Un po’ di tempo fa Kumail Nanjiani iniziò a parlare con uno sconosciuto in palestra. Accomunati dalla tortura del sollevamento pesi, si chiesero a vicenda: Perché lo stiamo facendo? Decisero che era soprattutto perché erano cresciuti con i film d’azione degli anni Ottanta, interiorizzando i comportamenti di stelle come Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger che trasmettevano un’idea ben precisa della mascolinità. «Vedevamo questi tizi che erano degli adoni, degli dei, e ci dicevamo, “Ecco come devono essere gli uomini forti”», mi racconta Nanjiani. «Non c’è spazio per i sentimenti, non piangono, non dicono di esser tristi, o di aver paura. Sono tutto muscoli». 

Nanjiani ha iniziato a fare attività fisica in Pakistan, quando era un adolescente mingherlino. Aveva una testa enorme e un corpo minuscolo e odiava il suo aspetto. Si ricorda che almeno un compagno di classe lo chiamava Spalle di Pollo. «Sarebbe stato meglio pensare, “Mi piaccio così come sono. Che vadano tutti al diavolo”», ricorda. «Ma non ce la facevo». 

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Vestaglia Etro. Tank top Dolce & Gabbana. Collana Bulgari

Nanjiani ha continuato ad allenarsi seguendo la sua routine anche dopo essersi trasferito negli Stati Uniti e aver raggiunto la notorietà – prima per la sua attività di comico, poi per il ruolo in Silicon Valley, e infine per essere stato tra gli autori e interpreti di The Big Sick - Il matrimonio si può evitare… l’amore no – ma nessuno lo avrebbe mai preso per Stallone o Schwarzenegger. Alla fine del 2018 però è stato scelto per interpretare una parte in Eternals della Marvel, in uscita il 3 novembre, dove è Kingo, un supereroe quasi immortale che nella vita quotidiana indossa i panni di una stella di Bollywood. Per questo ruolo ha trasformato il suo corpo, trascorrendo ore su ore in palestra con un allenatore, a volte fino al punto di vomitare. Dopo avere completato la trasformazione – e su spinta di uno dei suoi allenatori, David Higgins – Nanjiani ha postato alcune immagini del suo nuovo corpo su Instagram. Forse le avete viste e siete rimasti a bocca aperta, come tutto il resto di Internet. Perfino The Rock, santo patrono dei muscoli, ha commentato: «Un lavoro estremamente duro. Difficile avere dei muscoli così». C’è stata una copertina su Men’s Health (una copia ce l’ha sempre la suocera nella borsetta, per darsi un po’ di arie). Per qualche tempo è comparso come l’immagine in miniatura della categoria Uomini Muscolosi su Pornhub, e ciò gli ha dato diritto a 10 anni di abbonamento gratuito a Pornhub Premium. Recitare in Eternals – o anche solo prepararsi a farlo – gli ha cambiato la vita in un modo che deve ancora comprendere appieno.

Ci incontriamo per prendere un caffè a Los Angeles, a poco meno di due anni dal post su Instagram, e pare avere ancora il fisico di Kingo, con un paio di spalle che, anche sotto la maglietta azzurra, sembrano supereroiche. Spruzzata di grigio, la fitta capigliatura nera ha lo stesso colore dei suoi occhi, scuri ed espressivi, mentre le spesse sopracciglia incorniciano una mascella assai squadrata. Dopo aver terminato da poco di interpretare il tipo di personaggio di cui leggeva nei fumetti da ragazzo, Nanjiani sta cercando di capire che cosa significa essere un nuovo tipo di uomo famoso, iniziando da che cosa significa vivere nella pelle del suo nuovo supereroe. 

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Soprabito, dolcevita, pantaloni e scarpe Prada

Gli chiedo se è stanco di parlare del suo corpo. «Certo», risponde, in un modo che significa definitivamente sì. «Nell’ultimo anno e mezzo, da quando ho fatto quella foto, ho scoperto di sentirmi molto a disagio a parlare del mio corpo, un disagio che non fa altro che aumentare». 

Il che è un peccato, considerando che è l’argomento che quasi tutti vogliono affrontare. «È un po’ come essere una ragazza e vedersi crescere il seno», commenta la moglie Emily V. Gordon. «A un certo punto ti rendi conto che tutti ti guardano in modo diverso». Come a un segnale, a metà della nostra conversazione, Nanjiani viene riconosciuto da una regista. «Come stai?», chiede. «Ti sei fatto i muscoli per la Marvel, giusto?».

Nanjiani ci tiene a dire che cambiare il suo corpo è stata esclusivamente una sua decisione – che, in realtà, quando la regista di Eternals Chloé Zhao ha visto quanto era diventato grosso, è rimasta molto sorpresa. «Chloé un po’ si è arrabbiata con me per il fatto di essermi messo in forma», fa una pausa, attento a non valorizzare il proprio fisico. «Non dovrei dire “mettermi in forma”. Per il fatto di cambiare il mio corpo e avere un certo aspetto». Zhao mi confida che è rimasta sorpresa solo perché aveva sempre pensato che Nanjiani avesse il giusto mix di umiltà e carisma per interpretare Kingo, indipendentemente dal suo look. «Volevo essere certa che non si fosse sentito in dovere di farlo per me», prosegue. 

