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VIAGGIO NELLA STORIA DEL CATANIA: 1965/66, si chiude un’era con il ritorno in B. Pesano le cessioni di Danova e Cinesinho

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Il cuore del Calcio Catania ha smesso di battere ma non si potranno mai cancellare i ricordi. Attraverso questa rubrica intendiamo effettuare proprio un viaggio nella storia del Catania. Una storia fatta di gioie, dolori, emozioni, momenti delicati e di grande entusiasmo.

In questi giorni abbiamo parlato dell’inizio di una storia rossazzurra, quando il Catania assunse la denominazione di Società Sportiva Catania prima, di Associazione Fascista Calcio Catania dopo, fino ad arrivare alla nascita del Club Calcio Catania. Andiamo avanti con il 33/o appuntamento della nostra rubrica, giungendo all’annata 1965-66 (fonte Tutto il Catania minuto per minuto).

E’ l’ultima del binomio Ignazio Marcoccio-Carmelo Di Bella, l’età dell’oro ormai è al tramonto. Partenze pesanti. Al calciomercato il primo a lasciare è Danova, destinato all’Atalanta in cambio di Graziano Landoni, Cinesinho saluta Catania per la Juventus, a sostituirlo dal Torino arriva Giancarlo Cella. Per irrobustire l’attacco, riecco Giovanni Fanello dal Napoli e Bruno Petroni che rientra dall’Atalanta.

In Coppa Italia, superate ai primi turni Reggina e Brescia, ci si ferma al terzo turno contro la Fiorentina. Il bel Catania delle predecenti stagioni è solo uno sbiadito ricordo, si parte male, la prima vittoria arriva solo dopo undici partite e si continua peggio. Qualche sussulto d’orgoglio come la vittoria sulla “grande Inter” di quelle stagioni che poi vincerà lo scudetto (1-0 gol di Facchin), quella che resterà l’unica vittoria in trasferta a Varese (1-2 con doppietta di Petroni), ma tutto insufficiente per raggiungere la salvezza.

“Siamo in Serie B – dice il giornalista Candido Cannavò – perché s’è fatto di tutto per andarvi, sarebbe bastato qualche errore in meno, per aggrapparsi al cocchio delle squadre che rimangono in Serie A”. Il campionato si conclude con l’indegna goleada subita a Milano contro il Milan (6-1), retrocedendo in cadetteria con Sampdoria e Varese. L’esperienza in Svizzera nella Coppa delle Alpi rappresenta, invece, un buon banco di prova per alcuni giovani potenzialmente utili per il futuro.

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