EDITORIALE – Il Napoli risorge dalle ceneri di Eindhoven e con il cuore, l’anima e l’orgoglio batte l’Inter 3-1
Editoriale. Il Napoli c’è, dimenticata in fretta la disfatta olandese, gli azzurri, ieri, sono risorti dalle ceneri di Eindhoven, conquistando tre punti molto importanti, grazie al successo, forse inaspettato, contro l”Inter per 3 a 1. Miglior risposta, la squadra di Conte non poteva dare, tutti la davano per cotta e spacciata, pronosticando una vittoria dei nerazzurri, che venivano, a Fuorigrotta, col biglietto da visita di sette vittorie di fila. Invece, Lautaro e compagni sono incappati nella terza batosta di questo campionato, che costerà tantissimo nella lotta scudetto. Perdere gli scontri diretti pregiudica, non poco, l’andamento della stagione. Quella del Napoli si è rivelata una vittoria cercata col cuore, l’anima e l’orgoglio. La svolta della gara è stata il calcio di rigore, assegnato, al minuto 33, ai padroni di casa, dall’assistente e non dall’arbitro, il quale aveva lasciato proseguire, ma il richiamo del suo collaboratore lo ha indoto a fischiare il fallo su Di Lorenzo in area e a concedere il penalty, forse inesistente, trasformato poi impeccabilmente da De Bruyne, costretto, in seguito, a chiedere la sostituzione a causa di un problema muscolare simile a quello del 2023. Un infortunio serio al bicipite femorale destro. E con questo ennesimo infortunio, l’infermeria azzurra si riempie ancora. Ricordiamo che sono out, ovviamente, Lukaku, Rrahmani, Hojlund e Meret. Per il belga si prevede, come minimo, un mese di stop. Con questo risultato il team di Antonio Conte, oggi è tornato in testa alla classifica, in solitudine, con 18 punti e mal che vada può essere raggiunto soltanto dalla Roma di Gasperini, in caso di un blitz a Reggio Emilia con il Sassuolo. Contro i vice campioni d’Italia gli azzurri hanno sofferto nel finale del primo tempo, ma dopo, nella ripresa, hanno giocato quel calcio all’italiana, mai morto. Ancora una volta, a relizzare le reti vincenti sono stati Mc Tominay ed Anguissa, i quali, sia l’anno scorso che quest’anno, hanno il vizietto del gol. Con l’uscita del campione ex City, abbiamo rivisto la squadra del quarto scudetto, una formazione unita, solida e combattiva su tutti i palloni. Esultano, finalmente, i tifosi, sugli spalti del Maradona che al fischio finale dell’arbitro, hanno intonato la canzone “O’ surdato Nammurate” e quelli davanti alla Tv. Oltre ad Anguissa e Mc Tominay, meritevoli di un 8 pieno in pagella, si sono distinti il brasailiano immortale Juan Jesus e Spinazzola, autori di una buonissima prestazione. Se spesso è stato criticato per le sue mosse e i suoi moduli, ieri, l’allenatore salentino è tornato quello che conoscevamo, per cui è giusto lodare anche lui. Conte e il Napoli non sono morti, anzi sono vivi e vegeti, come i gatti, hanno sette vite, dimostrandolo dopo il disastro in Champions. Inutile dire che, da parte interista, a cominciare da Marotta, ci sono state tante recriminazioni per il rigore dato al Napoli, senza il quale, secondo il presidente ed i giocatori nerazzurri, non ci sarebbe stata la sconfitta. Nulla di più falso. Nel secondo tempo l’Inter è sparita dal campo, subendo le offensive partenopee. Come ha giustamete affermato Chivu, in conferenza stampa, in Italia si piange troppo.
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