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MotoGP, l’acquisto da parte di Liberty Media favorirà il ritorno dei piloti americani in ruoli da protagonisti?

MotoGP, l’acquisto da parte di Liberty Media favorirà il ritorno dei piloti americani in ruoli da protagonisti?

Nell’attesa che la MotoGP approdi alla propria oasi agonistica (due gare nell’arco di sette giorni nel bel mezzo di un deserto di due mesi privi di competizioni), sorgono una serie di riflessioni. Fra di esse, quella relativa alla possibilità che l’acquisizione della categoria da parte di Liberty Media possa riportare in auge i piloti americani.

Sappiamo bene come la società statunitense persegua la politica di generare quanto più interesse attorno alla Formula 1 anche negli Usa. Non per caso, le gare in terra stelle-strisce si sono moltiplicate (Miami e Las Vegas si sono aggiunte ad Austin). Avere “lo statunitense in F1” viene considerato da molti team un affare. Ci ha provato la Williams, ma le cose con Logan Sergeant non stanno andando benissimo.

Ebbene, la MotoGP potrebbe essere un altro paio di maniche. D’altronde, se la massima categoria motociclistica ha visto crescere la propria popolarità nel corso dei decenni, è per merito anche (e soprattutto) dei centauri americani. L’ascesa di Kenny Roberts a fine anni ’70 e la sua rivalità con il britannico Barry Sheene hanno aperto un periodo in cui i piloti stars&stripes hanno dettato legge e fatto sognare milioni di appassionati.

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Il funambolismo di Randy Mamola, la precocità e le stimmate da predestinato di Freddie Spencer, la poliedricità di Eddie Lawson, la concretezza di Wayne Rainey e l’incoscienza di Kevin Schwantz hanno saputo catalizzare grande interesse tra l’inizio degli anni ’80 e la metà degli anni ’90. In questo periodo, gli americani hanno dominato la scena, scrivendo indelebili pagine di storia del motomondiale.

Successivamente, hanno perduto la loro egemonia. Cionondimeno, il titolo iridato conquistato da Kenny Robets Jr. resta un’impresa misconosciuta, mentre Nicky Hayden ebbe il merito di farsi trovare pronto nel momento giusto. L’ultimo decennio è però stato caratterizzato dalla sparizione di chi ha l’aquila e il motto e pluribus unum sul passaporto. Dopo il flop del quotatissimo Ben Spies, nulla di rilevante si è più visto.

Sarà così anche nel futuro a medio termine? Nell’immediato il go-to-guy non potrebbe essere altri che Joe Roberts, attualmente in bagarre per la conquista del titolo in Moto2 (il che, non fornisce nessuna garanzia nell’ottica di una competitività assoluta in MotoGP, ma è quantomeno “un qualcosa” sul piano agonistico). Lo scopriremo solo vivendo, nell’attesa che Liberty Media plasmi a sua immagine e somiglianza il Mondiale a due ruote.

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