Rassegna stampa – Sinner, finale per il n. 1
Sinner vede il trono (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Venticinque partite indoor consecutive, trentaduesima finale in carriera, la nona in questa stagione. Se volete giocarveli al lotto, ecco a voi i numeri di Jannik Sinner sulla ruota di Parigi. L`italiano, che ha steso Sascha Zverev in un`ora e due minuti, è a un passo dal paradiso, dal numero 1 al mondo che potrebbe riagguantare oggi pomeriggio dopo 55 giorni se dovesse battere Felix Auger-Aliassime nella finale delle 15 all`Arena La Defense. Una sola settimana, la numero 66, perché da lunedì 10, con la scadenza dei punti delle Finals 2024, tornerà dietro a Carlos Alcaraz. La chance di chiudere addirittura da leader di fine anno è ancora viva, ma il primato non è un pensiero che lo assilla: «La classifica è solo una conseguenza» ha ripetuto come un mantra tutta la settimana, forse anche per togliersi pressione, per distogliere l`attenzione. Ma i fatti, in campo, hanno sempre confermato il contrario. Ovvero che Jannik Sinner non è uno capace di farsi sfuggire le occasioni. Lo sa bene Sascha Zverev, a cui l`altoatesino ha concesso solo un game in semifinale: «Sono contento di essere in finale qui per la prima volta – ha detto Sinner – ma Sascha, come avete visto, non era nelle migliori condizioni. Negli ultimi due mesi ha fatto tante partite. Contro Medvedev ha vinto cancellando match point, era anche un po` stanco mentalmente». Jannik ha iniziato la partita con Zverev mettendo subito in chiaro le cose con un break in apertura. Cahill è scattato subito in piedi come una molla. Sia mai che il pupillo si insolentisca come nel match contro Shelton, quando il coach australiano non si è alzato in occasione del break nel secondo set. Una scena che si è ripetuta altre due volte nel primo set, con il tedesco rispedito all`angolo con un “bagel”. Il 6-0 è stato il decimo messo a segno in questa stagione, numero da record se si considera che l`ultimo ad andare in doppia cifra con questo punteggio era stato Novak Djokovic nel 2015. Contro uno Zverev senza energie e con un dolore alla caviglia che lo costringerà a farsi visitare a Monaco già oggi, Jannik non ha lasciato indietro nemmeno una briciola, concedendo un solo game anche nel secondo parziale al numero 3 al mondo, rimasto in campo solo per orgoglio e rispetto della sfida: «Riprenditi presto», le parole di Jannik sulla telecamera per congedare il rivale, uscito a testa bassa. Con Auger Aliassime, rimasto in campo più del doppio delle ore dell`altoatesino – 10 ore e mezza contro 5 ore e una manciata di minuti – dovrebbe essere una sfida più equilibrata. L`ex allievo di Toni Nadal sta giocando benissimo, è tornato in Top 10 e soprattutto ha la possibilità, vincendo, di chiudere al 5° posto della Race per le Finals chiudendo definitivamente la porta alle speranze di Musetti. Tra Jannik e Felix i precedenti mostrano un certo equilibrio, 2-2, ma le ultime due sfide, giocate nei quarti di finale a Cincinnati e in semifinale allo Us Open, hanno visto prevalere il quattro volte campione Slam: «Felix è una bella persona, e un ottimo giocatore – ha detto Jannik -, è sempre un piacere condividere con lui il campo, soprattutto in un`occasione speciale come una finale. Ha trovato i suoi schemi e per entrambi si tratta di una grande occasione. Ci spingeremo sicuramente al limite». […]
