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Nuoto Isola(mento) Sicilia

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Perché si verifica l’esodo degli atleti siciliani? Qualcuno ci ha risposto che “Il nuoto in Sicilia non è trattato come uno sport da praticare come un professionista, ma come qualcosa di passaggio”  

Sembra che il nuoto in Sicilia rappresenti una vera e propria sfida, perché pare chi decide di intraprendere il percorso agonistico con sogni di arrivare a disputare competizioni su palcoscenici internazionali, deve affrontare numerose difficoltà e questo porta talvolta gli atleti a decidere di lasciare la propria terra.

Claudio Faraci, Lorenzo Gargani, Alessandra Pace, Davide Marchello. E poi ancora Andrea Savoca, Andrea Candela, Giuseppe Angilieri, Riccardo Lo Cicero, Gabriele Catalano. E ancora Gianluca Maglia, Luca Marin…

Questi sono solo alcuni dei nomi di nuotatori siciliani di rilievo nazionale nelle loro categorie che, però, si sono trasferiti fuori dalla Sicilia per coltivare il loro talento.

È veramente così difficile crescere nel nuoto restando in Sicilia? Perché talvolta gli atleti siciliani decidono di lasciare la Sicilia per andare ad allenarsi altrove?

Lo abbiamo chiesto direttamente a loro e ci siamo fatti raccontare la loro storia per cercare di capire le motivazioni di questo particolare esodo.

Nuoto Isola(mento) Sicilia, perchè?

Strutture malfunzionanti, tecnici (non tutti) non al passo con i tempi ed il mix di ciò, a un certo punto, costringe gli atleti a decidere cosa fare della propria vita: se continuare con il nuoto o investire in altro, coscienti che in Sicilia il nuoto non è trattato come uno sport da praticare come un professionista, ma come qualcosa di passaggio”

nuoto-isolamento-sicilia-piscina

Titola così Alessandra Pace, Trapani, classe 2002, attualmente tesserata LivornoAquatics.

Emblematica storia la sua: una siciliana che nel 2020 non ha potuto nuotare da febbraio a settembre, sballottata tra Trapani e Palermo, decide infine di trasferirsi a Livorno soprattutto per poter nuotare in condizioni di miglior favore.

Ascoltando le storie di alcuni atleti e il punto di vista di alcuni tecnici viene prepotentemente fuori il concetto del confronto.

A un certo punto della carriera di un nuotatore che sta per emergere, serve un confronto in corsia con atleti dello stesso livello, ma soprattutto serve attenzione da parte dell’allenatore.

Entrambi però devono avere la serenità di poter lavorare e non invece combattere per ottenere spazi acqua adeguati a portare avanti programmi di allenamento customizzati.

Nuoto Isola(mento) Sicilia, serve più confronto?

Serve il confronto, anche semplicemente grazie ai collegiali, che ormai non si fanno da anni in Sicilia”, dice Francesco Spada, ex tecnico UniMe SSD (ME).

La gara è un puzzle e non si prepara solo in allenamento – afferma Claudio Faraci, Floridia (SR), classe 2001, tesserato Aniene dal 2019 – Una buona gara è frutto di allenamenti personalizzati, alimentazione, riscaldamento, riposo e spazi acqua adeguati”

Claudio Faraci, Azzurro agli Europei di Roma 2022, si è trasferito a Roma perché voleva coniugare la sua vita sportiva con quella universitaria e così ha trovato una realtà unica che è quella dell’Aniene, prima società civile a livello assoluto.

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foto Mattia Ferru / Swim4Life Magazine

Altra squadra con un grande progetto di crescita è In Sport Rane Rosse Milano e a tesserarsi con questa squadra è Gianluca Messina, Palermo, classe 2005.

Continuo a nuotare nella piscina della Nadir Palermo, ma sono tesserato con un’altra squadra – racconta Gianluca Messina – Questa scelta l’ho presa perché In Sport Rane Rosse Milano mi sponsorizza e mi permette così di confrontarmi in tanti trofei e gare di livello nazionale, con atleti del mio stesso livello, anzi, soprattutto con atleti più forti di me”

Questo è il caso di chi, invece, pur rimanendo ancora nella propria città, è tesserato e gareggia con società che hanno un progetto di respiro nazionale: creare una squadra di talenti da tutta Italia.

Anche per i tecnici della Nadir questa è una opportunità importantissima:

Parliamo la stessa lingua anche con chi sta ad alti livelli” -dice Roberto D’Agati, tecnico Nadir Palermo.

E gli organi istituzionali di settore? Sicuramente fanno del loro meglio e si impegnano nella loro attività, ma è evidente che talvolta c’è qualcosa che non funziona bene negli ingranaggi del nuoto in Sicilia.

E ciò che emerge in maniera costante dalle esperienze di atleti e tecnici ascoltati, è che serve più confronto, così che si possano intraprendere le opportune azioni per intervenire dove necessario per migliorare.

È necessario prendere coscienza e analizzare ad esempio il perché gli atleti che gareggiano in Sicilia sono talvolta costretti a fare un riscaldamento alle 8:00 del mattino per poi gareggiare dopo 5, 6 o 7 ore senza potersi adeguatamente preparare alla competizione.

Perché talvolta gli spazi acqua non sono adeguati a portare avanti lavori di allenamento differenziati, perché talvolta alcuni atleti siciliani si trasferiscono con una frequenza considerevole e soprattutto perché non si verifica mai il contrario.

Perché non si verifica mai che un atleta che risiede altrove scelga di trasferirsi in Sicilia per coltivare la propria carriera natatoria?

Cosa non funziona? Il nuoto è una cosa seria, richiede dedizione, sacrificio, ma servono anche molte altre cose di contorno per creare un ambiente adeguato alla crescita di un atleta.

Grazie anche al contributo non condizionante di:

  • Tommaso Saccà – Dirigente Ulysse Nuoto – Messina
  • Giuseppe Bellocchio, tecnico Sicilia Nuoto SSD (CT)
  • Donato Canonico, tecnico Polisportiva Sport Club Enea (RG)
  • Lorenzo Gargani, atleta CUS Udine

di Germana Mangione

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