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LBA Legabasket 2020-21: l’Olimpia Milano chiude il suo mercato con l’arrivo di Zach LeDay da Kaunas

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Roma, 13 luglio 2020 – Altra giornata di Mercato LBA 2020-21 piuttosto tranquilla. Una sola ufficialità nelle ultime 24 ore, ma significativa da parte dell’Olimpia Milano, che puntella definitivamente il suo roster con l’arrivo dell’ala grande, ma in grado di giostrare all’occorrenza anche da centro in determinati assetti, Zach LeDay.

Giocatore texano, originario di Dallas per la precisione, di 26 anni e 202 centimetri di altezza, arriva nel capoluogo lombardo con un impegno biennale e con un bagaglio di esperienze già di tutto rispetto per un giocatore sì nel pieno della carriera, ma con tanti anni di pallacanestro di fronte a sé e relativi di margini di miglioramento annessi.

Stiamo comunque parlando di un ragazzo dal percorso cestistico costantemente in ascesa e in grado di smentire gli scetticismi che lo hanno perennemente accompagnato negli anni, vuoi per la stazza non imponente per un atleta che ricopre il suo ruolo, vuoi per quelle movenze che non fanno esattamente l’occhiolino agli amanti più oltranzisti dell’estetica applicata al gioco, sebbene piuttosto efficaci. L’approdo alla corte di Ettore Messina per compiere il salto di qualità definitivo e stabilirsi tra i grandi, oltre che per vincere.

Fin dai suoi anni universitari, spesi tra la South Florida University e Virginia Tech, un giocatore with the chip on the shoulder, come dicono negli States, “condannato” a dover dimostrare qualcosa in più degli altri per convincerli a dargli fiducia e investire sulle sue qualità, a mostrare di essere davvero speciale insomma.

Zach LeDay ci è riuscito tutto sommato, sebbene le porte della NBA, sogno per ogni ragazzino americano, non si siano mai aperte: nell’ultima stagione al college chiude con 17 punti e 7.6 rimbalzi di media venendo inserito nel secondo quintetto ideale del Torneo della Atlantic Coast Conference. E’ l’estate del 2017, è il momento di passare tra i professionisti e di chiudere le valigie destinazione Europa, destinazione Israele.

Ad attenderlo l’Hapoel Gilboa Galil e una Winner League che vive del dualismo tra Maccabi Tel-Aviv e Hapoel Gerusalemme. L’impatto è a dir poco sorprendente: brucia le tappe, non mostra alcun timore reverenziale nelle lotte dentro il pitturato, le doma con autorevolezza senza pagare alcuno scotto tipico del rookie. Si toglie lo sfizio di una prestazione da 24 punti, 11 rimbalzi, 6 falli subiti e 29 di valutazione nel 79-81 vincente in casa del Maccabi. I taccuini degli osservatori si riempiono di annotazioni positive e i 19.5 punti (secondo marcatore), oltre agli 8.2 rimbalzi a gara (essendo anche secondo per stoppate e valutazione) non fanno che rendere più solida la sua candidatura sul mercato dell’estate successiva.

 

Non sorprende, allora, che arrivi la chiamata dell’Olympiakos a offrirgli il palcoscenico della Turkish Airlines Euroleague. A volerlo fortemente il general manager della società greca, quel Christos Stavropoulos che ritroverà a Milano. Il contesto non è dei più semplici, le note vicende extra-campo con i rivali cittadini del Panathinaikos di mezzo e i contrasti all’interno della famiglia proprietaria a mettere talvolta in secondo piano ciò che accade nella vita quotidiana della squadra. LeDay riesce comunque a mettersi in evidenza con 9.7 punti e 4 rimbalzi di media nella massima rassegna continentale (15 volte in doppia cifra su 30 partite, picco di 28 punti contro il Buducnost, ma anche 21+9 contro il CSKA Mosca) che diventano 11.2+4.7 nella Liga Esake greca.

Il trasferimento alla corte di Coach Sarunas Jasikevicius nel 2019 significa garanzia di miglioramento ulteriore, infatti diventa un giocatore meno istintivo, aggiungendo letture e conoscenze in entrambe le metà campo e imparando a utilizzare con maggior furbizia il proprio corpo nelle aree intasate di Eurolega, laddove non ha chili e centimetri in più dei suoi avversari da far valere, ma buoni movimenti sul perno e mani forti per andare a concludere al ferro. Comincia a sviluppare anche un certo feeling con il tiro dalla lunga distanza, seppure ancora con un numero esiguo di tentativi: 13/30 il dato complessivo (con 6 gare non disputate causa COVID 19) per un 43,3% che è sintesi tra l’avvio stentato e, aspetto interessante, una crescita sensibile nella seconda parte di stagione, chiusa a 11.8 punti (con il 51,6% da 2) e 4.7 rimbalzi di media, con la vittoria del Campionato, della Coppa di Lituania e il nono posto in Eurolega.

Una doppia dimensione in the making che deve essere stata elemento aggiuntivo di convincimento nelle idee di Ettore Messina, oltre a quella dose di energia e atleticità che lo rendono giocatore moderno e lo fanno entrare nelle grazie degli allenatori, insieme a quella versatilità tattica che l’Olimpia 2020-21 cercherà di far valere a proprio vantaggio, non essendo tra le squadre più imponenti, sul piano fisico, tra le iscritte alla prossima edizione di Eurolega.

Con il suo acquisto, Milano chiude un mercato tempestivo e scandito da operazioni importanti, tra i colpi a effetto Kyle Hines, Gigi Datome, Malcolm Delaney e Shavon Shields, su tutti, e dolorose uscite, laddove ci riferiamo ad Arturas Gudaitis in primis. Soprattutto, un mercato ambizioso e coraggioso ancorché dalle idee chiare. Emerge in maniera evidente la volontà di andare a lavorare sulle principali lacune del roster della passata stagione: dimensione atletica, intelligenza cestistica ed esperienza consolidata ad alti livelli e, perché no, anche la volontà di innalzare il livello della truppa italiana, con l’intelligente scommessa su Davide Moretti e il ritorno in Italia di Gigi Datome, che ha un impatto mediatico e non solo di fondamentale importanza per un movimento alle prese con mille problemi, tra i quali l’atavica difficoltà a creare unione di intenti e visione progettuale sul lungo periodo.

Resta il dubbio sulla dimensione fisica della squadra al cospetto delle superpotenze europee, soprattutto sotto canestro, con la risposta che potrà arrivare solamente dal parquet. L’impressione, però, è che questa possa essere finalmente creatura a immagine e somiglianza di Ettore Messina, con tutte le carte in regola per riportare i playoff di Eurolega a Milano e in Italia dopo 7 anni e quella beffarda serie di quarti di finale contro il Maccabi Tel-Aviv di David Blatt, trionfante un mese dopo nella Final Four proprio al Mediolanum Forum di Assago.

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