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Biathlon, le favorite della Coppa del Mondo 2023-2024: anche le azzurre nella nutrita schiera delle pretendenti

Biathlon, le favorite della Coppa del Mondo 2023-2024: anche le azzurre nella nutrita schiera delle pretendenti

Domenica 26 novembre 2023 comincerà la XXXVII edizione della Coppa del Mondo femminile di biathlon, la IX consecutiva con un’italiana tra le annunciate protagoniste. È dal 2015-16, ovvero dall’inverno successivo all’emersione ad altissimo livello di Dorothea Wierer, che il movimento tricolore annovera tra le proprie fila una pretendente alla Sfera di cristallo. Anzi, almeno una. Oggi sono due.

La già citata altoatesina è tuttora sulla cresta dell’onda ed è l’unica stella della sua generazione ancora nel firmamento della disciplina. Trentatré anni sono tanti, ma non certo troppi per recitare un ruolo di primissimo piano, soprattutto se si è integre nel fisico e nella determinazione. La veterana sudtirolese è un’ovvia candidata alla conquista di quella Coppa del Mondo già vinta nel 2018-19 e nel 2019-20. Non sarà la favorita, ma attestandosi perennemente nelle posizioni di vertice, come lei sa fare, è fisiologico trovarsi a concorrere per la classifica generale.

L’altra azzurra con i crismi per fregiarsi della Sfera di cristallo è Lisa Vittozzi, nel 2022-23 tornata dove le compete dopo essersi smarrita per tre stagioni. Cosa manca alla ventottenne di scuola friulana per diventare la numero uno del circuito? Assolutamente nulla, è una biathleta completa e matura. Se farà il suo, come ha fatto nell’arco di tutto lo scorso inverno, avrà modo di partecipare alla corsa per il trofeo supremo. In tal senso, l’Italia è una delle poche nazioni a permettersi il lusso di avere due colpi in canna per provare a colpire il bersaglio grosso. Non l’unica, però. L’altra è la Svezia.

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Nel caso del Paese scandinavo, la questione è di famiglia. La fresca ventottenne Hanna Öberg ha assunto i contorni di “donna dei grandi appuntamenti”, 1 oro olimpico e 3 ori iridati sono lì a dimostrarlo. Il suo limite è sempre stato rappresentato da periodici cali di rendimento nella precisione in piedi che ne hanno compromesso le campagne sul lungo periodo. La sorella minore Elvira parte con i crismi di donna da battere sugli sci. Il potenziale non lo discute nessuno e i ventiquattro anni d’età presuppongono che vi sia ulteriore margine per crescere, ma la giovane nordica sinora ha concretizzato solo a sprazzi quel talento unanimemente riconosciutole.

Per la verità, anche la Francia avrebbe due carte da classifica generale da giocarsi, ma il movimento transalpino è afflitto da un malessere estraneo allo sport. Julia Simon, vincitrice della Coppa del Mondo 2022-23, è stata travolta da uno scandalo scatenato dalla connazionale Justine Braisaz-Bouchet, al rientro dopo la maternità. Tra denunce, esili forzati, accuse dell’una e difese dell’altra, ce n’è a sufficienza per riempire una puntata di Perry Mason. I malumori interni a una squadra (che squadra, di fatto, non è) possono invece essere materiale per un episodio di Sous le soleil. Insomma, le francesi vivono in un ambiente avvelenato e tale dinamica potrebbe avere inevitabili ripercussioni sulla serenità interiore di tutte le ragazze, aspetto mai da sottovalutare in una disciplina dai meccanismi delicati qual è il biathlon.

Altre papabili per la Sfera di cristallo? Le due grandi incompiute in cerca di compimento Ingrid Landmark Tandrevold e Marketa Davidova. In ambito giovanile, la norvegese e la ceca erano state pronosticate quali future protagoniste assolute del massimo circuito. A oggi lo sono state occasionalmente e, allo scopo di completare la metamorfosi da crisalide a farfalla, hanno bisogno del proverbiale “salto di qualità”, ancora possibilissimo considerata la loro età (27 anni la nordica, 26 la mitteleuropea).

Il discorso vale per tante altre ragazze, più o meno navigate del tandem appena citato e più o meno attese nell’empireo. Alzando l’asticella, come in diverse hanno saputo fare nel corso del tempo, è possibile “bagnare il naso” a tante rivali più quotate o chiacchierate. Magari, quell’asticella, la si deve alzare più di altre. Però, se oltre a una carabina calibro 22 si è armate di una ferrea forza di volontà, nessun traguardo è precluso nel biathlon femminile contemporaneo. Le sorprese possono essere dietro l’angolo, soprattutto in un inverno successivo a diversi ritiri tra le interpeti di primissimo piano.

Foto: La Presse

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