Sinner a senso unico (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Nella lunga gara di sopravvivenza che è diventato il finale della stagione 2025, stavolta è Alexander Zverev a cedere il passo. A Parigi, la semifinale è a senso unico e consegna a Jannik Sinner un posto nella finale odierna contro Felix Auger-Aliassime. A una settimana dalla battaglia di Vienna – dove era stato Jannik, nel finale, a soffrire di qualche acciacco – è il tedesco a ritrovarsi svuotato, incapace di competere contro il rivale azzurro, che in appena un`ora e due minuti lo ha spazzato via con lo score di 6-0 6-1. Zverev è rimasto in campo fino alla fine, ma fermo di gambe dopo le fatiche contro Medvedev e costretto a rassegnarsi ben prima della stretta di mano. «Sono felice di essere in finale, anche se non è così che mi piace vincere. Sul piano tennistico non c`è molto da dire, abbiamo visto come stava Sascha – ha commentato Sinner, evitando eccessi di entusiasmo -. Quando non puoi spingere con le gambe è difficile sia fisicamente che mentalmente, mi auguro che possa riprendersi per Torino». Come ribadito da Jannik stesso, non può essere ignorato che lo stato fisico abbia frenato il numero 3 del mondo, ma allo stesso tempo vanno sottolineati anche i suoi meriti. Non solo non ha lasciato il minimo appiglio al tedesco, ma si è regalato un`altra ottima prova al servizio. Dopo le prime giornate condizionate da qualche crampo, per Jannik è un toccasana poter giocare il match per il titolo avendo passato appena 5 ore e 3 minuti in campo. Ottimo anche in vista delle Nitto ATP Finals, che scatteranno domenica prossima: l`altoatesino arriverà a Torino con soli due giorni di riposo, poi sarà subito tempo di Media Day, eventi con gli sponsor e soprattutto di trovare confidenza con il campo dell`Inalpi Arena, dove dodici mesi fa si era preso il torneo dei Maestri. A Torino, Sinner aveva sollevato anche il trofeo di numero 1 di fine stagione. Una possibilità di bissare c`è, ma non sarà semplice e, soprattutto, non dipenderà solo da
lui. Intanto oggi può tornare in vetta al ranking mondiale se dovesse conquistare quello che diventerebbe il quinto titolo “1000” della carriera, il primo del 2025 dopo le finali perse a Roma e Cincinnati. Poi sarebbe certo di passare due settimane da numero 1, prima che si decida tutto alle Finals. Per chiudere in vetta, Jannik è obbligato a difendere il titolo, ma potrebbe non bastare se Alcaraz dovesse arrivare in finale o prima vincere tutti e tre i match del round robin. «Numero 1? So che vincendo tornerei lì, ma lo vedo come una conseguenza del mio gioco. Io penso solo alla prestazione: se ci riuscirò, bene. Se no sarà per un`altra volta», la risposta diplomatica dell`allievo di Vagnozzi e Cahill. […] Sinner ora ritrova Aliassime, battuto due volte quest`anno nei quarti di Cincinnati e in semifinale allo US Open. L`azzurro parte da favorito, forte anche della striscia di 25 vittorie consecutive indoor. […]
Sinner lo spietato vuole il n. 1 (Daniele Azzolini, Tuttosport)
C’è una finale da vincere, un primato da riprendere. un team cui dedicare un nuovo successo, per farci pace dopo i “fuck” fioriti nei quarti di finale. E c`è anche un amico da salvare. Le finali nascondono insidie che ai numeri e alle classifiche non sempre è permesso evidenziare, ma stavolta le trappole per Sinner sono evidenti, e vanno oltre l`avversario da affrontare, quel Felix Auger-Aliassime che nel tabellone ha preso il posto dell`Alcaraz infiacchito. Il compito è di quelli tosti. Una domenica bestiale, una delle tante, che vale il primo posto in classifica e il quinto Masters 1000, oltre al 26° risultato utile consecutivo sul cemento indoor, che spingerà Jannik Sinner a farsi in due, a giocare per sé e per Musetti che attende una sua vittoria per continuare a sperare nell`aggancio alle Finals di Torino. Sascha Zverev, a modo suo, dà una mano… Il primo set si presta a considerazioni che non mi aspettavo di dover fare a margine di una semifinale Masters 1000 tra due notabili del tennis. Sul piano puramente descrittivo, la situazione presenta aspetti insoliti, anomalie evidenti rispetto agli otto match precedenti che hanno confezionato fin qui la piccola storia dei confronti tra i