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Inaba, il giapponese che fa volare la Pallanuoto Trieste: «Voglio vincere e migliorare l’italiano»

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Inaba, il giapponese che fa volare la Pallanuoto Trieste: «Voglio vincere e migliorare l’italiano»

Chi possiede una discreta familiarità con il giapponese sa che nella lingua del Sol Levante, Yusuke significa “supporto”. Difficile che l’etimologia di un nome abbia indirizzato verso est le scelte di mercato ma l’ingaggio di Yusuke Inaba nella Pallanuoto Trieste di Daniele Bettini, si rivela una scelta quanto mai azzeccata e, nella sua essenza, un “supporto” fondamentale per la squadra alabardata che nuota con una certa stabilità nella parte alta della classifica di Serie A1.

In sei partite disputate con la calottina numero 10, Yusuke ha messo la firma su 19 reti (oltre il 20% della rosa); merito da spartire con il direttore sportivo Andrea Brazzatti che da diverse stagioni ha messo gli occhi sul giapponese fino a convincerlo a sposare la causa triestina alle porte di settembre.

Inaba, attaccante di mano destra classe 2000, ha vestito i colori della nazionale nipponica agli ultimi Giochi Olimpici svoltisi proprio a Tokyo, rifilando oltretutto una tripletta all’Italia che gli ha permesso di rientrare tra i 7 migliori giocatori della rassegna a cinque cerchi. Tecnica da vendere e velocità, le armi che Yusuke mette in campo ogni sabato, affilate in una vita sempre in acqua.

«Sono sempre stato legato a questo elemento – racconta Inaba – a due anni ho partecipato ai primi corsi di nuoto e quando mio fratello è andato a giocare a pallanuoto ricordo di averlo seguito, eravamo nella stessa piscina ed è stato naturale per me fare questo passo».

Un ragazzo tranquillo, anche se gli avversari che se lo trovano di fronte potrebbero, a ragione, dissentire. Sulla sua bacheca ci sono anche tre titoli di capocannoniere della World League e nel 2019 ha vinto il premio di miglior giocatore del Mondiale Under 20. In Europa ha già militato nel Budva (Montenegro) e nell’Oradea (Romania) oltre che nel Quinto Genova, per cui una volta arrivato a Trieste, ha saltato a piedi pari i convenevoli di quella fase di adattamento al gioco del vecchio continente, andando subito al sodo. «Non amo troppo le serie tv, né i videogames, preferisco stare all’aria aperta – racconta – e quando abbiamo un po’ di tempo libero mi piace scendere con i compagni in città per prendere un caffè, oppure pescare, che è una delle mie altre grandi passioni».

Se l’intesa con i compagni è stata sin da subito un riflesso involontario grazie alla maturità di tutte le componenti in gioco, abilmente coordinate da Bettini, è altrettanto semplice trovare il compagno con cui in questi pochi mesi ha raggiunto maggior complicità: «Se dovessi scegliere con chi andare a una festa senza dubbio direi Milos Jankovic!». Inaba passerà il Natale in Italia, viste le recentissime restrizioni che non gli permettono di raggiungere la famiglia «i miei primi sostenitori» in Giappone e magari ne approfitterà per migliorare l’italiano «anche se sto lavorando molto – giura – posso sbilanciarmi e dire che sto migliorando su quasi tutto». Giusto credergli, d’altronde al linguaggio della pallanuoto triestina dà già del tu e di certo la parola “supporto”, la conosce bene.

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