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La svolta della Pallacanestro Trieste

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La svolta della Pallacanestro Trieste

TRIESTE E adesso la Pallacanestro Trieste comincia a fare paura alle altre. Da nobile confusa e caduta in disgrazia nella regular season a realtà sorprendentemente concreta nei play-off. Cosa è cambiato? Domanda da un milione di dollari, anche se quelli è meglio usarli per il budget dell’anno prossimo. Tutto e niente.

È cambiato tutto perchè Trieste non è mai stata così spietata. Non ha dominato la serie contro Torino ma l’ha risolta in tre gare, risultando sempre più lucida ed essenziale nei momenti in cui si decideva il match. È cambiato tutto perchè dal claim dei 10-titolari-10 siamo passati a una rotazione a sei. È cambiato tutto perchè dal concetto della squadra di tutti leader siamo passati a due leader indiscussi, Michele Ruzzier e Ariel Filloy. È cambiato tutto perchè c’è una consapevolezza diversa anche fuori dal campo. Siamo passati dalle sconfitte commentate con il “Lavoreremo duro imparando dagli errori” (salvo poi ricaderci puntualmente) alle vittorie commentate con “Non abbiamo difeso come avremmo voluto” e “Possiamo giocare meglio di così”.

È cambiato niente perchè i numeri della serie play-off sono gli stessi della prima fase e dell’orologio. Impatto offensivo sostanzialmente invariato, percentuali da tre simili così come il bilanciamento con le soluzioni in area. Simili i numeri delle palle perse e dei rimbalzi offensivi. Trieste, insomma, non sta facendo cose speciali. Semplicemente in quello che fa ci mette più concretezza ed energia, a ranghi completi. E pochi leader ma buoni danno più ordine.

I MAGNIFICI SEI La Pallacanestro Trieste nei play-off sta usando prevalentemente sei giocatori e ha ridotto le rotazioni. Quattro elementi vengono impiegati attorno alla trentina di minuti, Brooks, Reyes, Ruzzier e Vildera. Filloy, pur non partendo nello starting five, resta in campo 25 minuti, Candussi 22. Rispetto alla prima fase del campionato l’impiego di Vildera è cresciuto sensibilmente, 11 minuti di media in più, in sostanza gioca un quarto di partita più del solito. Succede perchè con Reyes impiegato nella rotazione degli esterni Christian parte con il doppio lungo e quindi aumenta lo spazio per il centro veneto.

Drasticamente calato l’impiego di Deangeli (da 22 minuti della prima fase a 9 ora), usato prevalentemente da specialista difensivo in certi frangenti del match. Scomparso dai radar Campogrande che nella prima fase giocava a sera 19 minuti e nella serie dei quarti di finale contro Torino è stato escluso dalla rotazione dei senior a beneficio di Menalo.

In sostanza, Trieste è passata da un turn-over abbastanza estremo a una scelta drastica. Sei uomini base e tre alternative dalla panchina con ruoli precisi: Bossi cambio di Ruzzier (Brooks risulta poco produttivo in regia e anche l’altra sera quando ha dovuto gestire l’azione ha sprecato 10 secondi in vacuo palleggio), Ferrero deve dare esperienza in momenti topici e cercare la tripla, Deangeli fa l’arma difensiva e aiuta a rimbalzo. Al momento è ancor abbastanza indefinito l’impatto che può avere Menalo nella serie, apparso abbastanza ingenuo per le battaglie dei play-off.

Forlì, probabile prossima avversaria, ruota 9 uomini per ovviare alla mancanza di Allen. Cantù punta su 7 “titolari” e spiccioli per i panchinari. La scelta rappresenta la definizione di un’identità. Il rischio è di avvertire la stanchezza in un’eventuale serie che vada a 4 o 5 gare. Il cappotto confezionato a Torino permette adesso di recuperare le energie.

COINCIDENZE Un allenatore in difficoltà. Alcune sconfitte pesanti e inattese. Un confronto. Il gruppo dei giocatori che si prende un ruolo attivo anche nelle scelte di gioco. Stranieri a parte, il più importante tra i triestini del roster e un talento italo-argentino diventano i leader morali della squadra. Cronaca dell’ieri oppure cronaca dell’oggi? Se credete ai corsi e ricorsi e ai deja-vu potete cominciare a sperare. Da De Vico a Vico è un attimo.

PUBBLICO E PROPRIETÀ Il borderò di gara3 diffuso dalla Pallacanestro Trieste segnalava quasi 4200 spettatori. Un impatto importante, soprattutto in confronto a quello delle due sfide precedenti al PalaRuffini con 1600 e 1300 presenze. Il pubblico di Valmaura, con larga predominanza di magliette rosse, sa far un bell’effetto e ha risposto presente. Un entusiasmo che per fortuna non è stato annacquato dal risultato, una sconfitta avrebbe raffreddato l’ambiente. Trieste, che deve rendere il fattore campo alle avversarie (a meno che non si qualifichi Vigevano), sa che non può permettersi di sprecare le chances casalinghe.

Il tifo del PalaTrieste avrà fatto effetto anche ai soci della proprietà di Cotogna Sports Group presenti. Nel corso della stagione regolare sono state rare le sortite degli esponenti della Csg. Appartiene alla mentalità Usa il concetto che i play-off sono una questione a parte, l’unico momento realmente importante di una stagione sportiva, e infatti ecco a Valmaura ben tre soci ed è probabile che per la semifinale arrivi il presidente Richard de Meo. Di sicuro, vedendo lo spettacolo del PalaTrieste i soci Usa si saranno ulteriormente convinti che la piazza vale un investimento.

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