Coppa Davis, l’amarezza Germania: “Non abbiamo sfrutatto le nostre occasioni”
La Germania lascia la Coppa Davis 2025 con l’amaro in bocca. La sconfitta per 2-1 contro la Spagna in semifinale ha interrotto la corsa della squadra guidata da Michael Kohlmann, che in conferenza stampa non ha nascosto la frustrazione per un confronto ancora una volta deciso dal doppio.
Il capitano ha analizzato con chiarezza l’andamento delle sfide: il ko di Jan-Lennard Struff, “partito forte ma penalizzato da episodi sfortunati e da un tiebreak giocato con un po’ di tensione”, e la vittoria di Alexander Zverev, “solido contro un Munar protagonista di una grande stagione e autore di recuperi incredibili”.
Sul punteggio di 1-1, il passaggio del turno si è quindi deciso nel doppio, dove i tedeschi Kevin Krawietz e Tim Puetz sono stati superati da Granollers e Martinez in tre set.
Kohlmann ha evidenziato la forza degli avversari ma anche le opportunità mancate dai suoi: “Nel primo set loro sono partiti fortissimo. Abbiamo avuto chance per rientrare, anche break point importanti, ma non le abbiamo sfruttate. Nel secondo set siamo stati migliori, ma nel terzo la Spagna ha trovato risposte eccezionali. Non ottenere subito il controbreak ha cambiato l’inerzia”.
Il capitano ha poi ribadito quanto l’attuale formato della Davis sia spietato: “Con due singolari e un doppio non c’è margine d’errore. Se non sfrutti le tue occasioni, torni a casa”.
Anche i protagonisti del doppio hanno espresso rammarico. Kevin Krawietz ha ricordato che “il passato non conta: importa come giochiamo oggi e domani”, riconoscendo la grande giornata degli spagnoli in risposta e l’impressione che la coppia tedesca “possa sicuramente rendere di più”.
Sul tema del formato, Tim Puetz ha confermato la preferenza del gruppo per la versione tradizionale: “Il casa-trasferta è più vicino allo spirito originale della Davis. Per noi, però, è comunque una settimana via da casa: andiamo dove ci mandano”.
La Germania lascia dunque la competizione con un’altra semifinale, un risultato importante ma non sufficiente per una squadra che, come ammesso da Kohlmann, “sperava in qualcosa di più”.