due. Nel sesto game del match, con Sinner al servizio, l`italiano commette un errore evidente. Esce male dalla battuta, e non trova il tempo per piegare a sufficienza le ginocchia sulla replica del tedesco. Il rovescio si avvolge nella rete. Sono trascorsi 27 minuti dall`inizio del match, ed è il primo errore di Jannik. Zero-quindici, che fa anche da primo striminzito vantaggio per il tedesco. Servirà a poco o niente. Il seguito ritrova subito i ritmi che JS ha imposto al match. Tempestoso negli scambi, deciso sui servizi, accurato nei colpi più ricercati. Funzionano bene le smorzate… La prima che Jannik esegue ha caratteristiche morfologiche opposte a qualsiasi altra, la s`intuisce chiaramente nelle intenzioni dell`autore, addirittura la si vede partire, tutt`altro che mascherata come gli specialisti del drop shot sanno fare, ma non si sa dove finirà la propria corsa, se riuscirà a superare la rete, che infatti scavalca con un movimento quasi sinuoso, a gambero, neanche fosse stata progettata in stile Fosbury. Zverev si limita a osservarla scuotendo ponderoso il testone biondo. Niente da fare. Il primo set si chiude sul sei a zero. Non era mai successo tra i due. Trenta minuti esatti. In campo c`è solo Sinner. Ne serviranno altri 32 per chiudere una disputa mai aperta. Più un secondo, a voler essere precisi. Zverev non era in condizione di giocare, quel poco che aveva dentro Sinner gliel`ha estratto nei primi due game, inviandogli da subito precisi messaggi sulle proprie intenzioni come solo lui (e non Alcaraz) può permettersi di fare con il suo tennis di solidità aliena, capace di rifrangere qualsiasi altrui tentativo come fosse una barriera di caucciù. Un game arriva sul primo servizio, e il pubblico applaude convinto, ottenendo l`effetto contrario sul tedesco, trascinato verso tentazioni ancor più depressive. Lo capisco… Può cercare di non prendersela, Zverev, ma fino a un certo punto. È come avesse giocato un match in più di Sinner nei cinque giorni del torneo: stesso numero di incontri, ma due ore di differenza sui tempi di permanenza in campo. […] “Guarisci presto”, il messaggio che Jannik lascia sulla telecamera in campo. Carino, ma improbabile… Stanchezza a parte, temo che il vero problema di Zverev sia la presenza di uno come l`italiano nel circuito. Era avanti 4-2 nei testa a testa. Ora è sotto 5-4. «Sascha era chiaramente in difficoltà», spiega Jannik. «La programmazione di questi ultimi tornei ha reso la vita dura a tutti, e lui ha dovuto sostenere match molto lunghi. Spero di ritrovarlo a Torino in buona forma», esattamente il contrario di ciò che si augura il tedesco, che sarebbe felice di non ritrovarselo davanti mai più. C`è una finale cui pensare. E Musetti da aiutare… Se Auger-Aliassime dovesse alzare il trofeo parigino, non vi saranno arrivi in volata. Ma Sinner conosce i suoi obiettivi, vuole il quinto trofeo della stagione, e il quinto Masters 1000 in carriera. Vuole anche il n.1 ma non lo dirà mai apertamente. «Sono contento di fare un`altra finale in questa stagione, qui dove ho sempre faticato; significa tanto per me. Vediamo come andrà, sarà una partita difficile. Vale il n. 1? Lo so, ma non ci penso: è solo la conseguenza di come gioco. Se ce la faccio bene, altrimenti sarà per la prossima. Felix sta giocando incredibilmente bene, ha trovato i suoi schemi ed è diventato un tennista importante. Sono felice di chiudere la settimana con un confronto con lui, è un ragazzo splendido, uno dei più gentili del circuito». Uno dei pochi (Alcaraz a parte) a sottrargli un set nell`ultimo testa a testa. È successo agli US Open, nella seconda frazione di un match vinto da Sinner in quattro partite. Due a due nei confronti giocati fin qui, ma il canadese si era portato 2-0. Successe quando Sinner non sapeva ancora di essere Sinner.
