F1, Ferrari a intermittenza e l’inspiegabile competitività in Ungheria con le gomme dure

F1, Ferrari a intermittenza e l’inspiegabile competitività in Ungheria con le gomme dure

La Ferrari archivia il Gran Premio d’Ungheria 2024 con il quarto posto di Charles Leclerc e il sesto di Carlos Sainz. La notizia è rappresentata dal fatto che il monegasco abbia tagliato il traguardo prima dello spagnolo, dopo aver perso il confronto diretto per tutto il weekend. Il motivo è semplice. Il madrileno è stato autore di una partenza balbettante, che ne ha condizionato in negativo il piazzamento finale.

Al di là del risultato in sé, mediocre in termini assoluti, va rimarcato come la performance del Cavallino Rampante sia stata quantomeno dignitosa. A differenza di quanto accaduto a Silverstone, dove la Scuderia di Maranello non ha avuto modo di contrastare le rivali dirette, all’Hungaroring si è vista una SF-24 capace di tenere testa alle Mercedes e alle Red Bull, seppur a sprazzi.

Per la verità, c’è stata una fase in cui Leclerc è stato addirittura il pilota più rapido in pista. È durata poco, ma si è percepito un barlume di competitività con gomme dure. Come e perchè? Mistero. Di certo, siamo tutti d’accordo nell’affermare che sia un accadimento sostanzialmente irrilevante per un team con l’ambizione di vincere il Mondiale.

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La grande domanda legata alla Ferrari è una sola. Come è possibile che non si riesca a fare una stagione intera ad alto livello? Se si parte bene – come accaduto nel 2017, 2018, 2022  e tutto sommato nel 2024 – si va in calando. Viceversa, se si comincia male, si migliora strada facendo, seppur senza tornare pienamente competitivi (il 2023 è un esempio lampante).

Qual è il Grande Male da cui è afflitto il Cavallino Rampante? Perché si verifica tale inquietante dinamica? Se non si viene a capo del bandolo di questa matassa, si può disquisire all’infinito di passi avanti, passi indietro, passi di lato e chi più ne ha, più ne metta. Compresa l’odierna competitività con le hard. Alfine, si parla di una cronica quadriglia perdente dalla quale proprio non si esce.

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