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ESCLUSIVA – Mosca: “Catania, con Faggiano hai fatto bingo. Toscano mi ricorda Busetta. Sugli errori commessi la scorsa stagione e Zeoli…”

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Abbiamo avuto il piacere di sentirlo telefonicamente giorni fa, a proposito della possibilità che il centrocampista Galo Capomaggio approdi in rossazzurro, lui che ben conosce il ragazzo per averlo sapientemente allenato al Fasano, in Serie D. Giuseppe Mosca, ex bomber del Catania ai tempi della militanza etnea nel C.N.D. (stagione 1994/95, ndr) ha concesso un’intervista ai microfoni di TuttoCalcioCatania.com soffermandosi sulla scelta del club di affidare la direzione sportiva a Daniele Faggiano e la conduzione tecnica della prima squadra a Domenico Faggiano. Spazio anche ad altre considerazioni sulla stagione scorsa disputata dall’Elefante ed il contributo offerto da Michele Zeoli in panchina.

Allora Giuseppe, partiamo da Faggiano. Che ne pensi della sua scelta di sposare il progetto Catania?
“E’ lui il colpaccio numero uno del Catania. Lo conosco benissimo perchè abita a15 km da casa mia. Lo incrociai nel mio ultimo campionato nel 2002, smisi di giocare e lui l’anno successivo divenne Direttore Sportivo a Manduria. Era giovanissimo, fece molto bene in Interregionale, poi al Grottaglie si confermò, a Noicattaro idem. Successivamente ripartì dal Bari, dove portò dalle serie inferiori un attaccante come Ciccio Caputo. Poi ha preso il volo. Il Catania ha fatto bingo scegliendo Faggiano, perchè è uno che sa il fatto suo. E’ sceso di categoria per rilanciarsi, perchè gli piacciono le sfide. E’ un D.S. che si è fatto da solo. Abbiamo anche collaborato insieme, rivalutandogli dei giocatori, poi abbiamo avuto qualche distacco ma sono felice che il Catania lo abbia scelto, a livello professionale Grella non poteva operare una scelta migliore. Faggiano si è fatto col calcio, senza l’appoggio di nessuno, con i fatti. Ovunque è andato. E’ un uomo di fatica. Faggiano avrebbe potuto tranquillamente lavorare ancora in Serie A, è sceso in C perchè crede nel progetto a lunga scadenza del Catania e si è rimesso in gioco, non è da tutti. Lui il calcio ce l’ha nel sangue. Non è nato in una famiglia di calcio, ma ha una passione autentica, ha viaggiato molto. Conosce i calciatori in Europa e nel mondo. Magari leggerete in rosa anche nomi poco conosciuti, ma vedrete che Faggiano saprà portare i calciatori giusti per il Catania”.

Quanto sarà importante la ricerca di giocatori adatti alla piazza di Catania?
“Il vero fuoriclasse in questo Catania sarà Faggiano, che preferisce puntare su giocatori vogliosi, affamati, perchè chi ha il nome generalmente tende ad ingrassare il conto corrente. Aggiungiamoci che Catania è una piazza che offre tanti svaghi. Fermo restando che ci sono anche calciatori dal nome importante ma comunque in grado di trascinare le squadre in cui militano. Sarebbe importante trovare 5-6 giocatori di riferimento, esperti, forti e professionisti seri che trascinino il gruppo, ancora affamati, con l’aggiunta di elementi di prospettiva che possono diventare calciatori importanti. La C si vince con queste figure. Servono giocatori di un certo spessore tecnico ma anche carismatici, con fame e attaccamento alla maglia, non gente che vene soltanto ad incrementare lo stipendio. Faggiano non ha bisogno dei miei consigli, saprà certamente come intervenire. Lui è bravo a trovare il mix giusto, come un cuoco che riesce a fare una miscela talmente buona e gustosa. Sa mettere le persone giuste al posto giusto. Anche Grella credo abbia il Catania nel cuore, lo ha dimostrato facendo un passo indietro con l’inserimento di una persona a cui ha dato ampi poteri”.

