Diego Armando Maradona e il gol, l’essenza del calcio per chi del calcio è stato essenza. In carriera ne ha segnati 312, da quando nel 1976, a poco più di 15 anni, debuttò da professionista con la maglia dell'Argentinos Junior al 1998, l'ultima stagione da calciatore con l'amata casacca del Boca. In mezzo magie, carezze al pallone passate alla storia, giocate impossibili e colpi di genio da lasciare a bocca aperta, reazione comune a tutti quelli che lo hanno visto giocare e ne hanno ammirato la classe purissima. 

Trovare i migliori gol nella carriera di Maradona è impresa difficile, ognuno di loro ha dentro di sé qualcosa di unico e speciale, non se ne trova uno banale o facile da realizzare, perché Diego Armando Maradona con il pallone tra i piedi era unico, infinito nella fantasia e nel saperlo toccare in tutti i modi, dal tacco alla punta. 

Il suo sinistro è stato leggenda, i suoi dribbling una danza leggera e  armoniosa, lui e la palla una cosa sola.

22 giugno 1986, Argentina-Inghilterra 2-1: il gol del secolo

Per la Fifa è il gol del secolo, il più bello mai realizzato su un campo di calcio. Nei quarti di finale del Mondiale di Messico ’86 la serpentina di Maradona ha dell’incredibile, ipnotica e meravigliosa, impossibile fermarlo per i difensori inglesi superati come birilli. L’Argentina vince 2-1 e si avvia alla conquista della Coppa del Mondo.

22 giugno 1986, Argentina-Inghilterra 2-1: la mano de dios

È conosciuto da tutti come la mano dei dios: stessa partita, contro l’Inghilterra, Maradona batte Peter Shilton anticipandolo di testa, almeno così pensano tutti fino ai primi replay. No, Diego la palla non l’ha colpita di testa, ma di pugno, facendola andare oltre il portiere in rete. Gli inglesi, increduli, protestano. Arbitro e assistenti non hanno visto. È gol, è storia.

20 ottobre 1985, Napoli-Verona 5-0: il pallonetto infinito

Quando arriva il pallone sa già cosa fare, perché ha capito tutto, come sempre. Controllo e via, sciabolata delicata che nessuno all’inizio comprende, salvo poi vedere quel pallone che prima si alza e poi scende delicatamente alle spalle del portiere del Verona. 

3 novembre 1985, Napoli-Juventus 1-0: la punizione da fermo

Freddo, pioggia, terreno pesantissimo. Napoli-Juve a metà anni ’80 non era una partita qualunque, ma la sfida tra i due mondi contrapposti. La stranezza di una punizione di seconda in area di rigore. La barriera fittissima, pochissimo spazio per fare qualsiasi cosa. Per tutti, non per lui, che segna uno dei suoi gol più famosi con un tocco leggero e perfetto che fa esplodere il San Paolo.

24 febbraio 1985, Napoli-Lazio 4-0: tripletta con pallonetto impossibile

Tre gol alla Lazio, ma uno è speciale. Ancora con un pallonetto, questa volta cadendo all’indietro. Una frazione di secondo per capire come capitalizzare quella palla strana che resta a metà strada, e che solo lui sa come spedire in fondo alla rete. 

26 giugno 1983, Barcellona-Real Madrid 2-1: la sfida al Bernabeu

Da sempre tra Barcellona e Real Madrid c’è una rivalità storica, fortissima e sentita dalle due tifoserie. Segnare al Bernabeu, in casa dei rivali, è il massimo per un giocatore del Barça, farlo facendo sedere il difensore è un misto tra follia e irriverenza

20 ottobre 1982, Stella Rossa-Barcellona 2-4, il tocco più delicato

Immagini sgranate, pescate dagli archivi della Coppa delle Coppe della stagione 1982-83. Nel delirio del Marakana di Belgrado Maradona si inventa quello che adesso definiremmo cucchiaio, un colpo da biliardo meraviglioso.

10 novembre 1985, Inter-Napoli 1-1: stop e gol

Narrano le cronache di allora che quel giorno a San Siro ci fossero tanti interisti quanto napoletani, perché quando arrivava Maradona era una vera caccia al biglietto. E quella volta i tifosi del Napoli esultarono per questa perla

9 novembre 1980, Argentinos-Boca Juniors 5-3: la risposta alle provocazioni 

Alla vigilia della gara il portiere del Boca Hugo Gatti, lo definì gordito y petisso. Maradona gli risponde procurandosi un rigore, segnando su punizione da posizione impossibile, superandolo con un tocco di sinistro e di nuovo su punizione.

2 settembre 1984, Pescara-Napoli 0-3: il gol da seduto 

Pochi se lo ricordano, perché quella gara a Pescara era valida per il primo turno di Coppa Italia. Eppure nel genio di quel gol c’è tanto di lui, compresa la follia di pensare, seduto a terra, di toccare la palla per mandarla in rete.

19 febbraio 1980, Argentinos Junior-Deportivo Pereira 4-4: la magia in bianco e nero

Immagini in bianco e nero, sgranate e rovinate dal tempo. Ma per molti anni lui stesso lo ha definito «Il mio gol più bello». Aveva 20 anni, ma il suo sinistro era già famoso, e in quel dribbling infinito c’è tutto quello che sarà Maradona negli anni a venire.

10 aprile 1981, Boca Juniors-River Plate 3-0: fino all'ultimo dribbling

Il Boca, la maglia blu con la striscia gialla che sentiva tatuata sulla pelle. Questo gol al River Plate lo racconta bene, geniale e folle, sintomo di freddezza e conoscenza totale di ciò che poteva fare con i suoi piedi.

25 giugno 1986, Argentina-Belgio 2-0: due perle

I Mondiali dell’86 lo hanno visto brillare come mai, uno dei momenti più alti della sua carriera. Sul suo cammino travolge anche il Belgio, impotente di fronte alle due gemme che Maradona si inventa dal nulla.

Acerra, 1984: l'amichevole nel fango

Non era una partita ufficiale, ma per lui valeva molto di più. Ad Acerra c’era un bambino bisognoso di cure, e Maradona si impegnò per fare qualcosa. Portò tutto il Napoli su un campo spelacchiato e fangoso, il riscaldamento nel parcheggio tra le macchine, la partita con la squadra locale pur di raccogliere la somma che serviva per pagare l’operazione.

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