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Rohan Bopanna annuncia il ritiro a 45 anni: “Il tennis mi ha dato uno scopo quando ero perso”

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Un addio…ma non è la fine. Inizia così il toccante post su Instagram di Rohan Bopanna che annuncia il ritiro dall’attività agonistica a 45 anni suonati, ma la sua melodia seppur malinconica è piena di orgoglio e soddisfazione per i traguardi raggiunti. Quella del tennista indiano è una storia che travalica i confini anagrafici, di quelli che pone il tempo con cui uno sportivo canonicamente lotta per non arrendersi. Il classe 1980 ha detto basta dopo una carriera in singolare sicuramente non esaltante, ma che ha avute le degne compensazioni quando ha optato per trasformarsi in uno specialista del doppio.

L’arte del sapersi reinventare ha riempito quel palmares lasciato totalmente a secco quando era sprovvisto di un partner. E’ in coppia che Bopanna dà il meglio e il tennis lo ripaga con ben 26 trofei conquistati. Tante vittorie, 6 Master 1000 conquistati, ma anche 37 finali perse come evidenza del costante rendimento del tennista indiano. Sono molti i giocatori che hanno diviso il campo con Rohan, passando dal coetaneo pakistano Aisam-ul-Haq Qureshi sino a Matthew Ebden con cui si è regalato l’acuto più importante della carriera: la vittoria dell’Australian Open 2024.

Quello Slam tanto rincorso, due finali perse a New York a distanza di tredici anni, che ha trovato la giusta chiusura del cerchio a Melbourne contro i nostri Bolelli e Vavassori. Un sussulto che gli ha regalato, sempre in tandem con l’australiano, la testa del ranking nella specialità doppio il 29 di quel gennaio fortunato. In cima al mondo a 44 anni, insomma, non è mai troppo tardi. Nonostante la gioia, i risultati non sono mai stati il motore della passione dell’atleta asiatico che, come sottolineato nell’ultimo post, ha sempre visto nel tennis come un veicolo più umanitario e sociale che sportivo, o non solo. Di seguito il messaggio con cui Rohan si congeda dal tennis:

“Un addio…ma non è la fine. Come puoi dire addio a una cosa che ha dato alla tua vita il suo significato? Tuttavia dopo 20 anni indimenticabili nel circuito…appendo la racchetta al chiodo. Mentre sto scrivendo il mio cuore è sia pesante che grato. Iniziare il mio viaggio dalla piccola cittadina di Coorg in India, tagliare tronchi di legno per rafforzare il mio servizio, correre nelle piantagioni di caffè per guadagnare resistenza e inseguire i miei sogni su campi malandati fino a stare sotto le luci delle più grandi arene del mondo.

Tutto questo è surreale. Il tennis non è stato solo un gioco per me, mi ha dato uno scopo quando ero perso, mi ha dato forza quando ero spezzato e sollievo quando il mondo dubitava di me. Ogni volta che mettevo piede in campo, lui mi insegnava perseveranza, resilienza e combattere contro tutto quello che dentro di me diceva che non potevo, e più di tutto, mi ricordava perché ho iniziato e chi sono io.”

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