Notizie

Xavier Jacobelli: “La vittoria di Wembley ha illuso tutti”

0 6

Xavier Jacobelli, editorialista ed ex direttore, tra gli altri, di Tuttosport e Corriere dello Sport, ha rilasciato un’intervista in cui parla della Nazionale, del Mondiale per Club e dei cambi di panchina in Serie A. Ecco quanto dichiarato a scommesse.io

Ciao Xavier e benvenuto. Impossibile non partire dalla Nazionale. Sono ormai 11 gli anni che ci separano dall’ultima apparizione ai Mondiali. In questo lasso di tempo tanti hanno parlato di cause e possibili soluzioni. Perché queste soluzioni non sono state messe in pratica o comunque non efficacemente? La Serie A è ancora 20 squadre, il numero di stranieri cresce costantemente. Eppure nulla cambia.

Io penso che la vittoria di Wembley del 2021, quando la nazionale di Mancini ha riconquistato il titolo che mancava dal 1968, abbia illuso che molti di questi problemi fossero stati risolti. La verità è che l’ultimo campionato si è chiuso con il 68.27% di presenza straniera, un dato che deve essere assolutamente rimarcato. È chiaro che chiunque sieda sulla panchina della nazionale sa che il suo bacino d’utenza è ridotto poco più del 30%, e già questa è la difficoltà di partenza. Ma non è vero che non esistono più talenti, sia pure in una congiuntura che non è più quella dei Totti, dei Del Piero, dei Zola. E non è un caso che ci sia questa ondata di nostalgia. Addirittura c’è “Operazione Nostalgia” che ogni anno organizza un raduno di ex grandi giocatori. A Parma, l’altra domenica, c’erano 12.000 persone a seguire la partita di questi grandi campioni che hanno entusiasmato il pubblico. È chiaro che ci sia un desiderio da parte degli appassionati di rivedere in azione, anche se segnati dal tempo e in alcuni casi anche dal fisico, i protagonisti di un calcio che non c’è più.

Spalletti uscito a testa alta

I recenti risultati della Nazionale sono sotto gli occhi di tutti. Almeno in Brasile Prandelli e Abete ebbero la dignità di dimettersi immediatamente dopo l’eliminazione, un gesto che secondo me deve essere sottolineato. Così come, a mio avviso, Spalletti è uscito a testa alta e con dignità da questo tritacarne. Non si era mai registrato, in 115 anni di vita della nazionale italiana, che un commissario tecnico annunciasse lui stesso di essere stato esonerato e che il giorno dopo andasse in panchina per guidare la nazionale.

Pragmatismo e Gattuso

Io credo che in questo momento dobbiamo essere molto pragmatici: conta solo cercare di arrivare, quantomeno, ai play-off. Pensa come siamo ridotti dopo sole due giornate. Gattuso ha dimostrato attaccamento alla nazionale accettando la proposta di un anno, legata inevitabilmente al raggiungimento della qualificazione. Ha anteposto l’amore per la maglia azzurra a qualunque altra considerazione. È l’uomo giusto perché abbiamo bisogno di rivedere in campo una nazionale che si batta, che lotti. Si può perdere, certo, ma non come accaduto a Oslo con la Norvegia.

I dolorini…

Abbiamo le tasche piene di sentire che ci sono “dolorini” e altre facezie che, parola di Spalletti, hanno fatto registrare in 18 su 25 degli ultimi convocati. Un giocatore deve andare in Nazionale sapendo che indossa la maglia di una squadra quattro volte campione del mondo, due volte campione d’Europa e una volta campione olimpica. Una maglia che ha fatto la storia del calcio e sono sicuro che Gattuso lo farà capire a chi chiamerà.

È iniziato il Mondiale per Club e ho assistito a un Bayern Monaco-Auckland City 10-0. Il calcio ha davvero bisogno di queste partite?

Questo è un torneo organizzato esclusivamente per una questione di soldi. La verità è che Infantino ha voluto organizzare il Mondiale per Club per vedere l’effetto che faceva un embrione di Superlega a questi livelli. Il vero problema è il “chissenefrega del tifoso”. Quando il proprietario del Milan dice pubblicamente – e presumo si sia pentito – che i tifosi del Milan sono clienti ha certificato il cosiddetto calcio business, un modello che porta inesorabilmente alla disaffezione. Per non parlare delle maglie, ciò che un tifoso ha di più sacro. Seconde e terze divise sembrano ormai dei pigiami. Se il merchandising ha il sopravvento sulla cultura, la storia e la tradizione, il calcio è diretto inevitabilmente in un vicolo cieco.

Più che di calciatori, la finestra di calciomercato è iniziata col valzer delle panchine. Quale scelta ti ha convinto di più, quale meno?

Delle prime 8 classificate ben 7 hanno cambiato allenatore. Il capolavoro lo ha fatto De Laurentiis che ha raccolto una società che non esisteva più e al 21esimo anno di proprietà si permette il lusso di prendere De Bruyne. Altro capolavoro, dopo la riconquista dello scudetto, è stata la conferma di Antonio Conte che pone il Napoli nuovamente come la prima candidata per il titolo.

Tutte le altre hanno fatto scelte mirate. Il Milan vuole l’instant team per Allegri. La stessa Juventus ha fatto benissimo a confermare Tudor, al quale aveva chiesto di tornare in Champions League. Missione compiuta, nonostante tutte le difficoltà e la nuova rivoluzione dirigenziale in corso. Adesso vedremo sul mercato quali scelte saranno fatte, questione Vlahovic in primis. L’Inter ha salutato Inzaghi che, evidentemente, dopo l’enorme delusione di Monaco, era convinto che ripartire sarebbe stato molto difficile.

Anche la stessa Atalanta ha fatto bene a prendere Juric, nonostante il grande scetticismo che ha accompagnato questa scelta. L’allenatore croato è noto per dare il meglio di sé quando prende una squadra in estate, e non da subentrante. Il fattore continuità, poi, spiega la decisione della Dea. Per sua stessa ammissione Juric è allievo di Gasperini e quindi non mi aspetto un’Atalanta rivoluzionata nella mentalità. È l’occasione della carriera e a suo vantaggio c’è la forza della società.


L'articolo Xavier Jacobelli: “La vittoria di Wembley ha illuso tutti” proviene da PianetAzzurro.it, news sul Calcio Napoli e sul mondo delle scommesse.

Comments

Комментарии для сайта Cackle
Загрузка...

More news:

Read on Sportsweek.org:

Altri sport

Sponsored