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Fino a dove volano (e osano) le Farfalle

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Quando scendono in pedana c’è un urlo che le accompagna: “Volate Farfalle!”. Ed è un boato di entusiasmo che fa vibrare palazzetti e palestre ed è come se il tempo riuscisse a fermarsi per un istante impercettibile, ma reale, veloce come un battito d’ali. Le ragazze della Nazionale Italiana di Ginnastica Ritmica trovano così la loro carica, in quell’istante importante come l’ossigeno.

Per questo motivo hanno deciso di prendere davvero il volo, nel senso autentico del termine. In vista del Fastweb Grand Prix di Ginnastica – Trofeo 150 anni del 23 novembre all’Allianz Cloud di Milano infatti, le Farfalle hanno provato la sensazione unica di librarsi nell’aria al Fastweb Aero Gravity, la galleria del vento verticale con la camera di volo più grande al mondo. Un modo originale per promuovere la kermesse dedicata alle stelle della ginnastica italiana ed europea.

Tuta, mascherina e casco, le giovanissime atlete Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Martina Santandrea, Letizia Cicconcelli, Anna Basta, Daniela Mogurean, Laura Paris, Nina Corradini e Alessia Russo, accompagnate dalle due tecniche Olga Tishina e Chiara Ianni, si sono messe alla prova con un qualcosa che fa parte da sempre del loro DNA, ovvero l’arte del volo, ma in un contesto nuovo, diverso da quello cui sono e siamo abituati.

«Questa, come ogni esperienza nuova che viviamo, è qualcosa che ci porta a sperimentare e provare esperienze inedite per spingerci oltre i nostri limiti», dice Anna Basta. Per lei, capello raccolto, e qualche minuto nel cilindro di 8 metri della struttura, il tempo di prendere confidenza con un elemento cui è abituata da sempre: l’aria. Ma questa volta è un elemento che sostiene, che spinge, che ha una sua personale energia che la fa volare in un modo nuovo. «Volare nella nostra disciplina vuol dire essere leggiadre, eleganti, esprimere tutta la passione che abbiamo attraverso movimenti morbidi, ma anche forti e decisi. Allo stesso tempo, tutto ciò che ha a che fare con il nostro sport e che ci permette di “eprimerci” ci fa volare, facendoci arrivare in luoghi che non avremmo mai pensato di poter conquistare».

Non solo corpo, ma anche testa perché senza questa non si riesce ad andare su. «Bisogna avere voglia, grinta, passione e determinazione per arrivare sempre più in alto, per raggiungere qualcosa che visualizzi lassù e che sembra quasi irraggiungibile. Per noi volare è questo: pensare di superare tutto ciò che sembra un ostacolo e che ci lascia con i piedi per terra. Buttare la testa fra le nuvole, insomma».

Un volo che parte da qui e che condurrà a Tokyo il prossimo anno, con i giochi a cinque cerchi sempre più vicini. E alla sua seconda olimpiade, la capitana delle farfalle Alessia Maurelli guarda con ogni sognanti, lei che ha la padronanza dialettica di una veterana, e l’energia determinata di chi vuole ancora conquistare tutto. «Il viaggio che ci porterò in Giappone sarà un percorso che non si può definire bello e semplice. Preparare un’Olimpiade non lo è, perché è stressante fisicamente e psicologicamente», dice. «Però, come dico sempre alle ragazze, nonostante ci saranno mille motivi per dire “basta, è impossibile”,ce ne sarà sempre almeno uno che ci spingerà ad andare avanti con una motivazione pazzesca, la stessa che ci  farà volare a Tokyo con tanta grinta e voglia di farcela. Siamo una squadra unita che quando vuole una cosa e la vuole insieme può arrivare ovunque. Sarà quel motivo lì che ci farà arrivare dove vorremo in modo leggero».

Eppure l’uomo non è predisposto per volare, anche se sembra che ogni tanto queste ballerine dall’aria se lo dimentichino, e per questo non ci pensano e lo fanno comunque. «Per noi può essere possibile, nella misura in cui lanciamo il nostro attrezzo e per un attimo tratteniamo il fiato mentre osserviamo l’oggetto che sta in aria e sappiamo che dobbiamo riprenderlo. È in quel momento lì, quello in cui saltiamo insieme, che si compie il miracolo. Questo è ciò che per noi significa volare. Quindi a chi dice che è impossibile noi rispondiamo che le farfalle possono».

E se vi sembra presuntuoso è solo perché loro puntano in alto, visto che la vera difficoltà è riuscire a tenere una quota costante, senza lasciare che l’aria ti porti via. «Qui, dentro questo cilindro, la cosa più difficile è stata volare basso. Devi mantenere una posizione con la testa alta e trovare il baricentro, per avere la base giusta per salire verso l’alto e assaporare la completa libertà di andare sempre più su».

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