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C’é anche un’ombra per il tennis italiano: il talento mai sbocciato di Luca Nardi

Ci si aspettava qualcosa di più da Luca Nardi in questa stagione. “Non sono del tutto soddisfatto di questa stagione. Le aspettative erano altre, ma tra problemi fisici e poca costanza non sono riuscito a raggiungerle. Sono però grato per le opportunità che ho avuto e per le esperienze che mi hanno fatto crescere. Grazie a tutti per il supporto. Ora è tempo di riposare, guarire e tornare più forte“, ha scritto Luca sui propri canali social.

Un tennista dotato di una velocità di braccio non comune e di un repertorio tecnico nei colpi al rimbalzo completo. A mancare, finora, è stata l’evoluzione di questa base e la minimizzazione dei punti deboli: servizio e mobilità, su tutto. Dopo la vittoria contro Novak Djokovic del marzo 2024 a Indian Wells, sciorinando un gioco sopraffino, si pensava e sperava che Nardi avrebbe potuto evolversi sotto la gestione di Giorgio Galimberti.

Non è un caso che in quel momento, l’azzurro aveva raggiunto il suo best ranking, ovvero n.67 del mondo. Le cose poi sono andate diversamente e Nardi ha preferito affidarsi ad altri. Le malelingue parlano di un ragazzo molto attaccato alla famiglia e poco propenso ad affidarsi a professionisti al di fuori di un certo contesto. A rafforzare il concetto, ci sono le dichiarazioni rilasciate proprio da Galimberti a TennisMagazine mesi dopo la separazione col tennista nostrano.

Le qualità sono indubbiamente molto buone, però avevamo cominciato a lavorare tanto su vari spetti del gioco e sulla preparazione atletica perché i margini di progresso sono notevoli. E poi doveva prendere coscienza delle sue qualità: prima di scendere in campo con Djokovic aveva timore di fare brutta figura, abbiamo dovuto insistere per fargli capire che poteva anche vincere!“.

Aspetti mentali e motivazionali tra le criticità e, stando alle informazioni a disposizione, non è presente nello staff tecnico di Nardi un professionista del settore. I continui cambi di allenatore dell’ultima annata, poi, non hanno favorito una stabilità tecnica necessaria e ha destato sensazione che in una delle migliori settimane di Luca, cioè quella di Dubai (quarti di finale) al suo angolo ci fosse il fratello maggiore. Il pesarese ha concluso l’anno al di fuori dei 100, attualmente n.107, e questa posizione pone l’accento sulla necessità di una svolta perché il rischio di un talento mai sbocciato è concreto.

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