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Maglia Versace. Dolcevita Berluti. Pantaloni Dior Men

Ma lui non l’aveva fatto per lei. Lo aveva fatto anche perché uno dei suoi obiettivi era interpretare un supereroe Marvel, e perché sa che i supereroi Marvel di solito non sono come lui. Non aveva certo intenzione di perdere questa possibilità, adesso che era arrivata. «Se interpreto il primo supereroe sudasiatico, voglio sembrare in grado di sfidare Thor o Captain America, o uno di loro», spiega. Ma anche perché il personaggio si nasconde dietro le vesti di una star di Bollywood. Nanjiani è cresciuto guardando i film di Bollywood — «Dagli anni Sessanta agli anni Novanta fondamentalmente quelli importanti li conosco tutti», afferma — per cui sa che questi tizi hanno tanti muscoli. «Mi dicevo, voglio che sia credibile. Voglio sentirmi potente in questo ruolo». 

Ma la sua educazione e la sua carriera hanno spinto Nanjiani a vedere i lati nascosti delle cose, per cui ora si preoccupa, nonostante si senta meglio che mai e abbia il migliore aspetto della sua vita, di stare comunque perpetuando l’immagine tossica della mascolinità che idolatrava da ragazzo. Il suo aspetto è legato a un certo modo di essere uomo. «Si tratta di aggressione», dice. «Rabbia. Tante volte ci insegnano a essere utili servendoci della forza fisica o del cervello in modo aggressivo e competitivo. Non con empatia. Non in modo sincero e collaborativo. Lo stesso accade quando ci sono tutti questi tizi che chiedono alla gente di discutere di loro su Twitter. Sembra un braccio di ferro. Si tratta di sconfitta. E l’ideale maschile è sempre stato così. Domina. Sconfigge. Schiaccia. Uccide. Distrugge. Ecco cosa significa metter su muscoli». 

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Giacca e abito Ermenegildo Zegna XXX. Dolcevita Hermès. Scarpe John Lobb

In realtà, ora che è più grosso, Nanjiani ha notato che i ragazzi lo guardano in modo diverso, come se volessero venire alle mani con lui. Una volta, prima della pandemia, mentre era al ristorante con Emily, si imbatté in uno sconosciuto che gli lanciò uno sguardo strano. «Conosco lo sguardo delle persone razziste», afferma Nanjiani. «Ma questo era una novità!». Emily dovette tradurre: Vattene, perché quel tizio vuole prenderti a botte, gli disse. È accaduto anche di recente, quando Nanjiani ha chiesto a un frequentatore della palestra, sfrontatamente senza mascherina, se poteva cortesemente indossarla. Il tizio si è arrabbiato così tanto che Nanjiani ha avuto paura che lo aspettasse nel parcheggio. «Sembrava che avessi stampato una foto di sua nonna e ci avessi pisciato sopra», ricorda. Era «esattamente lo stesso sguardo» che aveva visto in quel ristorante, e lo sconvolse.

«Vedo il bambino che c’è in loro, un bambino che finge di essere un uomo grosso e forte», dichiara, sorridendo amaramente. «Fa ridere, se non fosse così terribilmente devastante — e se non causasse tutti questi problemi nel mondo. Desidero semplicemente dire, hey, se impari a piangere sarai molto più felice». 



Nanjiani ha pubblicato il suo post su Instagram anche per un altro motivo. «Volevo avere possibilità diverse», afferma. «Volevo che il settore mi guardasse con occhi diversi». 

Storicamente Hollywood ha sempre avuto un modo molto ristretto di vedere le persone come lui. «Per le persone dalla pelle scura c’erano sempre gli stessi ruoli, molto specifici», spiega. «O siamo spaventati o spaventiamo. Erano le uniche due opzioni che avevamo. O sistemo il tuo computer oppure ho un piano per conquistare la Borsa».

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Kurta set Vintage India NYC. Scarpe John Lobb. Anello sulla mano sinistra personale. Anello sulla mano destra A. Sauvage

