A MENTE FREDDA | Riflessioni su un mercato che non è decollato tra perplessità e porte chiuse in faccia
Si chiude la campagna acquisti invernale del Catania avendo perfezionato 7 acquisti e 14 cessioni. Nessuna rivoluzione in entrata, a differenza della passata stagione quando la riapertura del calciomercato coincise con uno smantellamento quasi integrale della rosa con contratti faraonici che, alla lunga, hanno avuto un peso notevole nelle casse del club.
Se da un lato non avere stravolto rappresenta un aspetto di cui tenere conto favorevolmente, così come l’alleggerimento del monte ingaggi, nota di rilievo nell’ottica di una legittima politica di riduzione dei costi di gestione, dall’altro il bilancio legato ai nuovi innesti desta più di qualche perplessità. Si è ovviato alle problematiche legate al portiere (con annessa una gestione ‘ballerina’ del ruolo nel girone d’andata) accogliendo Farroni e Dini, doppia operazione nel complesso soddisfacente. Per il resto, a completamento del reparto arretrato, Allegretto è un profilo molto interessante, di prospettiva, Del Fabro una valida opzione, ma pesa come un macigno la cessione di Castellini.
L’ex capitano rossazzurro ambiva al salto di qualità, ma il presidente Pelligra aveva assicurato a dicembre che, almeno per il momento, non si sarebbe mosso da Catania. La realtà ha detto altro. Dura, per i tifosi, accettare il trasferimento di uno dei giocatori a cui erano più legati ma, in un calcio sempre più formato business, queste operazioni si verificano ormai non di rado. Più d’ogni altra cosa delude il fatto che, a fronte di una cessione così importante, non sia stato rimpiazzato adeguatamente Castellini, non fortificando altri reparti nella misura più opportuna.
C’è una lista di 23 calciatori professionisti da rispettare, questo ha bloccato le strategie di molte società. Verissimo. Ed è presumibile che se il Catania avesse liberato altre caselle (Celli, Luperini e Montalto) avremmo assistito ad ulteriori novità in entrata. Ma un club dichiaratamente ambizioso come quello rossazzurro, con una classifica che si presenta oggi assai deficitaria, avrebbe dovuto fare di più per innalzare il tasso tecnico della rosa e garantire elementi con caratteristiche diverse.
A centrocampo hanno lasciato la Sicilia Verna e Carpani: il primo proveniva da una stagione da assoluto protagonista in Serie B e non è riuscito a confermare il proprio valore sotto l’Etna, mentre il secondo il suo discreto apporto lo aveva dato in rossazzurro. E’ arrivato Frisenna, centrocampista catanese dinamico e completo, dallo spiccato senso d’appartenenza. Il suo esordio a Cerignola è stato amaro, lungo il percorso potrà dare un contributo molto utile alla causa, ma ci si aspettava anche un altro innesto a centrocampo. In effetti il Catania ha effettuato diversi tentativi, vedi Garetto (Rimini), Iotti (Pro Vercelli), Tascone (Foggia), Antoni (Lucchese) ma si è svisto chiudere tante porte in faccia. Idem in attacco, reparto che più d’ogni altro, probabilmente, necessitava di rinforzi.
A differenza di luglio è andato via D’Andrea, che ha deluso le attese. E’ stato rimpiazzato con Dalmonte (buon giocatore ma reduce da pochissime apparizioni alla Salernitana e subito infortunatosi) e De Paoli (riserva del Giugliano), il cui bottino di 14 gol nelle ultime sette stagioni non fa impazzire. Anche in questo caso tanti nomi erano emersi ma non si è concretizzato nulla: da Musso (Sorrento), Finotto (Carrarese), Torregrossa (ex Salernitana), Comi (Pro Vercelli) e Redan (Avellino) passando per Pellegrino (ora al Monopoli), Ongaro (soffiato dal Trapani), Shpendi (Carrarese), Patierno (Avellino) e Bruzzaniti (Pineto).
Insomma, un mercato che non è decollato e le premesse non sono delle migliori. Saranno i restanti mesi a dire se le scelte produrranno sostanziali progressi, oppure se la squadra confermerà l’attuale posizionamento anonimo in classifica o se, addirittura, si registrerà una involuzione. A giudicare sarà sempre e solo il campo, che fino ad oggi ha evidenziato un ruolino di marcia parecchio deludente della squadra rispetto alle ambizioni e alle esigenze della piazza.
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