Sinner per il trono (Carlo Galati, Libero)
Nel rugby, quando una squadra non ha più uomini idonei per la mischia, l`arbitro dichiara il no contest: si gioca, ma senza contesa vera, solo per preservare l`integrità dei giocatori. Alla Defense Arena è andata più o meno così. Jannik Sinner ha vinto, conquistando la terza finale 1000 della stagione, su un Alexander Zverev, reduce dalla battaglia nei quarti con Medvedev, che si è presentato in campo svuotato, con il corpo in riserva e la mente appannata. L`azzurro, invece, è arrivato, dal canto suo, con il braccio carico. Il risultato – 6-0 6-1 in un`ora e due minuti – è stato la naturale conseguenza di un match senza equilibrio, dominato tecnicamente e mentalmente. Zverev ha provato a restare aggrappato al match, ma la differenza fisica e mentale è apparsa subito incolmabile. Ogni scambio lungo pendeva dalla parte dell`altoatesino, che ha giocato con ritmo costante, pulizia nei colpi e quella serenità glaciale che ormai è il suo marchio. Il pubblico parigino, forse, si aspettava una battaglia; ha assistito invece a una dimostrazione di forza, una lezione di efficienza e controllo. «Affrontare Sasha è sempre una grande occasione, ma non era a posto, era molto lontano dal suo 100%. Negli ultimi mesi ha giocato una parte di stagione incredibile, ieri ha salvato due match point e spero che si rimetta per Torino», ha detto Sinner a fine incontro. Parole sincere, da campione che sa vincere riconoscendo le situazioni, concedendo il giusto rispetto per un rivale battuto due volte in finale quest`anno, a Melbourne e qualche settimana fa a Vienna. E mentre la stima per l`avversario resta, la sua corsa verso la vetta continua. Perché oggi, in finale con Felix Auger-Aliassime, c`è in palio più di un trofeo: c`è la possibilità di tornare numero 1 del mondo. Un traguardo che lui stesso, appena qualche giorno fa, aveva definito “impossibile”. Le cifre raccontano di un torneo perfetto: 5 ore e 3 minuti complessivi in quattro match […] con appena 19 game concessi in totale. Più il livello degli avversari si alzava, meno tempo serviva a Jannik per vincere. In controtendenza con ogni logica sportiva, ma perfettamente coerente con la consapevolezza dei propri mezzi, la conoscenza delle condizioni di gioco e la forma raggiunta durante la settimana. […] La sua maratona stagionale sta per arrivare agli ultimi chilometri. Dall`Australia a Pechino, passando per Londra e Vienna, Sinner ha corso senza mai rallentare, con la barra dritta della costanza. Con quella di oggi fanno 9 finali su 11 tornei disputati; Halle e Shanghai le uniche fermate prima del capolinea. Sinner vuole la prima vittoria in un 1000 dell`anno, obiettivo che passa anche dalle mani di Aliassime, avversario in grande forma e già affrontato quattro volte in carriera. I precedenti dicono 2-2, ma Sinner ha vinto gli ultimi due, entrambi nel 2025: la semifinale di Cincinnati e, più recentemente, quella di New York. La finale di Parigi si gioca oggi alle ore 15 e in palio, oltre al titolo, ci sarà anche la vetta del tennis mondiale.
Numero 1 e un aiuto a Musetti. Sinner, la finale vale doppio (Stefano Semeraro, La Stampa)
La semifinale di Parigi indoor Jannik l`ha vinta 6-0 6-1 in 62 minuti, ma in realtà la partita non c`è neppure stata. Sasha Zverev, ubriaco di stanchezza per il quarto pesante contro Medvedev della sera prima (tre set, due match-point salvati) è rimasto in campo solo per sportività, ma si è provato due volte in campo la glicemia – soffre di diabete – chiedendo anche l`aiuto del medico, e barcollava ai cambi campo, insomma: poco più di un`ombra bionda. Jannik, che quest`anno lo aveva già surclassato a Melbourne e Vienna, ne ha approfittato per concludere una preziosa economy-run: 5 ore in tutto spese in campo per arrivare in finale in un «1000». Nella finale di oggi contro Felix Auger-Aliassime, il n. 2 Atp però sarà in missione non solo per conto suo – vincendola tornerebbe, per una settimana, al n. 1 – ma anche per Lorenzo Musetti. Con il successo su Alex Bublik nell`altra semifinale (7-6 6-4), il canadese ha infatti sorpassato Lorenzo all`ottavo posto della Race – 3845 punti contro 3685 – strappandogli, per ora, l`ultimo biglietto utile per le Finals. Se dovesse vincere il titolo Felix arriverebbe a 4195 punti, rendendo il distacco incolmabile anche considerando i 250 punti in palio la prossima settimana ad Atene e Metz. Il Muso è iscritto al 250 greco e vincendo il torneo potrebbe tornare davanti, a patto che Aliassime perda oggi e nel 250 francese non vada oltre i quarti. Lorenzo, che al momento a Torino arriverebbe da riserva, può inoltre sperare che Djokovic (iscritto ad Atene, dove oggi vive) decida di non partecipare alle Finals, liberando un posto. Ma sul possibile forfait per ora circolano solo voci. […]
Devastante (Vincenzo Martucci, Il Messaggero)
Sinner va in finale a Parigi indoor e, aggiudicandosi oggi per la prima volta l`ultimo “1000” della stagione, può tornare numero 1 del mondo anche se per una sola settimana e può fare gioco di squadra per l`Italia: stoppando Aliassime, lascerebbe infatti ancora uno spiraglio a Musetti per acciuffare l`ultimo posto disponibile per le ATP Finals dal 9 novembre. Che il carrarino, ora 9° nella “Race to Turin”, indietro 160 punti dal canadese, 8°, potrebbe conquistare questa settimana nello slalom parallelo Atene-Metz col rivale. Ma, aldilà dei meriti dello straordinario Profeta dai capelli rossi, alla nona finale stagionale in 11 tornei, il dio dello sport chiede soprattutto rispetto per Sascha Zverev, il guerriero ferito che non si ritira accetta il 6-0 6-1 del campo. Eppure, ahilui, l`orgoglioso tedesco, all`ottava partita in 10 giorni come Jannik, col surplus psicofisico della battaglia di due ore e mezza di venerdì sera per sfatare il tabù-Medvedev, paga lo sforzo presentandosi senza gambe alla rivincita della finale di Vienna di domenica contro Sinner. […] “Get well soon” (Riprenditi presto), scrive sulla telecamera in campo, condendo il messaggio a Zverev con un cuoricino. In caso di manifesta inferiorità come fra il numero 2 e il 3 del mondo, il baseball prevede la chiusura d`ufficio delle ostilità e il pugilato il getto della spugna. Ma Jannik si adegua alla legge del tennis che pretende impegno massimo, fino allo sfregio del “double bagle” – il biscottone che si vende sulle strade di New York – che raffigura l`umiliante 6-0 6-0. Punteggio che il Profeta dai capelli rossi sfiora con l`aiuto della smorzata, sulla scia del 6-0, con palla break del 7-0. Magari come ulteriore monito ad un avversario che gli ha sbattuto la porta in faccia nei 5 set, proprio a New York, superandolo 4 volte di fila, e che pure Jannik ha consolato fraternamente dopo avergli sbarrato la strada nella terza finale Slam a gennaio a Melbourne. Sempre esemplare, Sinner dichiara: «Non c`è tanto da parlare della parte tennistica. Sono molto soddisfatto per la vittoria e per essere di nuovo in finale in un torneo così importante dove non ho mai giocato bene. Ma Sascha era lontanissimo dal suo 100%, già dal primo game si vedeva che faceva fatica. Quando hai così poche energie, cala anche la spinta con il servizio: non è solo fisico, anche mentalmente. Era provato, dopo la finale di Vienna e le partite dure giocate qui, salvando anche match point, non era facile». L`auto-applauso è per l`attitudine: «Da parte mia, ho cercato di essere comunque solido e sono molto contento per la giusta mentalità che ho avuto nelle ultime settimane». […]
Auger-Aliassime, c’è il sorpasso su Musetti ma… (Roberto Bertellino, Tuttosport)
Sembrava fatta o quasi prima dell`ultimo Masters 1000 della stagione, a Parigi presso la Defense Arena, per Lorenzo Musetti come ottavo giocatore della lista d`ingresso alle Nitto Atp Finals di Torino. In un mercoledì che ha ricordato a livello sportivo il film “Sliding doors” è cambiato tutto. Il canadese Felix Auger-Aliassime si è salvato contro il giocatore di casa Alexandre Muller, vincendo in rimonta e al tie-break decisivo, mentre il carrarino ha ceduto di schianto nella seconda parte di gara all`amico e compagno di doppio più volte in stagione Lorenzo Sonego. Il quadro della qualificazione alle Finals è così radicalmente mutato perché il canadese ha potuto proseguire il proprio cammino in tabellone accumulando via via punti preziosi