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ATP Finals- Che spettacolo straordinario la rimonta di Musetti su De Minaur! Ultimi game da cineteca

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Una giornata bellissima di tennis, chiusa alla grande intorno a mezzanotte. Di quelle che anche alla mia età, dopo oltre 50 anni di giornalismo e dopo 45 Masters-ATP Finals seguite dalla mia prima del 1975 a Stoccolma, quando purtroppo però Adriano Panatta che mi aveva spinto a seguirlo in Svezia non vinse neppure una partita del round robin (ma gli avversari si chiamavano Arthur Ashe, Ilie Nastase e Manolo Orantes, mica pizza e fichi), ti fanno esclamare: ”Ma che bello sport ho scelto di seguire!” Quello dove fino all’ultimo non sai mai chi vince, “it is never over until  is over. Mai un match può dirsi finito finchè non è finito. Stupendo.

E se Musetti ha detto di aver vinto forse la sua partita più emozionante di sempre (mentre il suo avversario de Minaur che ha servito invano per il match sul 5-4 al terzo non si dava pace: “O risolvo questo genere di problemi oppure …non posso più andare avanti così!”) chi scrive e tutti gli appassionati che hanno visto la sua rimonta, dobbiamo ringraziare Lorenzo per le emozioni fortissime che ci ha fatto vivere.

Dopo due prime giornate con quattro duelli di singolare poco entusiasmanti e poco equilibrati, tutti conclusi in due set, senza troppe emozioni anche se c’erano stati due tiebreak (il primo di Alcaraz-de Minaur, il secondo di Zverev-Shelton) la terza giornata torinese ci ha regalato invece – insieme alla piacevolissima sorpresa della coppia Bolelli-Vavassori già qualificata per le semifinali grazie a una seconda vittoria in due set a spese di Granollers-Zeballos (che segue quella su Cash-Glasspool)– due partite bellissime e combattute.

Proprio di quelle che piacciono a noi e che fanno la gioia degli appassionati dello “sport del diavolo”. Entrambe si sono concluse al terzo set, entrambe curiosamente con lo stesso identico minutaggio, 2 ore e 47 minuti, e con due vittorie in grande rimonta, prima Alcaraz (6-7 7-5 6-3) su Fritz e poi quella davvero straordinaria, fantastica dell’esordiente Musetti (7-5 3-6 7-5) su De Minaur.

Dopo Berrettini, una vittoria a Londra 2019, e Sinner – 11 vittorie fino a oggi, ma pensiamo che Jannik ne possa raggiungere altre 4 qui a Torino – celebriamo una altra vittoria del quinto italiano capace di essere uno dei protagonisti di un Masters di fine anno. Né Panatta né Barazzutti erano riusciti a vincere una partita negli anni Settanta.

Dopo questa terza giornata ancora nessuno dei Magnifici Otto è eliminato. E nessuno è già promosso alle semifinalineppure Carlitos Alcaraz che nel girone Jimmy Connors – e nonostante abbia vinto sia con De Minaur sia con Fritz- può dirsi al sicuro.

Tanto per cominciare con un Fritz assai determinato Carlitos ha rischiato tanto, visto che ci aveva perso il primo set e ha dovuto cancellare due pericolosissime palle break nel secondo, sul 2 pari. La seconda con un ace, ma sulla prima Fritz gli ha fatto un bel regalo, confermandosi tennista troppo ansioso, poco lucido, nei frangenti più importanti di quei match che valgono davvero molto. Non è la prima volta che gli capita. La faccia afflitta con cui si è presentato in sala stampa la diceva lunga. Gli occhi erano più rivolti verso il basso del solito.

Attenzione: Carlitos non è ancora sicuro di chiudere l’anno da n.1 del mondo perché in teoria potrebbe perdere da Musetti e ritrovarsi con due vittorie all’attivo come lo stesso Musetti e il vincitore del duello Fritz-De Minaur.

Si potrebbero infatti ancora ritrovare con due vittorie ciascuno tre giocatori (Alcaraz, Musetti e Fritz). Ma potrebbe anche prodursi un diverso scenario: e cioè uno che raffigurasse Alcaraz con tre vittorie e tutti gli altri tre del gruppo con una vittoria per ciascuno. Insomma, si facciano avanti i diplomati in ragioneria e calcolino set e game…ma non adesso perché ancora non si può farlo.

L’eventuale improbabile successo di Musetti su Alcaraz – “Un match proprio facile!”  ha commentato ridendo Lorenzo ancora sul campo dopo esser corso ad abbracciare tutto il suo team, familiari compresi, e prima di confessare: “Una partita come questa… un anno fa non l’avrei mai vinta! E’ questo il mio vero salto di qualità quest’anno” – avrebbe come prima conseguenza quella di tenere ancora in corsa Sinner per la corsa al trono ATP di fine anno.

Musetti in conferenza stampa, resa dopo le una di notte alla fine di una giornata per noi cominciata alle 10 del mattino per venire a seguire il doppio di Bolelli e Vavassori, ha detto: “Questa non è proprio la superficie nella quale Alcaraz si senta a casa, ma certo non si può dire che sia un match facile!” . E ovviamente ci ha sorriso su.  

