Il pesista Arena sospeso per doping, titolo italiano revocato

PORDENONE. Christian Arena, atleta della Pesistica Pordenone che lo scorso mese di luglio agli Assoluti di San Donato Milanese si era laureato per il secondo anno di fila campione italiano nella categoria +109 kg, è stato sospeso per un anno, il minimo della pena, dopo essere risultato positivo a un controllo antidoping: gli esami hanno accertato la presenza del Clostebol, uno steroide anabolizzante che si trova anche in creme cicatrizzanti utilizzate per curare abrasioni, ulcere cutanee o ragadi.

Per la stessa sostanza, di recente, era stato sospeso in via cautelare, nella serie A di calcio, il difensore dell’Atalanta José Luis Palomino. Ad Arena, che ha patteggiato, verrà revocato il titolo tricolore.

La società

« Non sapeva che la sostanza contenuta nel cicatrizzante che aveva usato per una ferita ai piedi gli avrebbe provocato la positività – ha detto Dino Marcuz, storico maestro della Pesistica Pordenone –. Era in buona fede, tanto da aver dichiarato di aver utilizzato il cicatrizzante prima del controllo antidoping: il farmaco glielo aveva prescritto il medico.

Purtroppo è stato un po’ sprovveduto: avremmo potuto consigliarlo nel modo giusto, non ci ha chiesto informazioni. Inutile cercare giustificazioni, la sostanza è stata trovata ma, lo ribadisco, il nostro atleta era in buona fede. Gli verrà tolto il titolo italiano».

L’immagine

Marcuz si augura che la vicenda non abbia ripercussioni sull’immagine della Pesistica Pordenone.

«Lavoriamo con tanti ragazzini, con le famiglie abbiamo uno splendido rapporto: quello di Christian è stato l’errore commesso da un atleta che non ha voluto farsi consigliare».

La difesa

Arena è stato difeso dall’avvocato Antonio Pedicini di Pordenone. «Non si tratta di un dopaggio – ha sottolineato il legale –. Stiamo parlando di una pomata che ha effetto epidermico, come ho scritto nella memoria inviata alla Procura nazionale. Per pustole e ulcere resistenti è l’unica che riesce a cicatrizzare l’epidermide.

Avrebbe potuto farsi autorizzare a usare la pomata, visti i problemi che aveva ai piedi e che sono stati certificati dal suo medico: è stato sprovveduto.

Mi dispiace, perché è un bravo ragazzo, non ha usato sostanze dopanti e non lo ha mai fatto in passato: è capitato in questa situazione.

Ha patteggiato, la sospensione è quella minima: sono d’accordo sul fatto che la normativa antidoping debba essere particolarmente severa ma, visto il caso specifico, per Arena è troppo dura. In questo caso – ha concluso Pedicini – una via di mezzo, dal punto di vista delle conseguenze legali, sarebbe stata opportuna»