Nanjiani ha iniziato la carriera da comico in un momento poco favorevole, un mese prima dell’11 settembre – «Tempistica perfetta» –, ma si è rapidamente creato una nicchia (il suo speciale su Comedy Central si chiamava Maschio Beta). Da quel momento si è imposto come caratterista divertente e affidabile, noto per aver interpretato la parte del programmatore Dinesh su Silicon Valley della HBO. Ma sentiva ancora su di sé i pregiudizi e le aspettative del settore. Così nel 2017, invece di attendere che il ruolo giusto lo trovasse, ci ha pensato lui a crearlo. Con la moglie Emily ha scritto The Big Sick, l’incredibile storia vera di un coma indotto farmacologicamente che aiuta loro due a finire insieme. Basandosi sull’etica del lavoro che lo avrebbe aiutato a rimodellare il corpo, Nanjiani ha frequentato lezioni di recitazione per prepararsi al suo ruolo principale – sé stesso. The Big Sick ha conquistato una nomination agli Academy Awards per la miglior sceneggiatura originale e il suo successo ha premiato anche Nanjiani – ma, anche in questo caso, come un tipo di celebrità specifico. In Stuber - Autista d’assalto del 2019 è il docile e ingenuo autista Uber che viene trascinato in una folle corsa insieme a un robusto poliziotto interpretato da Dave Bautista. «Anche nei momenti d’azione la situazione che si vede è: nerd che si trova intrappolato, suo malgrado, in un momento d’azione», spiega. Per Nanjiani, Zhao e il produttore Nate Moore hanno scommesso su di lui scegliendolo come Kingo alla fine del 2018. Hanno creduto in lui come il resto dell’industria cinematografica non aveva mai fatto. Quindi il suo post su Instagram, quasi un anno dopo, è stato il suo tentativo di smuovere le acque.

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Giacca Giorgio Armani. Pantaloni Ermenegildo Zegna XXX

«Ho condiviso quella foto specificamente per dire, Hey, ho dovuto cambiare il modo in cui la gente mi vedeva per poter avere opportunità entusiasmanti. E sono arrivate!». Non sa se si tratta di una conseguenza diretta delle foto, ma adesso gli offrono ruoli diversi: invece di essere il miglior amico un po’ nerd, è lui il tizio che ha un miglior amico nerd. «Adesso ho delle occasioni. Non solo film d’azione. Adesso posso interpretare un tizio normale. Prima non mi vedevano così».

Gli interessa ancora scavare dentro questioni difficili sulla rappresentazione e l’ambizione – che cosa significa poter, o voler interpretare una «persona normale». Sente la pressione di raffigurare personaggi che siano buoni e nobili. All’inizio aveva rinunciato all’idea di interpretare Somen “Steve” Banerjee, indiano americano fondatore di Chippendales e poi coinvolto in un omicidio su commissione. «Voglio davvero raccontare la storia di questo tizio della mia regione che ha fatto tutte quelle cose negative?», si chiede. «Un anno dopo la richiesta è tornata, e io mi sono detto che era importante farlo. Prima di tutto è una storia vera. Ma è anche importante interpretare ruoli diversi. È condiscendente anche interpretare solo personaggi nobili e saggi». Il progetto adesso è in fase di sviluppo su Hulu. Nanjiani era consapevole di tutto ciò quando lavorava sul personaggio di Kingo. «Volevo che il personaggio fosse l’opposto delle tante rappresentazioni stereotipate delle persone dalla pelle scura che abbiamo visto nella cultura popolare americana», spiega. Così ha fatto diventare Kingo fisicamente potente e pieno di allegria. «Non mi fanno interpretare personaggi cool», mi ha confessato. «E questo tizio un po’ lo è». 

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Maglione Isaia. Pantaloni Ami Paris. Cintura J. Lindeberg. Occhiali da sole Ahlem. Orologio Zenith

Zhao dice di vedere molto di Nanjiani in Kingo. «Kingo è la classica stella del cinema dell’era d’oro», racconta. «Guardiamo Kumail e ha un senso. Ovviamente si è trasformato per sottolinearlo ulteriormente. Ma diciamo che è un peccato che si sia creato lo stereotipo, che gliel’abbiamo fatto fare noi. Ovviamente non era vero perché quello che ci aveva condotto da lui era la sicurezza attraverso l’ostentazione, abbinata alla gentilezza e a un grande cuore. E questo era il personaggio che avevamo scritto. È un caso che si trattasse della stessa persona». 

Ci sta dicendo che Nanjiani è sempre stato così. Ha semplicemente dovuto cambiare il suo aspetto affinché noi lo vedessimo con occhi diversi – e forse per poterlo fare anche lui. Siamo agli sgoccioli e gli chiedo che cosa direbbe Spalle di Pollo se sapesse che un giorno avrebbe interpretato Kingo.

«Sai, sinceramente, se potessi parlare a me stesso direi Hey», inizia a ridere, forse per l’assurdità del tutto, e si lancia in una finta conversazione con se stesso giovane. «Sei grande. Cerca di sentirti meglio con te stesso e tutto finirà, te lo prometto». Ci pensa ancora, pensa a quanto la scuola fosse difficile e a come credeva che sarebbe sempre stato così. Si fa serio e torna alla conversazione inventata. «Questo momento terribile finirà», ripete. «Tu vali». Pausa. «Tu vali». Un’altra pausa, in contemplazione, cercando di trovare le parole giuste. «Sei abbastanza», pronuncia infine deciso. «Questo mi direi». 

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Camicia Post-Imperial. Braccialetto e anello Bulgari. Orologio Cartier

Clay Skipper è un autore di GQ.

PRODUCTION CREDITS:
Photographs by Aaron Sinclair
Styled by Mobolaji Dawodu
Grooming by Louise Moon using Dior Beauty
Tailoring by Yelena Travinka
Produced by Annee Elliot