Facciamo un passo indietro. Cosa non ha funzionato la scorsa stagione a Catania?
“La gestione societaria non è stata impeccabile. L’anno scorso mi sarei aspettato di sostituire Giovanni Ferraro con una prima scelta, anzichè affidare la panchina a Luca Tabbiani, con tutto il rispetto. Anche perchè un conto è allenare a Catania, un conto è farlo davanti ad un centinaio di persone a Fiorenzuola. Normalmente, poi, un allenatore non accetta di fare un ritiro pre campionato a Zafferana con 40 gradi. in quella zona inoltre non si potevano organizzare amichevoli, i giocatori faticavano anche a riposare visti gli elevati carichi di lavoro. E’ stato sbagliato tutto, errori macroscopici che questa società così forte non si può permettere. Grella nel comporre la squadra si è fidato dei consigli di persone sbagliate. Hanno preso un calciatore come Chiricò, io ci ho giocato contro quando militava nella Primavera del Lecce. Per le qualità che ha, oggi si sarebbe potuto trovare con la spedizione azzurra agli Europei, però è la testa che fa funzionare tutto. Se la testa non funziona… A prescindere da Chiricò, la squadra è stata fatta male. Catania è una piazza difficile. Non devi essere solo forte ma anche avere gli attributi, supportare lo stress e la pressione. Ed il prossimo sarà un campionato molto duro perchè la gente di Catania ragionerà in ogni gara in funzione della Serie B, penseranno di vincere subito e hai bisogno di macchine, robot in campo. Gente che viene a Catania per la movida o per incrementare il conto corrente fa fatica. Catania ha bisogno di gente umile. Adesso si riparte da Assisi, Grella aveva tutta la responsabilità sulle spalle e ha capito di delegare altre figure. Il presidente lo scorso anno ha speso circa 10 milioni di euro ma questo non è garanzia di successo nel calcio, Grella ha riflettuto su cosa non ha funzionato e cosa non andava nell’ambiente, all’interno dello spogliatoio ed in società. Ha capito umilmente gli errori. Ora la città faccia lavorare serenamente Faggiano e Toscano”.

Che ne pensi, invece, di Mimmo Toscano e un giudizio sull’operato di Michele Zeoli.
“Toscano rappresenta un’altra ottima scelta. Lo dimostra anche il brillante campionato disputato dal Cesena in Serie C, oltretutto con una rosa composta da tanti giovani di valore. Quando l’ho sentito parlare in conferenza stampa mi è sembrato di rivedere Angelo Busetta, l’allenatore che contribuì a farci vincere un campionato durissimo nel ’95 con una squadra che dovette calarsi in una realtà molto complessa. Ho avuto l’impressione di un tecnico determinato, che va alla ricerca dei risultati attraverso il lavoro. E’ affamato. Su Zeoli posso dire che ho giocato con lui ai tempi del Giarre. Un bravissimo ragazzo. Si è sacrificato per dare una mano a questa società in una situazione molto difficile. Ha preso in mano una squadra. E’ stata una chiamata d’aiuto alla piazza, lui non si è tirato indietro. Zeoli ha trovato calciatori abituati ad esprimersi con un altro sistema di gioco, altri che se li mandavi in panchina ti andavano contro. La società non aveva un filtro adeguato che facesse da tramite fra allenatore e squadra. Zeoli è un catanese d’adozione, i colori rossazzuri ce li ha sulla pelle. E’ riuscito a dare ad un gruppo spento senso di appartenenza, trasferendo l’orgoglio della città, con forza d’inerzia li ha fatti rendere nonostante ci fossero spaccature all’interno. Hanno vinto la Coppa, ha dato ai giocatori quella spinta in più per rigenerarli mentalmente, facendogli capire cosa è Catania”.

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