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Biathlon, la ‘desaparecida’ Stina Nilsson non demorde. Ripartirà da zero, con il sogno dell’oro olimpico a Milano-Cortina 2026

Biathlon, la ‘desaparecida’ Stina Nilsson non demorde. Ripartirà da zero, con il sogno dell’oro olimpico a Milano-Cortina 2026

Chi si ricorda di Stina Nilsson? La svedese è stata una delle fondiste di maggior successo tra il 2015 e il 2019, ottenendo la bellezza di 24 vittorie in appuntamenti di primo livello, 19 delle quali nelle sprint, compreso l’oro olimpico di Pyeongchang 2018.

La scandinava ha però sorprendentemente deciso di abbandonare lo sci di fondo quando era all’apice della propria carriera, imbracciando la carabina per dedicarsi al biathlon. Forse stimolata dalla parabola di Denise Herrmann, aveva pensato di provare a emulare la tedesca, alla quale la nordica era abituata a far mangiare la polvere.

Eppure, non tutte le ciambelle escono col buco. La teutonica, mai vincente nel fondo, è diventata una biathleta capace di fregiarsi sia dell’oro mondiale che di quello olimpico. Viceversa, la transizione di Nilsson si è rivelata un autentico fiasco. Un estemporaneo podio in Coppa del Mondo artigliato nel marzo 2022 non ha avuto alcun seguito.

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La slovena Anamarija Lampic, altra sprinter improvvisamente e inopinatamente decisasi a “fare il porto d’armi”, sta progressivamente diventando competitiva anche nel biathlon. Al contrario, Nilsson è una desaparecida. Nell’inverno appena terminato ha faticato a trovare spazio nel massimo circuito, dovendosi accontentare di saltuari piazzamenti finanche a livello cadetto.

Eppure l’ormai trentunenne proveniente dalla Svezia centrale non getta la spugna, poiché non pensa né al ritiro, né all’ipotesi di tornare al fondo. Vuole a tutti i costi emergere anche nel biathlon e lo ha dichiarato alla testata svedese Expressen. “Ricomincerò da capo. Cambierò il calciolo della carabina, modificherò quanto più possibile la mia preparazione. Sono certa di avere del potenziale e di poterlo esprimere”, ha detto.

Il sogno nel cassetto è sempre lo stesso da un lustro. Quello di diventare la prima atleta a vincere l’oro olimpico sia nello sci di fondo che nel biathlon. In tal senso, gli ultimi due anni sono a tutti gli effetti andati persi. Avrebbero dovuto essere di crescita, invece si sono risolti in una stagnazione (per non dire regressione).

Oppure non sono stati persi? Si impara anche scottandosi e prendendo sberle. Se pensava di “andare a rubare le caramelle alle bambine”, dovrebbe aver capito che le biathlete proprio “bimbe” non sono. Anzi, sono delle belve assetate di sangue anche più di molte fondiste.

Onore a Stina per la volontà di non arrendersi e per la coerenza di portare avanti una scelta di campo. Ha rinunciato a diventare una delle fondiste più vincenti di sempre per tentare di imporsi in due ambiti differenti.

Le restano poco più di 22 mesi per dare forma concreta a una visione onirica. Se ci riuscirà, lo scopriremo solo con quel tempo che inizia a stringere; ma non è ancora esaurito.

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