Certo, considerando che contro Fritz l’Alcaraz del primo set non è stato sempre convincente (ha fatto soltanto il 33% dei punti quando ha messo le seconde di servizio…vero peraltro che Musetti aggredisce le risposte meno di Fritz…) Lorenzo potrebbe fare un bel regalino, oltre che a se stesso, anche a Jannik Sinner. Questo sì.

Il quale Sinner, tanto per cominciare, non può permettersi stasera di non battere Zverev, perché – sempre nell’ottica della leadership di fine anno – non si può concedere passi falsi. Vero che con il tedesco Jannik ha vinto le ultime 4 partite di fila: era sotto 4-1 negli head to head, ora è avanti 5-4. Ma la sconfitta subita negli ottavi dell’US Open un paio d’anni fa gli brucia ancora. Comunque, con questa sfilza di successi consecutivi, si è ripetuta un po’ la storia che Sinner ha già scritto sia con Djokovic, era indietro 3 duelli a 0, poi 4-1 e ora invece sta avanti lui  6-4, sia con Medvedev con il quale perdeva 6-0 e dopo il 7-5 (quella maledetta sconfitta Wimbledon 2024 quando non dormì per tutta la notte interruppe cinque vittorie consecutive) è salito sull’8-7.
C’è, insomma – ed è anch’essa storia ormai risaputa – da non confondere il Sinner “vissuto” fino alla prima metà del 2023 e il Sinner post dell’ultimo semestre di quello stesso anno…che diventa un Sinner Superman soprattutto dalla finale del Masters ATP 2023 torinese perché, battuto lì 6-3 6-3 da Djokovic, infilerà poi una striscia di 27 vittorie consecutive indoor. Fino a oggi…

Striscia ancora in essere: battendo Zverev Jannik arriverebbe a 28, staccando Sampras di due lunghezze. Per fare il bis di un anno fa dovrebbe successivamente a Zverev vincere altre tre partite, una con contro Shelton, poi la semifinale, quindi la finale.

Vincendole tutte supererebbe Federer a quota 29 ma non raggiungerebbe la striscia migliore dello stesso Federer a quota 33…ma c’è sempre il prossimo anno.
Dopo tutti questi numeri lasciatemi dire che nel mio editoriale di ieri, nel quale dicevo che il miglior Fritz avrebbe forse potuto battere un Alcaraz ancora non troppo convincente sul cemento indoor non mi ero sbagliato di molto, anche se qualche lettore era stato di diverso avviso e aveva pronosticato Alcaraz facile vincitore.

Fritz che aveva risposto alla grande per tutto il primo set  ha risposto meno bene nel secondo, ma soprattutto si è mangiato tutta una serie di opportunità, perfino al di fuori delle pallebreak. Ha sbagliato la direzione di almeno quattro dritti a due passi dalla rete, tirando palle facilissime da chiudere in bocca a Carlitos e, ancor più colpevolmente, sul suo dritto alla ricerca di fantomatici contropiedi.

Ma è ovvio, scontato, che la partita che questo martedì mi ha entusiasmato di più è stata quella vinta in modo rocambolesco da Lorenzo Musetti che, perso il secondo set 6-3 per via di un break patito all’ottavo game (a chiusura della prima ora e mezzo di gioco) ha ceduto il servizio subito anche nel terzo set, subendo quindi due break consecutivi.

Lì a tutti noi, in tribuna e sala stampa che si è riaffollata a fine secondo set e dopo il break inziale del terzo con tutti i colleghi che erano alle prese con la deadline dei giornali cartacei, Lorenzo è sembrato davvero spacciato.

“Mi sono sentito spacciato anch’io, non solo voi” ci avrebbe confessato Lorenzo in vena di confidenze. Solo che il Musetti 2025 non è quello che si arrendeva più facilmente nel 2023 e ancora nel 2024. Lollo ha avuto una prima palla break nel quarto gioco, per il 2 pari, ha rifiutato di arrendersi salvando la palla del 2-5, ha avuto una serie di guizzi di orgoglio e talento per strappare la battuta a de Minaur che serviva per il match sul 5-4 ma non ha quasi mai messo la prima, di certo non nei primi quattro punti e poi…scusate, ma mi sono perso nei geroglifici dei miei appunti! Centinaia di punti, mica due o tre.

Il pubblico a quel punto, nel momento del break recuperato per il 5 pari, è letteralmente esploso, adrenalina al massimo per tutti, pur mantenendo – va detto ad onore di una maturità più che apprezzabile – così corretto che De Minaur non se ne è minimamente lamentato dicendo anzi: “Se ho perso non è certo colpa del tifo per Musetti, ma delle occasioni che ho avuto sulla mia racchetta e non ho saputo sfruttare. Dovrò decidermi a fare qualcosa per risolvere questo problema”.

Chissà, magari andare dal dottor Riccardo Ceccarelli che si occupa della testa rossa di Sinner!

“Muso” ha chiuso con un passante di dritto fantastico sul secondo matchpoint, evitandosi un tiebreak al cardiopalmo, per lui e tutti noi.

Ma ora lasciatemi andare a letto. E voi fate un sano breakfast. Se non aveste visto il match di Musetti, val la pena guardarlo. Il talento non è mai stato in discussione, ma la solidità mentale spesso sì. Le cose sembrano proprio cambiate.

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