mentre l`azzurro è rimasto impotente spettatore. Felix Auger Aliassime ha continuato a vincere e ieri ha operato lo strappo decisivo aggiudicandosi la semifinale contro il kazako Alexander Bublik, un altro, anche se molto più tiepido, candidato alla sfida per quello che una volta si definiva titolo dei “maestri”. Partita non banale quella conquistata dal nordamericano e condizionata da una parte dagli alti e bassi del tennista dell`est, come da copione, e dalla solidità di Felix dall`altra. Il primo set si è concluso al tie-break con Auger-Aliassime più lucido e reattivo di Bublik tanto da dominare la mini-sezione vinta 7-3. Nella seconda frazione è stato il kazako a partire meglio (2-0 e 4-1). Quando si stava profilando una terza frazione Auger-Aliassime ha cambiato passo mettendo a segno un parziale di cinque giochi a zero e guadagnando così la sua ventesima finale nel massimo circuito, la seconda 1000. L’impresa gli ha permesso di superare Musetti nella “Race to Turin” di 160 punti, che diventerebbero 510 in caso di vittoria oggi contro Sinner. L’eventualità gli assicurerebbe anche matematicamente la presenza a Torino, indipendentemente dai tornei della prossima settimana, due Atp 250. Le residue speranze del “Muso” sono dunque appese alla racchetta di Jannik. Auger-Aliassime è iscritto a Metz, mentre Musetti, con wild card dell`ultimo minuto, ad Atene. L’esito della sfida odierna per il titolo potrebbe però indurre entrambi a non giocare i due appuntamenti. In questo caso Lorenzo sarebbe la prima riserva a Torino, sempre che Djokovic non rinunci alla trasferta in Piemonte, come fatto lo scorso anno […]
Jasmine si fa in due (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)
I sogni aiutano a vivere meglio. E poco importa se la compagnia può mettere i brividi. Un breve ripasso di storia delle Finals femminili: dal 1972, primo anno del torneo, solo due giocatrici hanno vinto singolare e doppio nella stessa edizione, e cioè Martina Navratilova (1981, 1983, 1984, 1985 e 1986) e Martina Hingis (nel 2000). La Paolini, ahilei, non si chiama Martina, però tra le otto Maestre sul palcoscenico di Riad è l`unica che possa coltivare l`ambizione di raggiungerle nel mito, seppur con umiltà: «Se qualcuno mi avesse detto un paio di anni fa che avrei giocato le Finals sia in singolare sia in doppio (e ci è riuscita per la seconda stagione consecutiva, ndr) non ci avrei creduto. Naturalmente voglio godermi ogni momento». E adesso, una volta di più, può davvero ricordare con una delle sue risate contagiose di quando le dicevano che non avesse il fisico per volare all`altezza delle valchirie del tennis moderno. Da due anni, invece, Jasmine frequenta il paradiso grazie al talento, alla volontà, alla raffinata intelligenza strategica. Ieri ha ritrovato la scossa agonistica con l`esordio in doppio insieme alla Errani: una vittoria di grande autorevolezza contro l`americana Muhammad e l`olandese Schuur (sorella del difensore del Torino), che ha consolidato le aspettative della coppia e soprattutto ha allontanato qualche ombra sulle condizioni fisiche di Jas, che alla vigilia si era sentita poco bene. Oggi, il debutto in singolare le proporrà il test più ostico, contro la Sabalenka, sicura di chiudere l`anno al n.1 del mondo e settima tennista di sempre a trascorrere in testa tutte le 52 settimane di un anno: «Intanto, sono davvero contenta del successo in doppio — confessa felice la Paolini — abbiamo giocato un match fantastico anche se duro, un ottimo match. Quanto a me, sto recuperando, mi sono sentita meglio e sono contenta per le sensazioni che ho avuto in campo. Sono soddisfatta per come è andata la partita e speriamo di salire ancora di livello». Non era facile restare al vertice in un`annata punteggiata da tre cambi di allenatore, da Furlan (addio dopo otto anni) a Marc Lopez e poi a Gaio e Pizzorno, ma la continua ricerca del meglio per sé le è comunque servita per conoscersi meglio e crescere: «Penso che sia stata una stagione con un po` di alti e bassi, ma adesso ho trovato continuità. Non è stata una stagione semplice, anche alla luce dei risultati del 2024, ma tutto sommato positiva». […]

